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recensione di Luca Sottimano
7.0/10

In un’intervista datata 2013 per il suo volume "Italia Horror Underground", Giulio Muratore chiamava Federico Zampaglione, reduce da "Shadow", "l’alfiere della rinascita". All’epoca, il panorama del genere si caratterizzava "dall’assenza di condizioni esistenziali e imprescindibili che ne garantiscano una sopravvivenza" [1], così che i prodotti a esso appartenenti erano relegati a una dimensione amatoriale e d’underground, con pochissime eccezioni. "Shadow," uscito nel 2009 e capace di scavalcare i confini nazionali, si era rivelata infatti una mosca bianca e lo stesso Zampaglione, dopo "Tulpa" (2013), non si era più dedicato all’horror, fino a oggi. La stessa rinascita invocata da Muratore si è realizzata, a voler essere ottimisti, solo negli ultimissimi anni, grazie soprattutto alle piattaforme streaming, che hanno dato visibilità a opere come "La stanza" o "A Classic Horror Story", da accogliere favorevolmente sotto il profilo produttivo ma non altrettanto sotto quello qualitativo. Così, l’arrivo di "The Well", ritorno all’horror di Zampaglione (che noi abbiamo avuto occasione di intervistare) non poteva che essere una buona notizia per i fan e per l’interno panorama. Confermata anche dopo la visione.

Lisa Gray (Lauren LaVera), restauratrice d'arte statunitense, si reca in un piccolo villaggio italiano per riportare all'antico splendore un dipinto medievale rovinato da un incendio in un grande palazzo abitato da Emma (Claudia Gerini) e da sua figlia (Linda Zampaglione). Durante il viaggio, incontra tre giovani biologi che si stanno recando nello stesso luogo per studiare la fauna locale. Mentre questi ultimi, accampatisi nel bosco, cadono prigionieri di una mostruosa creatura nel sottosuolo, la ragazza in superficie fa i conti con un ambiente sempre più inquietante.

I due diversi livelli narrativi in cui si svolge "The Well" rappresentano ciascuno un diverso modello di riferimento dell’opera, che fonde quanto fatto rispettivamente con "Shadow" e "Tulpa": guardare al panorama internazionale e riprendere la tradizione italiana del genere. Cominciamo da quest’ultimo. Nella figura di una restauratrice alle prese con un misterioso quadro, si omaggia "La casa dalle finestre che ridono" con un divertente rovesciamento: se il protagonista del film di Pupi Avati viene dissuaso dal portare a termine il suo lavoro da chiunque incontri, Lisa invece viene continuamente spronata da Emma a finirlo, nonostante i suoi crescenti dubbi.
Il film però si sposta subito in un’altra direzione: Zampaglione non è interessato a raffigurare gli inquietanti paesaggi di provincia e porta dopo pochi minuti la storyline di Lisa dentro le mura della casa, dove altre influenze emergono. Un’inquietante bambina e una madre inflessibile sono figure ricorrenti sia in certi film spagnoli ("The Others") sia in diversi horror più recenti, soprattutto elevated ("Hereditary"). Modelli in verità solo sulla carta: tramite la donna, il regista si collega soprattutto al filone del gotico italiano di inizio anni 60. I nomi da citare porterebbero in territorio SPOILER: li affrontiamo nel paragrafo seguente, da leggere solo dopo la visione del film.

Paragrafo SPOILER

Il riferimento è qui soprattutto a "I vampiri" di Riccardo Freda, storia di una donna che commissiona omicidi per poter mantenere il suo corpo giovane, estraendo il sangue dalle vittime. Ma la figura di strega/vampiro è una figura chiave di diversi titoli degli anni successivi, resa iconica da Barbara Steele, vedi in particolare "La maschera del demonio" di Mario Bava, altra storia di vampirismo legato alla giovinezza eterna.

