Si è chiusa l'86esima edizione degli Oscar ed è già tempo di bilanci. Fra vincitori, vinti, eterni sconfitti e un'Academy incapace di avere coraggio, che conferma un copione già scritto da tempo
È stato un bel risveglio per il nostro Paese quello di stamattina: sedici anni dopo il trionfo de La vita è bella, l'Academy ha premiato di nuovo l'Italia, assegnando l'Oscar per il Miglior Film Straniero a
La grande bellezza di Paolo Sorrentino; accompagnato sul palco dal fedelissimo Toni Servillo e dal produttore Nicola Giuliani, ha dedicato la vittoria a
Fellini,
Talking Heads, Scorsese e Maradona.
Prevedibile delusione invece per Leonardo DiCaprio, snobbato ancora una volta dall'Academy che gli ha preferito Matthew McConaughey, miglior attore protagonista per
Dallas Buyers Club; la pellicola ha fatto così en plein di riconoscimenti sul versante cast, vedendo premiato anche Jared Leto come miglior attore non protagonista.
Le donne ad aggiudicarsi l'ambita statuetta sono state invece l'esordiente Lupita Nyong'o (Migliore Attrice Non Protagonista per
12 anni schiavo) e l'eccezionale Cate Blanchett (Miglior Attrice Protagonista per
Blue Jasmine), da sempre un esempio di classe e di grande umiltà nonostante il talento al limite del sovrannaturale.
Gravity di Alfonso Cuarón è la pellicola che ha ottenuto più premi (sette), soprattutto di natura tecnica: risalta la vittoria del direttore della fotografia Emmanuel Lubezki, oltre all'importante Oscar alla miglior regia, che anche quest'anno non ha fatto il paio con quello al miglior film, assegnato invece a "12 anni schiavo" di Steve McQueen. A quest'ultimo è andato anche il premio per la Migliore sceneggiatura non originale, mentre quello alla sceneggiatura originale è stato vinto da Spike Jonze per
Lei.
Neanche gli
U2 hanno potuto contro lo strapotere della Disney, che con il suo
Frozen si è aggiudicata l'Oscar per la miglior canzone ("Let it go") e quello per il miglior film d'animazione.
Anche quest'anno, quindi, nessuna sorpresa: tradizione è la parola d'ordine. Perché, pur avendo voluto ricoprire di premi un film di genere (nella fattispecie la fantascienza, da sempre bandita dal Dolby Theatre) come "Gravity", l'Academy non ha osato rimanendo confinata in sette riconoscimenti quasi unicamente tecnici.
Ciò che invece può essere letto come un segnale, se non di vera e propria novità, perlomeno di leggero distacco dalla consuetudine, è la volontà di far ricadere la scelta dei quattro premi maggiori (Miglior Attore, Miglior Attrice, Miglior Regia e Miglior Film) su quattro pellicole diverse: niente più "asso-pigliatutto" di una volta, quindi, ma uno sforzo teso a premiare i pregi oggettivi del singolo, evitando di assegnare statuette a strascico come accadeva invece un tempo.
Il vero lavoro di svecchiamento, però, andrebbe forse esteso anche alle tematiche. Il cowboy disegnato da McConaughey era favorito fin dal principio. L'interpretazione dell'attore texano è eccellente, ma è anche la classica performance ruffiana che piace all'Academy: un'importante trasformazione fisica, un personaggio negativo che finisce con il redimersi e il riscattarsi. In conclusione, a trionfare è come sempre il dramma, in differenti declinazione, poiché l'altro illustre premiato è "12 anni schiavo", forte della tematica schiavista, nonostante nella rosa dei candidati ci fossero riuscite commedie (
The Wolf of Wall Street e
American Hustle) che potevano vantare autori e cast di altissimo livello. Ma lì si rideva, si parlava di truffe e, nello specifico caso del Jordan Belfort di Leonardo DiCaprio, di redenzione e riscatto non se ne intravedeva nemmeno l'ombra.
Se il dramma ha vinto, il pubblico è riuscito comunque a ridere e a combattere la noia grazie alla scoppiettante conduzione della sempre divertentissima Elle DeGeneres, alla quale è bastata una semplice foto "selfie" scattata con alcune delle star sedute in platea per mandare in crash Twitter a causa delle troppe condivisioni da parte degli utenti. La DeGeneres ha trovato la chiave per una conduzione scattante e mai invasiva: apertura in puro stile stand-up, ironia sui social network e interazione con i divi in sala ai quali è riuscita anche far mangiare una pizza ordinata sul momento. Alla fine il gran galà degli Oscar è puro entertainment, e Hollywood sull'argomento rimane la più grande esperta.
Elenco completo dei vincitori:
MIGLIOR FILM
Brad Pitt, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Steve McQueen e Anthony Katagas per "12 anni schiavo"
MIGLIOR REGIA
Alfonso Cuarón per "Gravity"
MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA
Matthew McConaughey per "Dallas Buyers Club"
MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA
Cate Blanchett per "Blue Jasmine"
MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA
Jared Leto per "Dallas Buyers Club"
MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Lupita Nyong'o per "12 anni schiavo"
MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE
Spike Jonze per "Lei"
MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
John Ridley per "12 anni schiavo"
MIGLIOR FOTOGRAFIA
Emmanuel Lubezki per "Gravity"
MIGLIOR MONTAGGIO
Alfonso Cuarón e Mark Sanger per "Gravity"
MIGLIOR SCENOGRAFIA
Catherine Martin e Beverley Dunn per "Il grande Gatsby"
MIGLIORI COSTUMI
Catherine Martin per "Il grande Gatsby"
MIGLIOR COLONNA SONORA ORIGINALE
Steven Price per "Gravity"
MIGLIOR CANZONE ORIGINALE
Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez per "Frozen - Il regno di ghiaccio"
('Let It Go')
MIGLIOR TRUCCO E ACCONCIATURE
"Dallas Buyers Club"
MIGLIOR SONORO
"Gravity"
MIGLIOR MONTAGGIO SONORO
"Gravity"
MIGLIORI EFFETTI SPECIALI
Tim Webber, Chris Lawrence, David Shirk, Neil Corbould e Nikki Penny per "Gravity"
MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE
"Frozen - Il regno di ghiaccio"
MIGLIOR FILM STRANIERO
"La grande bellezza"
MIGLIOR DOCUMENTARIO
Morgan Neville per "20 Feet from Stardom"