La prima settimana di luglio moltiplica l'offerta televisiva. Complici i programmi delle reti generaliste che vanno in vacanza, la stagione sportiva che si concede una pausa e il vuoto creativo degli addetti ai palinsesti, grandi e piccole opere cinematografiche vengono buttate nel calderone del tubo catodico come "riempitivi" senza alcuna pretesa. Buon per noi che di questi "riempitivi" non ci stanchiamo mai.
Lunedì 1 luglio
Iniziamo con una prima serata western. Il film della serata è senza dubbio La ballata di Cable Hogue (21.15, RaiMovie), dolente cavalcata decadente di Sam Peckinpah attraverso la frontiera occidentale. Non certo l'esempio migliore della concezione disincantata del West da parte del grande cineasta americano, ma comunque ennesimo esempio della sua storica contrapposizione fra tradizione e progresso.
Sul tardi si può optare verso l'esperimento filologico di Gus Van Sant con il suo Psycho (23.30, Rete 4), incredibile omaggio al maestro Hitchcock. Il celebre thriller, colorato con tinte che fanno il verso ai gialli anni 50, ripercorre il film originale inquadratura per inquadratura. In alternativa suggeriamo un documentario che arriva fresco dalle sale: Noi non siamo come James Bond (23.50, Rai5), per la regia di Mario Balsamo, è passato nei cinema pochi mesi fa. È un sensibile viaggio per l'Italia a metà tra il sogno e l'elaborazione del dolore provocato dalla malattia.
Martedì 2 luglio
È una prima serata ricca, quella di martedì. C'è, ad esempio, il John Ford doc de Il grande sentiero (21.05, Iris). In piena evoluzione della sua poetica classica sul mondo del Far West, Ford si avvicina alla cultura indiana trasferendo su di essa il suo sapore epico, il suo cinema magniloquente fatto di inquadrature imponenti e scenari mozzafiato. Per chi si diverte invece a cimentarsi con titoli davvero di nicchia c'è Per piacere...non salvarmi più la vita (21.10, Italia7 Gold), diretto dal carneade Richard Benjamin, che vede in scena la strana coppia Clint Eastwood e Burt Reynolds catapultata nell'America degli anni 30 per una storia di azione giocata tutta sul fascino dell'ambientazione in costume contrapposta a un moderno adattamento del solito canovaccio della coppia dai caratteri inconciliabili. E c'è anche La nostra vita (21.15, RaiMovie) di Daniele Luchetti, la pellicola che regalò ad Elio Germano il premio di miglior attore a Cannes e che mette in scena la periferia romana con quel gusto del regista per un neo-neorealismo che butta una lente d'ingrandimento sul mondo operaio e degli ex proletari.
In seconda serata il sempreverde Maledetto il giorno che t'ho incontrato (23.20, Rete 4) di Carlo Verdone sfida La casa 2 (23.30, Rai4) di Sam Raimi. E se il primo titolo rappresenta uno dei più celebri lavori del regista romano quando ancora la sua aspirazione alla malinconia non aveva invaso eccessivamente lo schermo offuscando il suo talento comico e recitativo, il sequel (o auto remake) del primo horror ambientato nella magione desolata, conferma il genio del futuro regista di "Spider-man". Scoperto ormai il trucco, dichiarati ormai gli intenti, il secondo capitolo è una sarabanda di trovate comiche e orrorifiche giocate tutte sul divertimento nel prendere costantemente di sorpresa lo spettatore.
Mercoledì 3 luglio
Mettetevi comodi e annullate altri impegni. È stasera che troverete in tv il meglio dell'intera settimana. Si sfidano due giganti. Da una parte c'è Apocalypse Now (21.10, Rai4) di Francis Ford Coppola, il delirante adattamento all'inferno vietnamita del "Cuore di tenebra" di Conrad. Dall'altra abbiamo l'esordio dietro la macchina da presa del mai abbastanza rimpianto Sidney Lumet con La parola ai giurati (21.10, RaiMovie), il teso adattamento di uno sceneggiato tv ambientato tutto in un unico set: prova di maestri e di perizia tecnica senza precedenti all'epoca, da parte di uno dei futuri maestri dell'industria hollywoodiana.
