Nella nostra esperienza cinefila, i mesi estivi sono sempre stati quelli più intensi per il videoregistratore di casa. Certo, ora pensare di utilizzare una vecchia videocassetta per imprimerci sopra le immagini di un film pare un anacronismo beffardo, ma, in un modo o nell'altro, la tv continua a regalarci delle piacevoli occasioni per recuperare pellicole che, anche se recuperabili in altri modi, lasceremmo pigramente nell’elenco delle "cose da vedere, prima o poi".
Lunedì 17 giugnoEcco perché cominciamo la settimana con due consigli "di nicchia" per allietare la vostra prima serata. Da una parte c'è
La notte dell'aquila (21.10, Italia7 Gold), l'ultimo film diretto da John Sturges, certo non riuscito e famoso quanto i suoi western degli anni 50. Ma, a cavallo tra il puro genere di guerra e un'avventura virile dominata da volti celebri come Michael Caine e Donald Sutherland, c'è comunque tempo per riflettere in modo non pedante sugli effetti nefasti del conflitto mondiale nell'animo delle persone. Dall'altra parte, invece, abbiamo
Ucciderò Willie Kid (21.15, RaiMovie), una struggente ballata di indefinibile fascino diretta da Abraham Polonski. Nella dolente cavalcata di Robert Redford all'inseguimento del pellerossa assassino c'è un insieme di elementi presi a prestito da ogni filone western: da quello più classico a quello più decadente e disincantato.
In seconda serata, poi, per un'immersione folle nella mancanza di senso del quotidiano, quale titolo migliore di
Burn After Reading - A prova di spia (23.10, Iris), film dei fratelli Coen assolutamente da riconsiderare per la sua lucida e totale sfiducia verso il presente: una sarabanda del niente, dove succede tutto per nulla. Il caso e l'equivoco sono sempre state le ossessioni dei fratelli di Minneapolis, ma in questa commedia la loro poetica raggiunge livelli di disincanto mai toccati prima.
Martedì 18 giugnoIl palinsesto serale offre solo star e leggende americane. A cominciare dal dimenticato
Filo da torcere (21.10, Italia7 Gold) di James Fargo, un cineasta che riplasmò con questo titolo il personaggio abituale di Clint Eastwood. Abbandonando ruoli da pistolero silenzioso o poliziotto implacabile, Clint si cimenta in un ruolo pieno di verve comica. Molto più cupa è l'alternativa, che tutti conoscerete:
L'esorcista (21.10, Italia 1), il mitico film di William Friedkin. Il successo dell'opera fu talmente schiacciante da offuscare una carriera comunque straordinaria del suo autore. Inutile dare una concisa critica cinematografica: resta, comunque lo si voglia leggere, un caposaldo di quella cultura popolare che incontra nel buio della sala le doti di grande autore di un maestro della messa in scena come Friedkin.
Ma non è da meno, quanto a classe e talento, quel Michael Mann che dirige il primo adattamento dalle opere letterarie di Thomas Harris. Ne viene fuori
Manhunter - Frammenti di un omicidio (23.05, Rai4), inquietante incubo metropolitano che ritrae il percorso di un investigatore verso la soluzione di un caso di sangue. Dietro le indagini di Will Graham c'è la figura di Hannibal Lecter, qui interpretato da Brian Cox. Ma per Mann non è lo psichiatra genio e cannibale il fulcro della narrazione, è invece l'impervia strada verso la verità cui il detective deve giungere. Per chi conoscesse a memoria il capolavoro di Mann, segnaliamo anche
Frequency - Il futuro è in ascolto (23.35, Rete 4), pellicola del 2000 che omaggia in modo forse anche troppo smaccato la cinematografia di genere di serie B, attraverso una rivisitazione in chiave malinconica del luogo comune dei viaggi nel tempo. Gregory Hoblit, il regista, è quello di "Schegge di paura", il suo lungometraggio di esordio, e conferma anche qui una certa predisposizione a curare le interazioni tra i personaggi. Per una visione notturna al riparo dal caldo di giugno, è più che sufficiente.
Mercoledì 19 giugnoLa serata di metà settimana si apre con un piccolo classico:
Dietro la maschera (21.15, RaiMovie), di Peter Bogdanovich, uno dei moschettieri di punta della New Hollywood con il pallino dei
teenage movie. Lo è anche questo suo lavoro della metà degli anni 80, dato che, evitando ogni forma di facile sentimentalismo, racconta soprattutto l'adolescenza in tutte le sue ordinarie sfaccettature di Rocky, il protagonista. Che egli soffra di leontiasi è solo uno degli elementi in elenco.
