Tra i primi protagonisti della New French Extremity – un gruppo di giovani registi franco-belgi che, all’inizio del secolo, ha diretto una serie di lungometraggi rinverdendo il genere horror – Alexandre Aja è ormai da parecchi anni che lavora per gli studi di produzione americani. Dopo “Alta tensione” (2003) il suo film (tuttora) migliore di quella stagione ormai passata, il regista francese si è specializzato in remake di altri come “Le colline hanno gli occhi” (2006), “Riflessi di paura” (2008) e “Piranha 3D” (2010), pellicole di alterna qualità, e ultimamente ha diretto film in cui l’elemento principale resta l’unità di spazio e una messa in scena claustrofobica (“Crawl – Intrappolati”, “Oxygène”). L’ultimo lavoro “Never Let Go – A un passo dal male” ha queste stesse peculiarità: una casa sperduta in un bosco fitto, dove la fauna è quasi assente; una donna con i suoi due figli; la presenza di un essere maligno che li perseguita; e tutti e tre che si allontanano dalla casa per trovare cibo, legati a lunghe funi colleganti costantemente con il legno del rifugio a difesa dal male onnipresente.
Aja torna agli inizi della sua filmografia affrontando di nuovo il genere horror, senza però riuscire, se non a evolversi, quantomeno raccontare una storia che possa un minimo impressionare e coinvolgere lo spettatore. Certo, è resa esplicita fin dall’incipit la presenza malefica che si materializza durante la notte, ma si scopre fin dal giorno seguente che la capacità di vederla è esclusiva della madre (Halle Berry), mentre i due ragazzi, Samuel (Anthony B. Jenkins) e il fratello Nolan (Percy Daggs IV), sono addestrati a seguire regole ferree affinché il male non si impossessi di loro e distrugga il rifugio, forgiati in un assoluto fideismo di quello che la madre racconta. Il meccanismo drammaturgico, alla fine, si decide proprio su questo punto: il rapporto di amore assoluto di una madre per i propri figli, disposta a tutto pur di difenderli dal mondo esterno. E il componente scardinante del mondo artificiale costruito intorno a loro dalla madre diventa Nolan, dubbioso della presenza del male e desideroso di vedere se esiste un’altra realtà oltre a quella imposta dalla figura materna.
Le lunghe funi, il loro continuo intrecciarsi tra gli alberi, dalla casa verso un bosco che ha in sé la duplice funzione spaziale esterna (alla casa) e interna (rispetto al mondo reale) non sono altro che una palese metafora del cordone ombelicale e di una concezione malata e autodistruttiva della maternità. La casa e il bosco sono così un utero doppio che si trasforma da difesa della vita a distruttore della stessa in un’implosione che non permette la nascita verso l’esterno dei due ragazzi. Aja gioca molto nella messa in scena tra le camere della dimora, la piccola serra esterna, il bosco e i tre personaggi si muovono costretti in uno spazio concentrazionario letteralmente legati a un credo materno assoluto. Il tagliare la fune significa liberarsi dal suo giogo per diventare adulti. Aja però ribalta più volte il lato della presenza del male tra esterno (mondo) e interno (famiglia) stiracchiando una sceneggiatura divisa in tre parti, oggettivamente lunga per il soggetto trattato e i personaggi in scena, costretto a continue ripetizioni di situazioni simili tra i tre personaggi, soprattutto nelle prime due parti di “Never Let Go”.
Al di là dell’overacting richiesto alla performance della Berry (tra l’altro anche produttrice) che spesso risulta stucchevole, “Never Let Go” non crea veramente paura, non più di una galleria degli orrori in un luna park abbastanza povero, e, purtroppo in una realtà che ci ha abituati ad atrocità quotidiane, la pellicola si riduce a un esercizio citazionista consunto. Oltretutto, il bosco e il mondo esterno ricordano “The Village” di Night M. Shyamalan e la casa isolata l’omonimo film di Sam Raimi, divenuta ormai negli ultimi anni un topos abusato del cinema di horror. Halle Berry ha dichiarato che, se il film ha successo, esiste già un progetto per una possibile trilogia, con un prequel e un sequel. Se accadrà, si spera in risultati migliori.
cast:
Halle Berry, Anthony B. Jenkins, Percy Daggs IV
regia:
Alexandre Aja
titolo originale:
Never Let Go
distribuzione:
Notorious Pictures
durata:
101'
produzione:
21 Laps Entertainment, HalleHolly, Media Capital Technologies
sceneggiatura:
Kevin Coughlin, Ryan Grassby
fotografia:
Maxime Alexandre
scenografie:
Jeremy Stanbridge
montaggio:
Elliot Greenberg
costumi:
Carla Hetland
musiche:
Robin βRobβ Coudert