Alla sua seconda prova dietro la macchina da presa Ben Affleck torna in territori similari a quelli del suo debutto “
Gone Baby Gone”, non solo per l'ambientazione bostoniana, ma anche per l'inscindibile mimesi tra intreccio noir, poliziesco e vicende drammatiche. Ma benché stilisticamente più maturo e “a fuoco”, “The Town” non possiede la forza morale e le “imperfezioni” ,valori aggiunti che ci avevano fatto amare con estrema convinzione il precedente lavoro del regista-attore. Precisato questo, “The Town” è comunque un solidissimo film “di genere”, che però non riesce ad andare molto al di là dei cliché e degli stereotipi di prodotti similari.
L'Affleck-regista (come attore è ancora legnoso, e forse avremmo preferito, nel medesimo ruolo il fratello Casey) guarda ad alti modelli: le sequenze delle rapine (in particolare quella centrale con l'inseguimento automobilistico) vicine al cinema di
Michael Mann per realismo e tensione, i risvolti umani e sentimentali (Affleck-Doug si affeziona all'ostaggio inconsapevole, e vede in Claire un buon motivo per dire addio al mondo del crimine) ricordano il cinema di James Gray, ma con meno pretese “autoriali”, l'ambientazione suburbana porta alla memoria certe cose di Cassavetes e Scorsese (Affleck dice di essersi ispirato al nostro “
Gomorra”) e su tutto aleggia un'aria sinceramente pessimista e crepuscolare non lontano dall'ultimo Eastwood. I
n “The Town” il passato è un'ombra che oscura il presente del protagonista (il padre, a sua volta rapinatore, che sconta un ergastolo) che pare essere condannato da un destino fatalista a un'esistenza sulla lama del rasoio, in cui è impossibile recidere legami affettivi e d'onore (con il violento amico Jim, a cui Doug deve la vita), e di sangue (la figlia della sbandata Krista è stata davvero concepita da Doug?).
Il crimine a Charlestown è, insomma, l'unica maniera di vivere e guadagnarsi il rispetto. Affleck nega l'
happy end romantico ma apre uno spiraglio di speranza in coda alla sua pellicola, regalando al suo personaggio una seconda possibilità. Il “problema” principale di “The Town”, ciò che impedisce alla pellicola di fare un vero salto di qualità rispetto a film recenti incentrati sulle stesse tematiche (“
I padroni della notte”, “
Pride and Glory” ecc.) è la sua ostentata “classicità”, la sin troppo ferrea adesione a certi, irrinunciabili, schemi di genere che, pur garantendo al film un'appagante linearità (ne è la prova il buon successo al
box office Usa), lo rendono anche eccessivamente prevedibile e familiare. Indubbia comunque l'efficacia spettacolare, il buon lavoro dei collaboratori tecnici (perfetta fotografia di Robert Elswit), e il cast di contorno è semplicemente enorme (su tutti Jon Hamm, l'indimenticabile Don Draper del televisivo “Mad Men”, nel ruolo dell'ostinato agente Fbi che dà la caccia ai rapinatori).