Se invece optate per una seconda serata davanti allo schermo, allora le possibilità sono due. Innanzi tutto c'è
L'esercito delle 12 scimmie (23.05, Iris), un ambizioso e magniloquente ritratto di un'umanità in sfacelo attraverso la lente d'ingrandimento del genio assoluto di Terry Gilliam, che torna alla fantascienza apocalittica un decennio dopo la sua pietra miliare "Brazil". Stavolta, però, non è una profezia al centro del film, ma quel disastro tecnologico, che nel film con Jonathan Pryce era solo annunciato, si è già verificato. E le inquadrature deformanti dell'ex Monty Python sono perfette per dare vita e inquietudine agli effetti speciali. Forse sarà una visione meno dirompente, ma è da ricordare anche
Tutto in una notte (23.15, RaiMovie) di John Landis. Molti lo vedono come il fratello minore dello scorsesiano "Fuori orario". Ma qui la frenesia della società contemporanea, messa in scena in una storia che va dal tramonto all'alba, assume i connotati propri del cinema del regista di "The Blues Brothers": la situazione è grave, ma non seria. E l'unico modo per arrivare sani e salvi alla fine della nottata è solo attraverso un'esorcizzante, gigantesca risata.
Giovedì 20 giugnoSerata senza particolari appuntamenti, quella di giovedì. E allora ci divertiamo a segnalare due titoli che su una guida di una webzine che si rispetti, forse, non troverebbero mai posto: uno è il secondo capitolo della saga più volgare e squinternata che il cinema americano abbia partorito,
American Pie 2 (21.10, Mediaset Italia2), diretto da James B. Rogers. Senza perdere inutile tempo a disquisire se possa essere il titolo più "presentabile" della serie, vale la pena però ricordare che i momenti comici sono congegnati a dovere, che alcune scene cult difficilmente passano inosservate e che il trio di giovani protagonisti funziona a meraviglia. Tornando in Italia segnaliamo invece
Mi piace lavorare - Mobbing (22.20, La 7), insolita regia di Francesca Comencini, stavolta a suo agio con un registro più sommesso e sotto traccia. Il film, interpretato da Nicoletta Braschi, pur con tutti i difetti di un cinema che non rinuncia alla definizione più scontata di "popolare", regala alcune scene sincere ed emozionanti su uno dei drammi del mondo del lavoro più veri e anche più silenziosi.
Venerdì 21 giugnoEntriamo nel weekend e l'offerta cinematografica sul piccolo schermo aumenta, al punto che dobbiamo selezionare attentamente i pochi titoli da proporvi. In prima serata, possiamo cominciare dall'indimenticabile
Corvo rosso non avrai il mio scalpo (21.10, Italia7 Gold), pellicola fra le più famose dirette da Sydney Pollack. Nella storia di Jeremiah Johnson e della sua fuga dalla guerra e dalla civiltà, c'è una poetica antiretorica sull'incontro con la tradizione indiana, restia ad entrare in contatto con la modernità. E la regia classica di Pollack trova la sua sublimazione fra le montagne innevate dello Utah. Vi sorprenderà la nostra successiva proposta:
Questa storia qua (21.10, La 7d) è il documentario che Alessandro Parisi e Sibylle Righetti hanno realizzato sul lato più intimo e privato di Vasco Rossi. Tralasciando la domanda di rito se siate o meno fan del Blasco, il film vale la visione per la sua maturità nel non cadere in facili trappole che inseguono il divismo e i luoghi comuni di un personaggio pubblico di cui, pare, sia già stato detto tutto. E se invece siete degli abitudinari che guardano distrattamente la tv mentre cenano, potete sempre rifugiarvi sulla rete ammiraglia di Mamma Rai e gustarvi le battute più riuscite de
Il pranzo della domenica (21.20, Rai1), opera di Carlo Vanzina che fin troppo spudoratamente omaggia il cinema di papà Steno e di tutto quel filone della commedia all'italiana che giocava la sua partita seduta a una tavola imbandita. Il gotha del cinema italiano si riunisce per questo pranzo dove, con la loro solita accetta che taglia la realtà senza sfumature, i fratelli romani si divertono a trovare posto a diversi tipi di italiano medio.
