Nel cinema di Micheal Mann ciascuno prima sceglie la propria via e poi ne deve pagare le conseguenze. È fatale.
Affrontando il personaggio di John Dillinger (interpretato da un ottimo Johnny Depp, maturo, e ripulito dai tic della sua mimica), nemico pubblico numero uno secondo J. Edgar Hoover, direttore del Bureau of Investigation, il regista di Chicago ricostruisce perfettamente l'atmosfera dell'America anni 30, non perdendo un grammo della propria poetica, ma anzi investendola pienamente nei lati della storia più vicini al suo modo di fare cinema. In un'operazione che si pone in maniera speculare a quella di Andrew Dominik e del suo recupero malickiano dell'altrettanto mitica figura di Jesse James (entrambi antieroi di due momenti di passaggio, di frontiera), Mann tratta l'epoca d'oro dei fuorilegge e del gangster movie con l'algida immediatezza del digitale, provocando una violenta vertigine mortifera che si contrappone al vitalismo a perdere delle vicende di Dillinger e soci.
"Nemico pubblico" è ovviamente segnato dalla figura del proprio protagonista: astuto rapinatore di banche, ma soprattutto leggenda "bigger than life", tanto che negli anni della Grande Depressione sembrava quasi un Robin Hood moderno. Mann non vuole cantarne il mito, sarebbe anche troppo facile; Dillinger, per quanto possa apparire affascinante e per quanto il suo comportamento sembri seguire un codice, è un gangster, e i buoni stanno da un'altra parte. Forse.
L'(anti)eroe e la sua nemesi (il segugio Melvin Purvis, presentatoci alla grande, quando ammazza in un frutteto Pretty Boy Floyd) corrono su binari paralleli, sono persone che rimangono sole coi propri dubbi, fermate a un passo dal raggiungimento dei propri obiettivi (il classico "ultimo colpo" per Dillinger, essere il primo a beccare il nemico pubblico n.1 per Purvis). Stavolta il cortocircuito manniano propende dalla parte di Dillinger, poiché Purvis (un Bale perfettamente ingessato), di certo non malefico, è troppo pulito e imbalsamato per poter competere col carisma da ribelle senza causa di John. Lo scarto è prodotto poi dall'aura romantica del primo e dal freddo controllo del secondo: il loro duello a distanza (al contrario di quanto succede in "Heat - La sfida" non vi sarà mai un reale "faccia a faccia") è quello del Sistema che tenta di eliminare con ogni mezzo a sua disposizione un'anomalia, una scoria impazzita di un mondo che si vuole lasciare alle spalle. La fine è nota.
cast:
Johnny Depp, Christian Bale, Marion Cotillard, Jason Clarke, Billy Crudup
regia:
Michael Mann
titolo originale:
Public Enemies
distribuzione:
Universal Pictures
durata:
140'
sceneggiatura:
Michael Mann; Ann Biderman; Ronan Bennett
fotografia:
Dante Spinotti
scenografie:
Nathan Crowley
montaggio:
Paul Rubell; Jeffrey Ford
costumi:
Colleen Atwood
musiche:
Elliot Goldenthal