Una settimana di "emozioni forti", divisa (più o meno) equamente tra cinema politico e civile e melodrammi a tinte fosche. Se da una parte troviamo infatti autori impegnati come Risi, Shaffner, Pakula e Gianfranco Rosi, dall'altra imperversano i drammi sentimentali di Pollack, Rydell, Visconti, Guadagnino e Wyler. Sotto il nume tutelare dell'immensa Bette Davis, presenza importante e (fortunatamente) assidua in palinsesto.
Domenica 09 febbraio
La figlia del vento di William Wyler (14.50, Rete 4). Ereditiera viziata e bizzosa, gelosa della propria indipendenza, allontana da sé il promesso sposo. Il pericolo di un'epidemia di febbre gialla la farà redimere. Turgido melodramma classico di grande compattezza ed eleganza formale, commissionato dalla Warner in risposta (preventiva) a "Via col vento". Vale soprattutto per l'interpretazione di Bette Davis, indimenticabile nei panni di questa donna del Sud ribelle e risoluta. Premio speciale a Venezia 1938 e Oscar a Davis (il secondo della sua carriera) e Fay Bainter.
Tutti gli uomini del presidente di Alan J. Pakula (18.40, Iris). Come l'inchiesta di due giovani cronisti del "Washington Post" costrinse alle dimissioni il Presidente Usa Richard Nixon. Pakula ricostruisce lo scandalo Watergate affidandosi a un'affiatata coppia d'attori e soprattutto alla sceneggiatura scrupolosa e dal ritmo incalzante di William Goldman. Apologo sui lati oscuri del potere, è cinema di grande impegno politico e civile, che pure non rinuncia alla sua componente spettacolare.
Beginners di Mike Mills (21.00, Iris). Opera seconda del talentuoso autore di "Thumbsucker", racconta una doppia storia d'amore: quella di Oliver per il padre, che gli riserva non poche sorprese, e per la giovane Anna, affascinante e complicata. Mills alterna Storia ufficiale e poesia delle piccole cose in un affresco accattivante e commovente, sfidando anche qualche tabù con pudore e tenerezza. Premio Oscar come attore non protagonista a Christopher Plummer.
Kinky Boots di Julian Jarrold (21.10, Mtv). Erede di un blasonato calzaturificio in crisi economica, Charlie riuscirà a risollevare le sorti dell'azienda puntando con coraggio su un settore di nicchia decisamente originale. Commedia scacciapensieri che, nel solco della tradizione di certo cinema inglese, coniuga con garbo divertimento e temi sociali. Tutta da godere l'interpretazione en travesti di Chiwetel Ejiofor, il protagonista dell'attesissimo "12 anni schiavo".
La mia Africa di Sidney Pollack (22.55, Iris). Vita e amori di Karen Blixen, scrittrice cara a Orson Welles, che nel Kenya d'inizio Novecento consumò due relazioni tragicamente infelici. Dramma (iper) romantico e patinato, è il film più accademico di Pollack nonché uno straordinario veicolo divistico per Streep e Redford. Nonostante la magniloquenza della confezione, conserva una toccante intensità e un autentico lirismo nel ritratto di questa donna in crisi spirituale. Vinse 7 premi Oscar.
Lunedì 10 febbraio
Gatto nero, gatto bianco di Emir Kusturica (13.50, Rai Movie). Scatenata e anarchica "commedia matrimoniale" ambientata in quel che resta della Jugoslavia. Kusturica rende omaggio al popolo zingaro, al centro di questo bizzarro "western gitano" ricco di gag, colpi di scena, invenzioni picaresche, musica, luci e colori. Uno spudorato inno alla vita, un affresco esplosivo di travolgente dinamismo. Leone d'argento al Festival di Venezia 1998.
Il giudice ragazzino di Alessandro Di Robilant (17.55, Rai Movie). Cronaca degli ultimi giorni di vita (e di lavoro) del Sostituto Procuratore Rosario Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990 sulla strada tra Canicattì e Agrigento. Tratto da un romanzo di Nando Dalla Chiesa, il film evita ogni enfasi retorica o sensazionalismo televisivo per analizzare con toccante puntualità lo stretto rapporto tra politica e criminalità in Sicilia. Consigliato agli amanti del recente "La mafia uccide solo d'estate".
La caduta degli dei di Luchino Visconti (22.15, Rai Storia). La terribile ascesa del nazismo è raccontata attraverso i conflitti famigliari degli Essenbeck, famiglia di industriali dell'acciaio dilaniata al suo interno da corruzione e sete di potere. Melodramma cupo, spietato, depravato, eccessivo, che rimanda esplicitamente al "Macbeth" di Shakespeare e al "Götterdämmerung" di Wagner. Capolavoro imprescindibile: nessuno filma la decadenza come Visconti.
