Esistono ancora le streghe nel mondo contemporaneo?
Un mistero aleggia sulla valle del Rodano sin dalle prime inquadrature. Uno sguardo fantasmatico percorre a volo d’uccello la geografia delle Alpi francesi, in un’apparente calma e tranquillità. Ma la colonna sonora fraseggia con lo scorrere dei maestosi campi lunghi, a sottolineare una sensazione di disagio che lo spettatore sente sulla pelle. L’elemento acquatico è immediatamente messo al centro della narrazione, facendo cominciare la storia all’interno di una piscina. "Les Cinq Diables" si presenta come un tipico melodramma dai toni minimalisti, ma nasconde sottopelle un’anima fantasy – e a tratti orrorifica – che innerva la messa in scena di una poesia visiva tanto semplice e quotidiana, quanto stratificata e universale.
Léa Mysius, già sceneggiatrice per alcuni importanti autori francesi contemporanei ("I fantasmi d'Ismael" e "Roubaix, una luce nell'ombra" di Arnaud Desplechin, "Parigi, 13Arr." di Jacques Audiard e "Stars at Noon - Stelle a mezzogiorno" di Claire Denis, tra gli altri), al suo secondo lungometraggio (dopo alcuni cortometraggi e l’esordio con "Ava" del 2017) ci offre una sceneggiatura densa, complessa, piena di elementi e sottotrame, cercando di leggere un tema centrale dell’attualità culturale (la "questione" queer nello specifico, ma in generale quella dei diritti civili) attraverso un’iconografia che scava immediatamente un sostrato storico-sociologico in cui inscrivere i corpi messi in scena. Non è un caso, infatti, che Joanne, omosessuale repressa dalle pressioni paterne prima e sociali poi e perciò intrappolata in un matrimonio a lei alieno, sia interpretata da Adèle Exarchopoulos, protagonista omonima di "La vita di Adele", in cui il suo personaggio ha il medesimo orientamento sessuale. Ma non è un caso nemmeno che sia Vicky (Sally Dramé) che Julia (Swala Emati), rispettivamente figlia e cognata di Joanne, siano interpretate da attrici nere: se da un lato la bambina è continuamente oggetto delle vessazioni dei compagni di scuola a causa delle sue capacità fuori dal comune, dall’altro Julia è stata letteralmente esiliata dalla comunità in cui viveva a causa della sua "diversità".
La simbologia è pervasiva nella narrazione, andando a visualizzare un immaginario di riferimento facilmente afferrabile dallo spettatore. Si veda in particolare l’acqua messa a confronto con il fuoco, due elementi tradizionalmente in antitesi, ma che in questo caso raggiungono una perfetta sintesi. Se infatti Joanne rappresenta l’acqua (lavora in piscina, fa continue nuotate nel lago), Julia invece, a causa dell’incendio da lei involontariamente appiccato anni prima, rappresenta il fuoco – da notare l’evidente associazione tra quest’elemento e il rogo su cui venivano condannati i reati di stregoneria. Le loro individualità, sia a livello esistenziale che in virtù della simbologia di riferimento, sembrano non poter convivere, ma nel finale raggiungono l’equilibrio. Julia tenta il suicidio nel fiume dove tutti i giorni Joanne va a nuotare, ma viene soccorsa proprio da quest’ultima, che la salva dall’ipotermia scaldandola attraverso il suo corpo: mentre Julia si raffredda, Joanne si riscalda, e dal contatto tra i loro corpi si giunge a una termoregolazione simbolica che ripristina i baricentri identitari.
"Les Cinq Diables" resta un film con una sceneggiatura che accumula troppi elementi e sottotrame, lasciando molto al non detto. Ma è anche un film capace di ammaliare col fascino di una poesia visiva al servizio di una storia da sempre (e per sempre) contemporanea. La donna - intesa come genere femminile - col suo corpo vessato, umiliato e reso mero oggetto di cui godere o, alternativamente, da condannare perché libero e dunque minaccioso, in "Les Cinq Diables" è ammantata di una simbologia che, con il suo portato culturale (la donna come strega), dovrebbe condannarla ma che al contrario diventa lo strumento stesso del riscatto: delle donne, dei loro corpi, in tutte le loro espressioni.
cast:
Adèle Exarchopoulos, Sally Dramé, Swala Emati, Moustapha Mbengue, Daphné Patakia, Patrick Bouchitey
regia:
Léa Mysius
titolo originale:
Les Cinq Diables
distribuzione:
MUBI
durata:
103'
produzione:
Trois Brigands Productions, F comme Film
sceneggiatura:
Léa Mysius, Paul Guilhaume
fotografia:
Paul Guilhaume
scenografie:
Esther Mysius
montaggio:
Marie Loustalot
costumi:
Rachel Raoult
musiche:
Florencia Di Concilio