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recensione di Nicola Picchi
4.0/10
In quel di New York (ma è Bucarest), Benjamin Carson, ex poliziotto con propensione alla bottiglia, trova un lavoro come guardiano notturno al Mayflower, un grande magazzino distrutto da un incendio cinque anni prima. Il protagonista scopre che il suo predecessore si era tolto la vita tagliandosi la gola con un frammento di specchio, e non tarda a rendersi conto che l'edificio potrebbe essere infestato.

Implacabile come la morte e le tasse, arriva l'ennesimo remake americano di un horror asiatico, in questo caso il pregevole "Into the Mirror" del coreano Kim Seong-ho, che poteva vantare la sottigliezza della ghost story unita ad un'indubbia pulizia formale. Questa volta il misfatto viene perpetrato da Alexandre Aja, uno dei più talentuosi registi della nuova ondata horror francese, già autore di "Alta Tensione" e del riuscito remake de "Le colline hanno gli occhi", e duole dire che si tratta di un pesante passo indietro rispetto alle opere precedenti. Superfluo aggiungere che la sceneggiatura, firmata dallo stesso regista e da Gregory Levasseur, abbandona ben presto le rarefatte suggestioni dell'originale, di cui mantiene però la conclusione, per imbastire un tedioso pasticcio a base di schizofrenia, possessioni, suore e monasteri, ingiustificabile da ogni punto di vista. Lontano dai prediletti carnai con variopinti festoni di sangue e budella, Aja non ha il polso per governare la situazione e preferisce esacerbare i toni, ma questa volta l'approccio adrenalinico non funziona e si traduce in un totale fraintendimento del plot.

Le avventure del peripatetico Kiefer Sutherland, a dire il vero un'Alice un po' imbolsita, attraverso lo specchio, non suscitano interesse bensì un'invincibile sonnolenza. Per la prima mezz'ora l'inquieto aggirarsi di Ben Carson per i fatiscenti corridoi del Mayflower, tra manichini carbonizzati e manifestazioni sovrannaturali alquanto iettatorie, ricordano, ma infinitamente meno riuscite, un qualsiasi survival horror della Capcom. In seguito, forse preoccupato dal ritmo un po' lasco, Aja preferisce lasciare il campo libero a una meccanica quanto prevedibile successione di presunti effetti shock, tra cui la scena gore dello sradicamento della mascella, che sortisce effetti involontariamente comici riportando alla memoria alcuni momenti di "L'Armata delle Tenebre" di Sam Raimi. La parte finale poi, con salvataggio in extremis della moglie con prole al seguito dalle malintenzionate manifestazioni fantasmatiche, è un campionario dello stereotipo più vieto e il definitivo trionfo del déjà-vu.

Il tutto è completato da buoni effetti speciali (i soliti Nicotero & Berger) e da una sciagurata CGI sotto il livello di guardia. Kiefer Sutherland, che sembra in trasferta da un'episodio di "24", si conferma attore mediocre se non pessimo, e lo stesso può dirsi del resto del cast, ma va considerato che i dialoghi rasentano spesso l'imbarazzo e avrebbero messo in sicure difficoltà anche attori ben più dotati di quelli prescelti. Forse però Aja ha voluto lanciare una sorta di SOS che invoca a gran voce di essere decodificato: sequestrato dalla 20th Century Fox e costretto a sfornare insulsi remake, con questo "Mirrors" vuole dirci che il suo cinema è ormai costretto ad essere il pallido riflesso di quello che potrebbe essere.


02/10/2008

Cast e credits

cast:
Kiefer Sutherland, Cameron Boyce, Mary Beth Peil, Amy Smart, Paula Patton


regia:
Alexandre Aja


titolo originale:
Mirrors


distribuzione:
20th Century Fox


durata:
110'


produzione:
Usa


sceneggiatura:
Alexandre Aja, Gregory Levasseur


fotografia:
Maxime Alexandre


scenografie:
Joseph C.Nemec


montaggio:
Baxter


costumi:
Michael Dennison, Ellen Mirojinick


musiche:
Javier Navarrete


Trama
Un ex poliziotto, custode in un grande magazzino, scopre che l'edificio è infestato
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