Che grande regista John Boorman! Sottovalutato spesso e da molti, lo possiamo ammirare in tutta la sua classe in Senza un attimo di tregua (23.15, Italia7 Gold). Optando per un registro narrativo virtuoso e sconnesso, Boorman mette in scena un appassionante noir sulla disillusione di un gangster al ritorno alla vita reale. Gigantesco Lee Marvin. C'è spazio anche per un melodramma corale in seconda serata, quel Volver (23.20, Rete 4) di Pedro Almodovar, osannato qualche anno fa a Cannes e giustamente considerato uno dei più maturi film del regista spagnolo. Fin dal titolo, semplice ed evocativo, è chiaro l'intento del cineasta di avvolgere lo spettatore in una storia fatta di ricordi e riflessioni melanconiche. Indimenticabile la scena di apertura. Per telespettatori più vogliosi di risate c'è Scemo & più scemo (23.30, Italia 1), una delle più irriverenti scorribande cinematografiche dei fratelli Farrelly. Portati come nessun altro all'effetto comico estremo e senza filtri, i due registi sanno anche essere più amari di molti loro colleghi che godono di miglior fama.
Giovedì 4 luglio
Se avete impegni, invece, potete bene prenderli per questa sera. Un solo titolo da segnalare, per altro fruitore di numerosi passaggi televisivi: è La tigre e il dragone (21.15, RaiMovie) di Ang Lee. La maestria e il virtuosismo della messa in scena del regista taiwanese alle prese con la tradizione wu xia non esonera dal sottolineare l'ipocrisia di un cinema occidentale che accolse, oltre dieci anni fa, questo film come il portatore di "qualcosa di mai visto prima". Negli Stati Uniti fu pioggia di premi: come se Tsui Hark e gli altri cerimonieri delle gesta orientali non fossero mai esistiti.
Venerdì 5 luglio
Una prima serata molto intensa, quella che apre il primo weekend di luglio. Cominciamo con The Burning Plain - Il confine della solitudine (21.10, La 5), esordio alla regia per lo sceneggiatore messicano Guillermo Arriaga, storico collaboratore di Alejandro Inarritu. E anche qui, come nei suoi precedenti script, Arriaga si concentra sulle strane connessioni che uniscono diversi personaggi, tutti alla ricerca di una possibile felicità. Meno ambizioso, ma pellicola di genere solida e divertente è Slevin - Patto criminale (21.10, Iris) di Paul McGuigan, bravo nel rimescolare le carte e sorprendere in modo genuino inscenando l'ennesima commedia nera fra crimine e giallo. E come non segnalare nella nostra guida anche l'inquietante Il promontorio della paura (21.15, RaiMovie) di J. Lee Thompson, che nel 1962 suscitò scandalo e clamore e che costrinse le commissioni della censura europea a inventarsi qualsiasi mezzo per impedire che il pubblico venisse catturato dal fascino perverso di Max Cady, interpretato con bravura mefistofelica da Robert Mitchum? Nella prima serata c'è spazio anche per una delle rare incursioni nel sonoro di uno dei "padri costituenti" della Settima arte: Il cavaliere della libertà (21.30, RaiStoria) di David W. Griffith è un sincero omaggio ad Abramo Lincoln. Rasentando un'ingenuità narrativa, forse dovuta alla scarsa dimestichezza con situazioni tecniche fino a quel momento poco praticate, l'opera porta in sé tutto l'ardore del cinema di Griffith.
