Attrice-icona, interprete della principessa Leila Organa nella saga di "Star Wars" creata da George Lucas, si è spenta a Los Angeles il 27 dicembre 2016
Torino, 23 dicembre 1977. Nevica, la città è immersa nel buio invernale. Le strade ingolfate dalle auto e dalla gente che si attarda a comprare gli ultimi regali per la festa imminente. Un ragazzino di undici anni è in giro con i suoi genitori e suo fratello più piccolo per le ultime compere per il cenone della vigilia. S'incamminano verso via Goito (una via stretta e buia, laterale a corso Vittorio Emanuele) e la famiglia si ferma davanti ai cartelloni del cinema Cristallo (oggi non esiste più). Proiettano "Guerre Stellari" e il cuore si riempie di felicità quando quel ragazzino sognatore scopre che arriva un regalo di Natale anticipato. Il padre accompagna lui e il fratello in sala. Sono gettati in un nuovo mondo in una galassia lontana, e lui e suo fratello non vorrebbero più uscirne, innamoratisi per sempre della Principessa Leila e indecisi se diventare cavalieri Jedi oppure emuli di Han Solo.
È stata questa la prima volta che abbiamo conosciuto Carrie Fisher che ci ha lasciati proprio oggi, all'età di 60 anni, stroncata da un infarto, a distanza di 39 anni da quel film che cambiò non solo l'immaginario di un bambino, ma di intere generazioni a venire in tutto il mondo, in quella che è diventata un'Opera Mondo, una nuova epica moderna, mitopoiesi del XX secolo.
Carrie Frances Fisher nasce il 21 ottobre del 1956 a Beverly Hills, figlia del cantante Eddie Fisher e dell'attrice Debbie Reynolds. Vita difficile la sua: genitori ingombranti e quasi subito separati, Carrie cresce negli agi e nelle tentazioni delle mille luci di Hollywood, e fin da ragazza vuole dedicarsi alla recitazione. Dopo aver debuttato a Broadway in teatro ancora ragazzina, studia in seguito alla Central School of Speech and Drama di Londra e debutta nel cinema in "Shampoo" di Hal Ashby nel 1975. George Lucas la sceglie per il ruolo della principessa Leila Organa per "Star Wars - A New Hope", episodio IV di quella che diventerà la saga cinematografica più famosa della storia del cinema.
Il successo travolse Carrie, affetta da disturbo bipolare, oppressa dalla figura invadente della madre, cadendo nella dipendenza della droga e dell'alcool da cui esce con molta fatica solo molti anni più tardi. Era arrivata al punto, durante la lavorazione di "The Blues Brothers" di John Landis - interprete della fidanzata gelosa e vendicativa di John Belushi - di non riuscire a portare a termine le proprie scene, con il rischio costante di essere licenziata dalla produzione.
Oltre alla prima trilogia di "Star Wars" - interpreta Leila Organa anche in "L'impero colpisce ancora" e "Il ritorno dello Jedi" - e al film di Landis, la Fisher ricopre solo piccoli ruoli secondari o camei in un manciata di film. Unica altra interpretazione di interesse rimane quella di Marie in "Harry ti presento Sally" di Rob Reiner, amica di Sally che sposa il migliore amico di Harry, in un ruolo che riesce a cesellare e farlo ricordare nella commedia per eccellenza degli anni 80.
Sceneggiatrice, script doctor, scrittrice, da un suo romanzo semiautobiografico, "Cartoline dall'inferno", Mike Nichols ne trae l'omonimo film con Meryl Streep e Shirley MacLaine, che descrive i difficili e contrastanti rapporti tra una madre una figlia nel mondo dello spettacolo hollywodiano, mettendo in scena in parte molto della sua vita e del burrascoso rapporto con la madre Debbie Reynolds.
L'abbiamo appena rivista nel primo episodio della nuova trilogia di Star Wars, "Il risveglio della Forza" di J. J. Abrams, a ricoprire quel ruolo amato-odiato che le ha segnato la carriera di attrice per tutta una vita. E sembrava che dovesse rinverdire la propria immagine, in una carriera di attrice altalenante, senza ruoli da grande interprete e senza virtuosismi attoriali. Ma non ne aveva bisogno, visto che con solo tre personaggi, più che attrice, Carrie Fisher è diventata un'icona nell'immaginario collettivo, segnando per sempre la Settima arte nella seconda metà del XX secolo.
Proprio sul finire di questo infausto anno pieno di lutti per il mondo dello spettacolo, anche lei ci ha lasciati per sempre. Ma non potremo mai dimenticarla e vogliamo immaginarla adesso come una piccola brillante stella in una galassia lontana, lontana.