Martedì 11 febbraio
Io sono l'amore di Luca Guadagnino (21.15, Rai 5). Guadagnino omaggia il cinema di Visconti (ma anche di Antonioni e di Fassbinder) con questo ritratto lucido e tagliente dell'alta borghesia milanese, un gruppo di famiglia in un interno il cui ordine viene irrimediabilmente sovvertito dalla forza prorompente della passione. Un film sofisticatissimo e alieno nel panorama del cinema italiano contemporaneo. Certo non per tutti i gusti. Il pubblico nostrano, infatti, l'ha sostanzialmente ignorato, criticandolo per la sua estrema eleganza formale e la (presunta) freddezza. S'è rifatto ampiamente all'estero: passato per numerosi festival (da Toronto a Dublino, da Boston a Chicago...), ha collezionato nomination ai Golden Golbe, ai BAFTA e pure agli Oscar.
La prima cosa bella di Paolo Virzì (23.30, Canale 5). Mentre la madre è gravemente malata, i fratelli Bruno e Valeria ripercorrono la storia del loro rapporto con questa donna ingombrante e complicata, esuberante e anticonvenzionale, irrimediabilmente ottimista, piena di vita e di amore, ricca di luci e di qualche ombra. Un'epopea tragicomica sulla nostra vita quotidiana che commuove, diverte e allarga il cuore. Indimenticabili Stefania Sandrelli e Micaela Ramazzotti nei panni di Anna, un personaggio bigger then life.
Ferro 3 - La casa vuota di Kim Ki-duk (00.55, Rai Movie). Il giovane Tae-suk vaga per la città in moto, fermandosi negli appartamenti altrui in assenza dei proprietari. Un giorno incontra Sun-hwa, moglie maltrattata e infelice, che decide di seguirlo nel suo peregrinare. Capolavoro di Kim Ki-duk, è un film d'amore, di morte e di fantasmi. Ricco di simboli visivi e di silenzi pregnanti, è un film che spiazza e affascina. Leone d'argento al Festival di Venezia 2004.
La signora Skeffington di Vincent Sherman (01.35, Iris). Nella New York d'inizio Novecento, una frivola aristocratica accetta di sposare per interesse un ricco banchiere ebreo. La loro storia d'amore (e odio) resisterà al tempo. Solido melodramma passionale, che affronta in maniera non banale alcuni temi insoliti per il genere (discriminazione razziale, decadenza fisica). Sceneggiato con perizia da Julius e Philip Epstein e interpretato con vera maestria da Claude Rains e da una straordinaria Bette Davis, entrambi nominati all'Oscar.
Mercoledì 12 febbraio
In nome del popolo italiano di Dino Risi (17.30, Iris). Giudice integerrimo e moralista sospetta che uno speculatore edilizio spregiudicato e fascistoide sia responsabile di un omicidio. Quando troverà la prova della sua innocenza, la distruggerà per poterlo condannare. Commedia nerissima su "il marcio di una società irrimediabilmente corrotta", diretta con mano ferma da Dino Risi e sceneggiata con graffiante ferocia da Age&Scarpelli. Spaventosamente grottesche (e attuali) le maschere di Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi.
Tra le nuvole di Jason Reitman (21.15, Rete 4). Tagliatore di teste al soldo di diverse multinazionali americane, viaggia imperterrito per il Paese per licenziare (pardon, congedare) il personale in esubero. Ritratto agrodolce di un'amara solitudine figlia del nostro tempo, opportunamente ambientata in un non-luogo per definizione (l'aeroporto). Sceneggiatura solida e brillante, ottima direzione d'attori e una colonna sonora malinconicamente sognante sono i punti di forza del film. Candidato a 6 premi Oscar, rimase a bocca asciutta.
The Prestige di Christopher Nolan (22.50, Iris). Rivalità di due celebri prestigiatori, un tempo amici, nella Londra di fine Ottocento. Tra giochi di specchi, illusioni e raddoppiamenti, il loro antagonismo sfocia inesorabilmente nell'ossessione, nella vendetta e nel sangue. Autore di culto, Nolan compie, allo stesso tempo, un'inquietante incursione nella cattiveria e meschinità dell'animo umano e una riflessione sulla natura artificiosa dello spettacolo (quindi del cinema). Confezione da blockbuster, animo intellettuale.
Giovedì 13 febbraio
I padroni della notte di James Gray (21.05, Rai 3). Due fratelli di origine russe, uno poliziotto e l'altro spacciatore, rimangono drammaticamente invischiati nella guerra della droga nella Brooklyn anni 80. Opera terza di uno degli autore più potenti e coraggiosi del cinema americano contemporaneo, è un film d'azione teso e livido, impreziosito dal ritratto di personaggi tragici e dolenti. Memorabile la sequenza dell'inseguimento sotto la pioggia battente.
