Il tema dell'Intelligenza Artificiale, il suo sviluppo tecnologico, le sue implicazioni morali ed etiche, le possibilità drammaturgiche narrative sono state ampiamente affrontate dal cinema di fantascienza nell'ultimo ventennio. Abbiamo per la verità i primi esempi anche nel secolo scorso, basti pensare al famosissimo Hal 9000 di "2001- Odissea nello spazio" di Stanley Kubrick oppure alle tante opere del cinema di fantascienza degli anni 70 (emblematica la pellicola di Donald Cammel, "Generazione Proteus", dove un IA si transustanzia in un essere organico dopo una copula meccanica-genetica con la moglie del suo inventore). E ancora gli esempi degli anni 80 di "Blade Runner" e "Terminator". Ma da "Matrix" in poi l'IA, se non protagonista, è entrata a far parte dell'immaginario collettivo (e negli ultimi anni anche del nostro quotidiano) e cinematografico.
Gareth Edwards arriva buon ultimo con "The Creator" mettendo in scena uno scontro politico-culturale tra l'IA e l'Occidente. I titoli di testa, in questo senso, sono una sorta di introduzione al mondo che viene rappresentato, con immagini dell'evoluzione robotica fino alla nascita dell'Intelligenza Artificiale che provoca la distruzione di Los Angeles, facendo esplodere una bomba atomica e di fatto scatenando una guerra degli Usa nei confronti della IA e dei suoi alleati. L'incipit mostra immediatamente il personaggio del sergente delle forze speciali Joshua Taylor (John David Washington) infiltrato nelle fila della fazione della IA nei territori della nazione asiatica per dare la caccia al Creatore, cioè colui che le intelligenze artificiali chiamano Nirmata (appunto, "creatore" in sanscrito), per eliminarlo. Nell'attacco però muore la compagna di Joshua, incinta della loro figlia, a sua volta figlia del creatore, scienziato leggendario di cui tutti parlano ma che non si palesa mai. L'azione si sposta cinque anni in avanti, quando l'esercito richiama Joshua per rintracciare l'arma definitiva creata dalla IA per distruggere il centro comando Norad, una sorta di super nave-centro informatico-portaerei-bombardiere con cui gli Usa attaccano e distruggono qualsiasi località-rifugio delle IA nelle nazioni asiatiche.
Gareth scrive la sceneggiatura insieme a Chris Weitz riproponendo certi schemi e dualismi già esplorati in "Rogue One: A Star Wars Story": la lotta senza quartiere tra la l'Impero e la Ribellione (qui tra l'esercito americano e le IA resistenti); la ricerca dei piani della Morte Nera (la distruzione dell'arma finale delle IA); il rapporto tra Jyn Erso e Cassian Andor con il finale melodrammatico sul pianeta dove si nasconde la base spaziale dell'Impero (la storia d'amore tra Joshua e sua moglie e l'abbraccio finale sul Norad durante la sua distruzione); il sacrificio di molti dei ribelli (la morte di tante Intelligenze Artificiali e dei loro alleati umani). Insomma, "The Creator" appare come una duplicazione del film precedente ampliando la scenografia della parte finale e trasformando il film in una rievocazione in chiave fantascientifica di tanto cinema sulla guerra vietnamita, a cominciare da "Apocalypse Now" fino ad arrivare a "Platoon" e "Vittime di guerra".
Ma la fallacità di un'operazione come "The Creator" inizia dalla scrittura in cui sono inseriti più registri – fantascienza, bellico, melò - mal amalgamati tra loro e resi in modo superficiale. Ad esempio, l'amore di Joshua per la figlia di Nirmata, il ricordo di lei dopo la morte e poi la scoperta che sia ancora viva, se da un lato serve per dare una motivazione narrativa all'azione del personaggio, dall'altro appare come un abbozzo non sviluppato o abortito (e il titolo iniziale "True Love" è esplicativo in questo senso dell'idea originale). Così come la scoperta che l'arma finale è una IA che ha la forma di una bambina, un essere ibrido di carne e circuiti, frutto dell'esperimento della moglie e figlia di Joshua, trasforma la caccia in un'operazione di salvataggio mai lineare, troppo ambivalente, molto superficiale. Anche la cattiveria e la crudeltà degli americani, che distruggono e uccidono senza alcuna distinzione tra umani ed esseri artificiali, sono raffigurate in maniera rozza e prevedibile. In tutto ciò l'Intelligenza Artificiale, e la sua immagine, diventa solo un elemento scenografico e un orpello narrativo che serve esclusivamente a fornire il nesso causale emotivo al personaggio, interpretato da John David Washington spesso sperduto nelle sequenze di azioni e svogliato in quelle introspettive.
Oltretutto la struttura iniziale di "The Creator" è discontinua. I titoli di testa non riescono a preparare lo spettatore al mondo futuristico, risultando didascalici e confusi pur con il profluvio di tecnologia e CGI. Facendo un paragone, quelli di "2022 – I sopravvissuti", un semplice montaggio di foto, sono molto più coerenti, efficaci, eleganti nell'introdurre il mondo immaginato nella pellicola di Richard Fleischer. Anche la prima sequenza introduttiva è pleonastica. Se si pensa al film senza di essa, non modificherebbe lo sviluppo della narrazione. Risulta semplicemente un rimandare l'inizio della storia, ridondante rispetto a quello che si vede dopo, e che si sarebbe potuto sostituire con eventuali flash back (ma era meglio eliminarla in fase di montaggio).
L'uso della CGI appiattisce la scenografia e la fotografia di "The Creator". Curata, in maggior parte, dall'immancabile ILM di George Lucas, appare come un format standard già visto e rivisto in tante pellicole a partire dal mondo di "Star Wars". Una mancanza di identità che fa di "The Creator" derivativo e con uno spreco produttivo per una storia che alla fine banalizza qualsiasi spunto d'interesse. Ecco, anche la rappresentazione delle Intelligenze Artificiali, più che a film molto più riusciti come "A.I. – Intelligenza Artificiale" di Steven Spielberg, "Ex Machina" di Alex Garland oppure "Her" di Spike Jonze, si sposa con quella di "Humandroid" di Neill Blomkamp. E "The Creator" alla fine ha la medesima, brutta, atmosfera del film del regista sudafricano.
cast:
John David Washington, Madeleine Yuna Voyles, Gemma Chan, Allison Janney, Ken Watanabe
regia:
Gareth Edwards
titolo originale:
The Creator
distribuzione:
Walt Disney Studios
durata:
135'
produzione:
20th Century Studios, Regency Enterprises, Bad Dreams Productions, eOne
sceneggiatura:
Gareth Edwards, Chris Weitz
fotografia:
Greig Fraser, Oren Soffer
scenografie:
James Clyne, Shira Hockman, Claire Levinson-Gendler
montaggio:
Hank Corwin, Scott Morris, Joe Walker
costumi:
Jeremy Hanna
musiche:
Hans Zimmer