Fine paragrafo SPOILER

Nella storyline sotterranea, "The Well" porta invece all’estremo le tendenze torture porn che caratterizzavano "Shadow", con diverse scene molto cruente in cui il regista si sofferma a lungo, evitando qualsiasi addolcimento e montaggio elusivo, come accade in certi film d’oltreoceano (soprattutto la saga di "Saw"). Seguendo l’analisi di Antonio Josè Navarro, il torture porn è caratterizzato dal fatto che "il tormento deve essere la fonte dell’orrore" con "sequenze realistiche di tortura, essenziali per la narrazione, dove il sadismo, la reclusione forzata in luoghi malsani e lontani dalla civiltà accentuano l’indifferenza e la nudità della vittima" [2].

A differenziare però "The Well" dalle coordinate appena descritte è però l’assenza di qualsiasi connotato politico e sociale, presente invece in "Shadow". Il torture porn, dice sempre Navarro, nasce a inizio del nuovo millennio come reazione all’occupazione dell’Iraq da parte delle truppe statunitensi e ai reportage sulle pratiche effettuate nelle prigioni di Abu Ghraib, presentando torturatori reali e non sovrannaturali. Quelli che invece sono presenti in "The Well", che si avvicina così alle più recenti espressioni del filone (come "Terrifier", dal cui secondo capitolo arriva Lauren LaVera) o anche all’italiano "Il bosco fuori" (2006), uno dei rari casi di horror nostrano a farsi notare nei primi anni 2000. Zampaglione però trascende la mera confezione di gioco ludico delle due opere sopracitate, atte solamente a scioccare lo spettatore con un contenuto vuoto: nel finale lega le due anime del suo film conferendo un senso a entrambe.

"The Well" è dunque esso stesso un pozzo dove il regista si diverte a mescolare diverse influenze, applicando a ciascuna una piccola variazione, tale da permettere alla sua opera di stare in piedi da sola. Da questa voragine cinefila e derivativa Zampaglione sa infatti risalire, proponendo un mix che spaventa e sorprende, al netto di alcune debolezze che ora andiamo ad affrontare. A livello visivo, è evidente come il cineasta punti molto sulle scene più cruente, risultando più piatto nelle scene in superficie, dove comunque qua e là si intravede qualche guizzo (una panoramica circolare, l’uso in un momento clou di una musica metal con un effetto simile a quello in "Le streghe di Salem" di Rob Zombie). A livello narrativo, poi, la storyline di Lisa soffre di una certa ripetitività nella parte centrale (i suoi diversi sogni) mentre quella sotterranea finisce per ricalcare le dinamiche di "Shadow".
Il film però riesce a soprassedere a questi inciampi, grazie alla sua eterogeneità e a una sceneggiatura che, pur senza aver la pretesa di inventare qualcosa di nuovo, non scade mai nel ridicolo involontario, tale da tenere alta la tensione nelle scene di raccordo. "The Well", in conclusione, si pone dunque come un possibile rilancio della carriera al cinema di Zampaglione nonché un segnale per l’intero panorama. Se di industria in senso stretto non si può parlare da almeno trent’anni a questa parte ("Dellamorte Dellamore" di Michele Soavi è il punto di non ritorno) questo non significa che non si possano realizzare prodotti validi, che sappiano guardare al presente e al passato con spirito propositivo.

[1] G. Muratore, Italia Horror Underground, UniversItalia, Roma, 2013, pag. 14.
[2] A. J. Navarro, L’impero del terrore – Il cinema horror statunitense post 11 settembre, Bietti, Milano, 2019, pag. 243.


27/07/2024

Cast e credits

cast:
Lauren Lavera, Claudia Gerini, Linda Zampaglione


regia:
Federico Zampaglione


distribuzione:
Iperuranio Film, CG Entertainment


durata:
91'


produzione:
Iperuranio Film


sceneggiatura:
Stefano Masi, Federico Zampaglione


fotografia:
Andrea Arnone


scenografie:
Blazej Wasiak


montaggio:
Eric Strand


costumi:
Antonella Balsamo


musiche:
Oran Loyfer, Francesco Zampaglione, Federico Zampaglione, Luca Chiaravalli


Trama
Lisa Gray viene chiamata in un piccolo villaggio italiano per riportare all'antico splendore un dipinto medievale rovinato da un incendio. Non sa che sta mettendo la propria vita in pericolo, a causa di una antica maledizione che genera creature maligne, sangue e atroci sofferenze.