Christine - La macchina infernale di John Carpenter (23.20, Rai Movie). Una vecchia Plymouth Fury del '58, animata da uno spirito diabolico e perverso, stringe un rapporto di inquietante gelosia con il suo proprietario adolescente. Escalation di sangue fino allo scontro decisivo con una ruspa. Due maestri del terrore, Carpenter e Stephen King, per un horror dal carattere ossessivo e morboso. Contiene anche, sottotraccia, una critica sociale all'ideologia statunitense del "vincente" e dello status symbol.
L'amaro sapore del potere di Franklin J. Shaffner (01.15, La7). Due uomini politici, assai diversi tra loro, si contendono la candidatura alla Presidenza in una lotta senza esclusioni di colpi. Cinquant'anni prima de "Le idi di marzo", uno spaccato amaro e disilluso sui meccanismi elettorali Usa, tra opportunismo e falsità. Scritto con frizzante cinismo da Gore Vidal, che ha adattato per lo schermo una sua pièce ispirata alle figure di Richard Nixon e Adlai Stevenson.
Venerdì 14 febbraio
Chi giace nella mia bara? di Paul Henreid (09.35, Iris). Nauseata dai soprusi subiti per tutta la vita, Edith uccide la gemella ricca ed egoista e ne assume l'identità. Noir al femminile, con forti virate verso il melodramma, ricco di ammiccamenti e citazioni a capolavori del genere. La tensione non sempre regge, ma l'interpretazione di Bette Davis (in un doppio ruolo) è diabolicamente affascinante.
Sul lago dorato di Mark Rydell (13.55, Rai Movie). Gli anziani coniugi Thayer ospitano il "nipote" acquisito nella loro casa sul lago. Dalla convivenza apparentemente difficile, nascerà un profondo affetto. Dramma garbato e commovente, di impianto fortemente teatrale, costruito sulla linea sottile della nostalgia. È il trionfo dei (buoni) sentimenti, ma non scade mai nel sentimentalismo becero. Ultimo film del "grande vecchio" Henry Fonda, premiato con l'Oscar insieme alla sceneggiatura e alla leggendaria Katherine Hepburn (alla sua quarta statuetta).
El Sicario - Room 164 di Gianfranco Rosi (21.15, Rai 5). Ex sicario dei narcos messicani racconta, con cruda lucidità, la sua ascesa e caduta nel mondo del crimine, la cieca obbedienza ai boss, le guerre tra Cartelli, la connivenza con la polizia, la sua vida loca e gli indicibili crimini commessi, cui si riferisce semplicemente come al proprio trabajo. La macchina da presa di Rosi registra tutto a distanza, quasi immobile, con discrezione e umiltà, senza giudicare né enfatizzare. Un'agghiacciante cronaca di violenza e sopraffazione a firma dell'autore Leone d'oro per "Sacro GRA".
Emotivi anonimi di Jean-Pierre Améris (21.20, La7D). La bella Angélique lavora nella fabbrica di cioccolato di Jean-René. I due si incontrano, si piacciono ma, affetti entrambi da "timidezza cronica", non riescono a confessarsi il loro amore. Favola romantica e ottimista, regala momenti comici irresistibili: merito di una sceneggiatura delicata che alterna con mirabile equilibrio risate e sospiri. Commedia raffinata e nostalgica, riporta alla mente i film di Lubitsch.
Sabato 15 febbraio
Mimì metallurgico ferito nell'onore di Lina Wertmüller (21.05, Iris). Ritorno alle origini dell'operaio Mimì che, dopo un periodo di "emancipazione" al Nord, rientra nella natia Catania e viene invischiato in una storia di corna, onore e mafia. Il pirotecnico trio Giannini-Melato- Wertmüller in una commedia grottesca che mescola melodramma e satira sociale. Da antologia la scena della seduzione (con nudo integrale) dell'obesa Elena Fiore.
Caccia a Ottobre Rosso di John McTiernan (21.15, Rai Movie). In piena Guerra Fredda, il capitano di un sommergibile nucleare sovietico smette di obbedire agli ordini. Che voglia disertare? Thriller politico (ma solo in parte) che conta soprattutto per la tensione narrativa e l'imponenza spettacolare. L'azione vale più delle intenzioni e delle riflessioni ideologiche, ma Sean Connery riesce comunque a regalare profondità e magnetismo al suo personaggio.
Toro scatenato di Martin Scorsese (23.00, La7). Parabola esistenziale e professionale del puglie Jake La Motta, che negli anni 40 divenne campione del mondo. Questa storia di ascesa, trionfo e caduta è permeata dalla violenza, che si impone con cruda brutalità tanto sul ring, quanto nella quotidianità dei rapporti nella Little Italy dell'epoca. Vinse l'Oscar per la prova magistrale di De Niro e per il montaggio (della sodale Thelma Schoonmaker), ma anche la fotografia tesa e potente, in bianco e nero, avrebbe meritato un riconoscimento.