Nel gennaio 2003 la Warner Bros. affidò a Christopher Nolan la direzione di un progetto su Batman, a partire dal soggetto di David S. Goyer. Il regista britannico e lo sceneggiatore, col quale collaborerà anche per i due sequel ("The Dark Knight" e "The Dark Knight Rises"), decisero che il reboot doveva tagliare i ponti con il passato cinematografico dell'uomo pipistrello ed essere qualcosa di completamente diverso sia dal gotico-grottesco di Burton che dalle baracconate colorate di Schumacher.
L'operazione era delicata e i fans di Batman non potevano che trattenere il respiro: Nolan aveva realizzato soltanto thriller-noir, lontanissimi dal sottogenere del comic-movie e, dopo il disastroso "Batman & Robin", erano stati numerosi i progetti naufragati tra cui anche la trasposizione di "Batman: Anno Uno", celebre graphic novel di Miller e Mazzucchelli. Eppure la risposta che darà l'autore di "Memento" metterà d'accordo tutti.
Partendo dal presupposto che Batman è un uomo senza superpoteri e che per battersi contro il crimine usa il suo ingegno e le risorse della sua straordinaria ricchezza, Nolan costruisce intorno al crociato di Gotham un contesto verosimile entro cui muoversi. Appropriandosi, insieme a Goyer, non di un albo particolare ma d'una fetta dell'immaginario di Batman, il regista si concentra sulle fondamenta del mito, letteralmente su come tutto ebbe inizio.[1] Così, vediamo il piccolo Bruce giocare insieme a Rachel (figlia della domestica di Villa Wayne) e, cadendo in una sorta di pozzo coperto, fare la scoperta di una caverna abitata solo da pipistrelli che lo terrorizzeranno.
Bruce Wayne cresce ossessionato dalla morte dei propri genitori e con un fondo di impotenza e senso di colpa che sfocia in rabbia e sete di vendetta. Un circolo vizioso di sentimenti ben reso dall'interpretazione di Christian Bale che si adopera per far sembrare umanissime e vicine le nevrosi del giovane.
Dopo non essere riuscito a uccidere Joe Chill, il criminale che aveva assassinato i suoi genitori, perché preceduto da un sicario della mafia, Bruce decide di abbandonare Gotham: vive come un vagabondo, si nasconde come un ladro e si ritrova in una prigione cinese, dove viene tirato fuori da Henry Ducard (Liam Neeson, in versione mefistofelica), luogotenente di Ra's al Ghul capo della Setta delle Ombre. Qui inizia il suo addestramento: la cieca rabbia del giovane Wayne viene indirizzata verso uno scopo, la sottile psicopatia che lo agita assorbita da un contesto (la Setta) che rispecchia e amplia le sue ossessioni. Bruce rimane però attaccato a un senso di superiorità morale (e sarà per questo deriso dal suo avversario complementare, Joker) che non gli fa valicare la linea che separa gli eroi dai cattivi. La sua anima rimane integra perché è in un limbo, disperatamente aggrappato a un codice tutto suo.
Nolan si circonda di una squadra di attori di talento e mestiere che ritorneranno nel prosieguo della trilogia e in altri suoi progetti (emblematico il caso di Caine, sorto a suo attore feticcio). Gary Oldman è un Gordon ancora tenente ma già sfiduciato da una città che sembra senza speranza: l'attore dà del personaggio un'interpretazione misurata e avrà una crescente importanza nei capitoli successivi della saga; Micheal Caine è l'affettuoso Alfred, l'anziano maggiordomo che ha cresciuto il signorino Wayne e che lo asseconda nelle sue ossessioni, sperando in un futuro in cui Bruce non avrà bisogno dell'uomo pipistrello; Cillian Murphy e Liam Neeson sono i due villain, lo psicopatico Jonathan Crane/Spaventapasseri e l'inflessibile capo della Setta delle Ombre, Ra's al Ghul, deciso a distruggere Gotham City, centro e simbolo della corruzione del nostro tempo. Tra i comprimari di Christian Bale, gli unici attori americani sono Katie Holmes che veste i panni di Rachel Dawes, il grande amore di Bruce (e personaggio creato ad hoc per il film), che sfoggia l'intero repertorio delle smorfie di Joey Potter, e Morgan Freeman che regala a Lucius Fox la sua ironia e il suo fare sornione, oltre a tutti gli accessori che servono a un eroe senza superpoteri (l'armatura in kevlar, la batmobile, il mantello).
Wally Pfister passa dai connotati freddi delle montagne tibetane alla cupezza di Gotham City: il lavoro scenografico è notevole, perché coniuga le guglie gotiche da dove iniziano le notturne sortite di Batman allo skyline di una metropoli contemporanea; questa dualità si perderà in favore di un set urbano reale (Chicago ne "Il cavaliere oscuro" e New York ne "Il cavaliere oscuro - Il ritorno"). L'oscurità, l'atmosfera opprimente, la seriosità del contesto sono stati spesso criticati come eccessi e vezzi autoriali di Nolan. Si deve invece affermare che sono state le carte vincenti della sua saga, tanto che tutti i cine-comic a venire cercheranno di imitarne l'approccio alla materia senza eguagliarne mai i risultati (si pensi soltanto al recente "The Amazing Spiderman").
"Batman Begins" - insieme allo "Spider-Man 2" di Raimi - ha traghettato l'universo dei supereroi cinematografici in quell'adulthood che i fumetti avevano già raggiunto un paio di decenni prima.
[1] Stando agli autori gli albi che hanno fornito maggiori spunti sono "The Man Who Falls" di O'Neal, il già citato "Year One" di Miller e Mazzucchelli e "The Long Halloween" di Loeb e Sale.
cast:
Michael Caine, Cillian Murphy, Liam Neeson, Morgan Freeman, Katie Holmes, Tom Wilkinson, Rutger Hauer, Gary Oldman, Christian Bale
regia:
Christopher Nolan
distribuzione:
Warner Bros
durata:
134'
sceneggiatura:
Christopher Nolan, David S. Goyer
fotografia:
Wally Pfister
scenografie:
Nathan Crowley
montaggio:
Lee Smith
costumi:
Lindy Hemming
musiche:
James Newton Howard, Hans Zimmer