In seconda serata possiamo riammirare la bella commedia "di provincia" di Gianni Zanasi, Non pensarci (22.20, La 7), prezioso esempio di ottimo lavoro artigianale made in Italy, dove tutto funziona: dalla sceneggiatura precisa alle interpretazioni di un gruppo di attori in grande forma. Passato sotto silenzio al cinema, avrebbe meritato maggior fortuna. L'alternativa è La promesse (23.05, RaiMovie), di Jean-Pierre e Luc Dardenne: i due autori belgi fin dalla loro prima opera che raggiunse fama internazionale si fanno notare per quel loro stile così severo che ricorda un cinema naturalista fatto di attori non professionisti. In realtà dietro le loro storie così asciutte c'è sempre una tensione verso il melodramma che rende i loro drammi emotivamente strazianti.
Sabato 6 luglio
Strano a dirsi, ma il primo sabato di luglio, tradizionalmente bacino di parecchi film da ripassare in tv, è avaro di opere meritevoli. Ci limitiamo a due consigli, pertanto. Sul presto possiamo riammirare Irma la dolce (21.10, La 7d), ennesimo capolavoro di Billy Wilder alle prese con una sarabanda di eventi a lui molto congeniale: nella commedia di equivoci e cose non dette interpretata dalla coppia magnifica Lemmon-MacLaine c'è tutto il talento del maestro americano. In 147 minuti succede tutto e il contrario di tutto, in un meccanismo narrativo che non concede sosta allo spettatore. Wilder era grande in ogni genere cinematografico, ma una cosa, prima o poi, bisognerà urlarla: è il più grande autore di commedie della storia del cinema.
In seconda serata, molto meno divertente ma comunque indicato per un po' di tempo piacevole, c'è La recluta (23.25, Rete 4), altra variazione sul tema del confronto fra poliziotto duro e poliziotto "sveglio" tanto caro al primo Clint Eastwood che qui gigioneggia sul set in compagnia di Charlie Sheen.
Domenica 7 luglio
Chiudiamo la settimana con Scary Movie (21.10, Mtv), della ditta Wayans. Questo è il primo capitolo di una saga andata lentamente spegnendosi nel corso degli anni. Il primo film, però, diventò immediatamente un cult per la sua abilità di dissacrare senza filtri, distruggendo fin dal principio il gioco metacinematografico di "Scream" e proseguendo colpo su colpo a demolire tutte le certezze del pubblico americano.
In seconda serata c'è abbondanza. Cominciamo da Confidenze troppo intime (22.40, La 7d) di Patrice Leconte, qui in una delle sue prove migliori alle prese con un thriller dei sentimenti che si fonda sull'alchimia tra i due protagonisti. Quando Leconte rimane nel "catino domestico" riesce probabilmente a dare il meglio di sé. Segnaliamo anche Jungle Fever (23.05, RaiMovie) dell'arrabbiatissimo Spike Lee: il suo dramma sull'impossibilità dell'amore interrazziale è messo in scena con i soliti pregi e difetti del suo cinema. Per gli amanti della Grande Mela, ecco New York Stories (23.25, Rai5), film ad episodi di tre maestri della Hollywood newyorchese. E se il minifilm di Coppola è da dimenticare e quello di Allen è soltanto un divertissement di pura bravura, il film merita la visione soltanto per il primo dei tre episodi, un piccolo capolavoro di riflessione filosofica firmato da Martin Scorsese. Sorpresa di una delle Mostre di Venezia di qualche anno fa è invece La pecora nera (23.30, Rai3) di Ascanio Celestini: è un'acuta e malinconica satira di quella "fantastica Italia" che dal boom economico ai giorni nostri ha vissuto costantemente sulla pericolosa di linea che separa la civiltà vera dal dimenticare gli emarginati. Straordinaria la prova degli attori. E chiudiamo con un titolo che nessuno ricorderà: Gunga Din (23.30, Tv 2000) di George Stevens. Ora è un film dimenticato, ma negli anni 40 godeva del titolo di "più grande pellicola di avventura mai girata a Hollywood". Anche se i tempi sono cambiati, è pur sempre un piccolo pezzo di storia.