Dal genio di Marlon Wayans, scrittore e produttore nonché attore della saga di "Scary Movie", arriva nelle sale italiane la nuova temibile commedia che parodia i più grandi successi al botteghino delle passate stagioni. Stavolta il principale oggetto di scherno di questo "Ghost Movie" è la saga che aveva lanciato la carriera cinematografica di Oren Peli, parliamo di "Paranormal Activity". Tutto comincia quando Kisha (Essence Atkins) si trasferisce a casa del fidanzato Malcolm (interpretato dallo stesso Marlon Wayans). Lui sempre con la telecamera in mano, lei convinta che la casa sia posseduta da un'entità sovrannaturale sono il motore dell'azione filmica che si ramifica in una successione di quadri/gag che di volta in volta coinvolgono dei personaggi secondari, i quali fungono sempre da miccia che innesca l'azione comica.
"Ghost Movie" prendendo sul serio l'espressione "comicità viscerale" ne intende letteralmente il significato e fa esplodere sullo schermo una serie di scenette dal basso contenuto comico ma dall'alto tenore di scurrilità fine a se stessa. Se si parlava, allora, di body horror per definire quel peculiare filone cinematografico che esplorava i terrori umani in relazione al proprio corpo e che aveva portato alla luce una lunga serie di capolavori dal "Tetsuo" di Tsukamoto al "Eraserhead" di Lynch, da "Alien" di Scott a "Videodrome" di Cronenberg potremmo invece oggi parlare di body comedy per delineare quel variegato sottomondo di commedie dove l'ilarità scaturisce, e di ritorno si rivolge, alla corporeità umana. È questo un filone dalla lunga tradizione che si radica in slapstick archetipici come il più classico "calcio nelle palle", un immancabile fondamentale di questo genere, fino a più evolute trasformazioni che culminano in capolavori de-generi anche italici, come il "mammamia che dolore!" esploso dal personaggio che si trova infilato un palo laddove non batte il sole nella famosa sequenza marittima delle comiche paolovillaggiane, ma che l'istrione Boldi ha, dal canto suo, saputo elevare ad arte sublime con virtuosismi di pirotecnica petomania.
Scoregge americane e scoregge italiane, sarebbe dunque questo l'ideale titolo di un ipotetico studio sulla cinematografica ars piritandi a cavallo tra due continenti dove appunto nel body comedy potremmo trovare il fil rouge teso tra le nostrane vanzinate cinepanettoniche e i tanti piccoli e spurii figli di "Porky's". Ma se i peti del belpaese esplodono solitamente in una commedia dei tipi sociali inscenando continuamente l'eterno scontro culturale tra meridione e settentrione, tra manager e accattone, variando la situazione comica in giro per l'Italia, il mondo, il tempo le flatulenze d'oltre oceano si instradano invece lungo due sentieri distinti: o la degenerazione della classica commedia hollywoodiana in cui l'equivoco che innesca gli eventi spesso si colloca in attributi corporei che i personaggi vogliono/devono/cercano di infilare in attributi corporei di altri personaggi o, più recentemente, in parodie me(rda)tacinemetagrafiche e questo è il caso di "Ghost Movie", un brutto film che in virtù dell'ormai assimilato e superato postmodernismo culturale può parodiare film (quasi) altrettanto brutti.
La commedia che allora affligge oggi le nostre sale cinematografiche segue pedissequamente tutte le tecniche di ripresa e narrative messe in gioco dalle pellicole di cui ripropone buffonescamente i contenuti: dalle riprese in soggettiva (o meglio amatoriali POV) a autoinquadrature di blairwitchiana memoria fino al riproporre l'escamotage della cinepresa-ventilatore che costituiva l'elemento di maggiore inventiva di "Paranormal Activity 3". Così come nulla accadeva nelle pellicole di Peli, le cui piattezze venivano scosse solo da dei twist nei finali, anche in "Ghost Movie" nulla di autenticamente comico accade perché la formula su cui il regista Michael Tiddes ha puntato è il proporre situazioni banali in un formato inedito, quello appunto desunto dalla saga sulle attività paranormali: un cane investito in apertura della pellicola e il conseguente dolore del protagonista buffonescamente caricaturato mentre piange sulla tomba dell'appena deceduto fido compagno ci introduce chiaramente al mondo comico che ci aspetterà nei successivi 80 minuti di visione.
cast:
Marlon Wayans, Marlene Forte, Essence Atkins, David Koechner, Dave Sheridan
regia:
Michael Tiddes
titolo originale:
A Haunted House
durata:
86'
produzione:
Marlon Wayans
sceneggiatura:
Marlon Wayans
fotografia:
Steve Gainer
scenografie:
Fred Andrews
montaggio:
Suzanne Hines
costumi:
Ariyela Wald-Cohain