Siamo ancora qui a celebrare la grandezza di John Carpenter e del suo cinema. E a rimpiangere quanti onori avrebbe meritato di ricevere e invece non ha avuto. E tanto per aumentare questi rimpianti, possiamo andare a rivedere
1997: fuga da New York (22.50, Iris), il suo capolavoro del 1981 che profetizza un'America in preda alla paura e alla follia collettiva e lo fa mettendo in scena un western metropolitano lugubre eppure così pieno di luce. Luce che proviene dalle trovate disseminate lungo il film, un vero e proprio manuale di regia creativa, con cui il cineasta statunitense, ancora una volta rifiutando gli schemi rigidi dell'industria hollywoodiana, dimostra tutto il suo gusto nel riprendere città ed esseri umani devastati nel corpo e nell'anima. Di parte ma non ideologico, politico ma non retorico, oltre che cinematograficamente straziante. Definiamo così l'assoluto capolavoro di Gillo Pontecorvo,
La battaglia di Algeri (23.00, RaiMovie). Un manifesto di solidarietà verso la resistenza algerina che combatté contro il colonialismo francese, ma che viene messo in scena senza rinnegare una severa etica artistica: il film non colpisce mai lo spettatore a tradimento, racconta di una storia che ha un sapore di avventura quasi "salgariano" e prende la sua dura posizione contro le forze di occupazione attraverso una sequela di scene dal tasso emotivo quasi insostenibile. Ci sbilanciamo: è il titolo più prezioso della settimana televisiva.
Sabato 22 giugnoSedetevi comodi e preparatevi a gustare un po' del meglio della Hollywood del tempo passato. Da una parte c'è
Via col vento (21.10, Canale 5), il mastodontico melodramma di Victor Fleming che narra dei tormenti della bella Rossella sullo sfondo della guerra civile e che passa alla storia, non solo del cinema, per la sua smisurata portata, dalla durata ai costi dell'opera, fino al numero di Oscar vinti. Dall'altra parte c'è
Come rubare un milione di dollari e vivere felici (21.10, Cielo), deliziosa commedia degli equivoci in mano a quel William Wyler che, con "Ben-Hur", fu capace di vincere undici Oscar in un colpo solo, oltre che il terzo come miglior regista della sua brillante carriera. Nel film in questione, però, la grandezza e i fasti sono lasciati da parte per dirigere una commedia "da camera" affidata agli scambi veloci Hepburn-O'Toole. E se invece è l'esotismo la vostra preferenza per il sabato sera, potete optare per
È tempo di sognare (21.10, Rai Movie), prodotto di Bollywood che ripete l'ossessione del cinema indiano: il cinema stesso, l'autocelebrazione della Settima Arte.
In seconda serata non va meno bene.
The Truman Show (22.45, Rai4) resta uno dei migliori film di Peter Weir, un incubo sotto la luce del sole che anticipa la fame da reality show che affliggerà la televisione occidentale nel decennio successivo. Weir sceglie il registro del paradosso estremo, della satira tragica. E, con grande acume, affida alla faccia comica di Jim Carrey il fardello del ruolo di vittima sacrificale. Vinse invece il Leone d'oro a Venezia Mike Leigh con il suo
Il segreto di Vera Drake (23.45, La 7d), opera-ritratto di una donna normale, all'interno di una società normale. Ma la donna procura aborti e l'aborto è un reato. Ed ecco che ancora una volta il cineasta britannico scrive con delicatezza un nuovo capitolo delle incongruenze di una comunità evoluta. E lo fa attraverso l'interpretazione straordinaria di Imelda Staunton.
Domenica 23 giugnoSempre a un passo dal "dire troppo", Jim Sheridan è comunque autore sensibile e necessario per come ha portato nell'industria del cinema la causa irlandese. Il suo
Brothers (21.05, Rai 3) non è esente da tutti i difetti soliti. Resta però una convinta interpretazione del tris di attori che animano questo dramma familiare. Anche l'altro titolo della prima serata non convince del tutto, ma lo segnaliamo per la sua invisibilità: merita comunque uno sguardo questo
Senza via di scampo (21.30, La 7), diretto con sicurezza e senza particolari scossoni da Roger Donaldson. È un thriller che va a inserirsi in quell'usurato filone dei colpi di scena dentro i corpi armati, con intrighi che vanno a toccare la sfera politica e che, come al solito, non lasciano fuori dal caos neanche i risvolti sessuali. Anche qui, scontro a due fra divi: Gene Hackman contro Kevin Costner.
In seconda serata, prima di ricominciare un'afosa settimana di fine giugno, segnaliamo il documentario di Daniele Vicari
La nave dolce (23.15, Rai 3), tutto girato su materiale d'archivio attraverso le immagini dei giornalisti e degli operatori che osservavano dalla terraferma l'arrivo di un carico di umanità alla ricerca di una speranza poi tradita. E chiudiamo in bellezza con la calligrafia curatissima di Stephen Frears e del suo
Le relazioni pericolose (23.25, Iris), singolar tenzone tra una nobildonna e un libertino messi in scena dalla regia "letteraria" dell'autore inglese. È il primo lavoro di Frears a Hollywood, quando ancora il suo gusto per la contaminazione fra narrazione cinematografica e letteratura non aveva subito i colpi del tempo.