Dopo aver raccontato la frontiera Western in "I fratelli Sisters", Jacques Audiard in "Parigi, 13 Arr", in concorso al 74esimo Festival di Cannes, adatta quattro storie del fumettista Adrian Tomine e intreccia le vicende di tre personaggi: Emilie, cinese di seconda generazione; Camille, un uomo afrodiscendente accolto dalla ragazza nel proprio appartamento; Nora, impegnata nel settore commerciale ma arrivata a Parigi per lasciarsi alle spalle il suo passato e cominciare l'università in legge.
Les olympiades, il titolo originale, è il nome con cui è comunemente chiamato il 13° arrondissement di di Parigi, abitato da una nutrita comunità cinese, a pochi passi dai quartieri bene della rive gauche.
Se l’ambientazione potrebbe collocare "Parigi, 13 Arr" nella tradizione del cinema francese delle banlieue, Audiard da questo prende le distanze: l’incipit propone una panoramica sullo skyline della zona, ma poi la narrazione si chiude in interni, per raccontare "piccole" storie private, la quotidianità dei protagonisti tra problemi affettivi e lavorativi. Anche il ricorso al bianco e nero, più che rievocare "L'odio", sembra riallacciarsi ad una certa tendenza recente del filone "adolescenziale-sentimentale", da "Frances Ha" a "Malcom & Marie".
La sfera etnica o razziale resta in sottotraccia, a evidenziare le identità precarie dei personaggi, che li accomunano a tutti quelli del cinema del regista, dall'inetto che riesce a passare da eroe della Resistenza in "Un heros tres discret", all'eredità paterna per i Sisters.
Emilie mescola il francese al cinese che parla con i parenti, tra cui un'anziana donna con l'Alzheimer che non la riconosce. Camille (il cui nome confonde Emilie che credeva di condividere l'appartamento con una donna) naviga tra lo studio per il dottorato in lettere, mille relazioni e i problemi familiari. Nora viene scambiata per una camgirl di chat erotiche, subendo la gogna sociale e social. L'universo dei social network digitali inserisce le vicende nella stretta contemporaneità, ma questi non è ritratto moralisticamente solo nei suoi effetti negativi; anzi viene messo in luce quanto possano essere utili per conoscersi la prima volta, continuare a tenere i rapporti aperti. Così, nel coming of age, verso una sempre maggiore precarietà esistenziale, nel loro percorso di iniziazione soprattutto sessuale, i protagonisti mescolano i corpi, le etnie, l'identità di genere, ribadendo il loro essere semplicemente giovani, al di là delle etichette.
In questa rappresentazione di una identità in divenire risulta allora fondamentale la collaborazione in fase di sceneggiatura con Céline Sciamma, che ha costruito su questo aspetto la sua intera filmografia, da "Naissance de Pieuvres" a "Ritratto della giovane in fiamme". L'approccio della cineasta sembra qui influenzare lo stesso Audiard, il quale ibrida il suo stile crudo con uno più intimo, intervallando parentesi poetiche e romantiche.
La macchina da presa si sofferma soprattutto sui primi piani dei personaggi per separarli dal contesto, scelta di messa in quadro tipica del regista; come anche i bruschi movimenti di macchina e i tagli di montaggio che trasmettono la precarietà della situazione.
Ruolo centrale lo gioca la componente sonora: la musica elettronica risuona dalla prima sequenza e funge da immersione in questo microcosmo. Sono poi ricorrenti le scene ambientate in discoteca (come in "Sulle mie labbra" ,"Un sapore di ruggine e ossa"): il ballo sotto martellanti beats costituisce momento privilegiato per far emergere tutti i battiti del (loro) cuore.
Dall'incontro tra queste due visioni autoriali nasce in definitiva un film commovente e a tratti ironico, nell'inedita confezione della rom-com (tanto per Audiard quanto per Sciamma). Uno spaccato generazionale lucido sul cammino ancora lungo e faticoso verso la scoperta e l'accettazione di sé, destinato al finale aperto.
cast:
Lucie Zhang, Makita Samba, Noémie Merlant, Jehnny Beth
regia:
Jacques Audiard
titolo originale:
Les Olympiades
distribuzione:
Europictures
durata:
115'
produzione:
Page 114 Playtime, Memento Films, Canal+, Cine+, France 2 Cinema, Cofinova
sceneggiatura:
Jacques Audiard, Céline Sciamma, Léa Mysius
fotografia:
Paul Guilhaume
scenografie:
Mila Preli
montaggio:
Juliette Welfling
costumi:
Virginie Montel
musiche:
Rone