Debitamente pompati come manzi sotto anabolizzanti ormonali, Zach Efron, Jeremy Allen White e Harris Dickinson sono i fratelli Von Erich, dinastia di wrestler al disperato tentativo di conquista dei leggendari titoli del wrestling americano anni 80. Felicità, gioventù, piedi, spalle, e finanche le vite, sono invece quello che i tre sacrificheranno per raggiungere il sogno americano e quello di un padre padrone e insoddisfatto (Holt McCallany).
L' iron claw, la mossa di lotta che intitola la terza pellicola del regista indipendente Sean Durkin, è infatti la firma da combattente del capofamiglia Fritz Von Erich. Una morsa esercitata con la mano per finire rivali e combattimenti, non riuscendo però mai a conseguire il titolo dei pesi massimi di wrestling. Il vecchio wrestler proietta dunque il suo sogno sui tre figli, favorendo a turno quello più vicino al conseguimento dell’agognato traguardo. L’artiglio d’acciaio è quindi quello che attanaglia i figli del vecchio combattente (Kevin, Kerry e David Von Erich) tirandoli giù in un vortice autodistruttivo e ossessivo che li porterà a sacrificare tutto. Va da sé, se il padre è ossessionato dalla conquista del titolo di Heavyweight World Champion, i figli lo sono dall’ottenimento dell’inarrivabile approvazione e dell’amore di questi.
“The Warrior – The Iron Claw” è una storia di carne, prestata e deformata da chili di muscoli da due interpreti fenomenali quali Jeremy Allen White, all’ennesima conferma di una carriera ancora giovane ma già prestigiosa, e Zach Efron, incredibilmente a suo agio in un ruolo che trasuda dramma interiore e tenerezza. Carne offerta al macello da un patriarca duro e ottuso, interpretato con straordinaria autoritarietà e un inamovibile grugno da Holt McCallany. Se quella che vediamo nel film è quasi addirittura un’edulcorazione, o perlomeno una riduzione, delle vere tragedie vissute dalla dinastia, questo non risparmia allo spettatore nulla dello stress fisico a cui vengono sottoposti i ragazzi, fino alla perdita di articolazioni e arti.
“The Warrior – The Iron Claw” è però anche una storia di fratellanza. Non a caso, e non soltanto per la sua patina indie, un chiaro punto di riferimento che viene immancabilmente in mente alla sua visione, oltre che il più ovvio “The Wrestler”, è “Il giardino delle vergini suicide”. Alle pudiche sorelle della Coppola si sostituiscono tre ammassi di muscoli, ma il riparo che la fratellanza offre loro dalle terrificanti ingerenze dei genitori è lo stesso. Così come la carica drammatica che pervade la scena onirica della pellicola in cui si reincontrano, finalmente risollevati, i fratelli che per le ossessioni del padre hanno perso addirittura la vita. È qui che, con una fotografia malickiana e movimenti di camera sinuosi, Durkin costruisce uno dei frangenti più toccanti del cinema recente. Le donne non sono però assenti del tutto, in questo film di giovani virgulti. Sono poche, soltanto due, ma segnano una dicotomia importante. Formata da una parte dalla madre dei Von Erich (Maura Tierney), una figura succube e a tratti anche connivente, e dall’altra da Pam (Lily James), la moglie di Kevin, una ragazza forte, dallo spirito indipendente e pertanto salvifica.
“The Warrior – The Iron Claw” vede senz’altro la sua forza più importante nelle riprese dei corpi, stretti nelle inquadrature in ogni unto dettaglio, nella performance degli attori e nella maniera in cui sono stati diretti. Si tratta però anche di un ritratto efficace e malinconico del wrestling che fu, mediante anche una grande cura delle coreografie dei combattimenti, e di un’America (in un certo qual modo) ancora un po’ innocente. La fotografia di Mátyás Erdély immerge il Texas anni 80 in un meraviglioso bagno d’oro. La cura dei costumi, fuori e dentro il ring, è eccellente, così come quella degli interni d’epoca; mentre Richard Reed Parry degli Arcade Fire spolvera ulteriore malinconia con una colonna sonora in punta di piedi, che sa però calcare la mano quando il dramma incombe. A rendere il film anche un oggetto per fan del wrestling ci sono poi i cameo direttamente da quel mondo, le apparizioni dunque dei vari Chavo Guerrero Jr., Ryan Nemeth e Maxwell Jacob Friedman.
Prodotto da una A24 ineditamente lontana dai suoi stilemi, “The Warrior – The Iron Claw” è un film che funziona alla perfezione in ciascuno dei suoi aspetti, quelli tecnici quanto quelli artistici. Offre inoltre al biopic più tradizionale una serie di angolazioni autoriali e una visione che sovente mancano al genere didascalico di tutti. Certo, non si tratta di un’opera sovversiva come i recenti “Oppenheimer” e “Blonde”, ma di una variazione su tema rinfrescante, vivida e personale. Il tutto senza mancare mai il colpo dell’emozione, stringendo lo spettatore in una morsa d’acciaio che costringe a una resa densa di lacrime ed empatia.
cast:
Holt McCallany, Harris Dickinson, Jeremy Allen White, Zac Efron
regia:
Sean Durkin
titolo originale:
The Iron Claw
distribuzione:
Eagle Pictures
durata:
132'
produzione:
A24, BBC Films, Access Entertainment, House Productions
sceneggiatura:
Sean Durkin
fotografia:
Mátyás Erdély
scenografie:
Sammi Wallschlaeger
montaggio:
Matthew Hannam
costumi:
Jennifer Starzyk
musiche:
Richard Reed Parry