Ruota sul piatto il vinile di "Funnel Of Love" di Wanda Jackson e ruota la macchina da presa attorno al riposo dei due protagonisti, piombandogli addosso dal cielo come lo sguardo di una divinità confusa. Come "
Broken Flowers", anche "Only Lovers Left Alive" si apre sulle note di un brano rockabilly, la poetica di Jim Jarmusch non è cambiata in questi anni, ma la sua nuova "creatura" è anche figlia dell'esperimento "
The Limits of Control" (da noi tuttora inedito), sorta di riflessione metafisica sulla morte e sulla sua attesa. Quasi un omaggio, lisergico e tutto personale, al cinema di Antonioni. Un film forse "sbagliato", rifiutato anche dai fan del regista, che però ha (ri)disegnato irrimediabilmente le coordinate del modo di intendere la settima arte di Jim Jarmusch.
Anche "Only Lovers Left Alive" è un film fatto di silenzi, attese, atti ripetuti
ad libitum, che il regista personifica in creature destinate dalla loro natura a ripercorrere gli stessi atti per l'intera lunghissima esistenza, i vampiri. Proprio così, gli ultimi romantici rimasti nel nostro mondo sono "vampiri", ovvero
freaks, alieni, emarginati. Gli esseri umani che li circondano sono
zombie, hanno perso interesse nella vita e nella conoscenza e si avviano verso una triste apocalisse. Al contrario, i vampiri rappresentati da Jarmusch, gli androgini Adam (Tom Hiddleston) e Eve (Tilda Swinton), sono creature decadenti e raffinate, colte e piene della conoscenza di decine di vite e epoche diverse. Il più annoiato e disamorato dell'esistenza, Adam, vive in un'ormai deserta e impoverita Detroit, dilettandosi, aiutato dall'amico umano Ian (Anton Yelchin), nel collezionismo di chitarre d'epoca. Adam ha un grande rispetto per le Opere dell'uomo, ammira e reputa geniali alla stessa maniera Franz Schubert e
Jack White, è un inventore, un illuminato, creatore di mirabolanti congegni elettrici ispirati all'ingegno di Tesla (altra ossessione di Jarmusch, si veda il segmento in "Coffee & Cigarettes" interpretato proprio dai
White Stripes). Allo stesso tempo Eve, che vive in una magica Tangeri fuori da ogni tempo, è appassionata di letteratura e poesia, seguace dell'anziano vampiro Marlowe (John Hurt) che altri non è che il reale autore di molte opere
shakesperiane.
Due anime eterne unite dal destino e poi separate, che finiranno per reincontrarsi, legate da un amore e una comprensione che vanno al di là del tempo. A mandare all'aria l'apparente tranquillità della coppia di vampiri pensa tuttavia la "giovane" sorella di Eve, l'algida e scapestrata Ava (Mia Wasikowska), che pare non poter fare a meno di nutrirsi da esseri umani viventi. Quello che riesce a Jarmusch, senza incedere in colpi bassi o effettacci, è restituire al vampiro l'alone decadente e maledettamente romantico strappatogli da un decennio di
teen-movie e serial tv nello stile di "
Twilight": un trend intrapreso dal recente cinema indipendente confermato anche dall'interessante "Byzantium" di Neil Jordan.
"Only Lovers Left Alive" è un capolavoro stralunato e bizzarro, in cui il regista pennella due anime solitarie e desiderose d'amore approcciandosi all'horror gotico con la stessa originalità e libertà espressiva con cui aveva affrontato il western ("
Dead Man") e il noir ("Ghost Dog"): uno stile che mescola in perfetta e miracolosa sintonia umorismo surreale e ironia (come le incursioni all'ospedale da parte del mascherato vampiro, rinominatosi Dottor Faust, alle prese col medico interpretato da Jeffrey Wright), violenza, e aperture liriche e struggenti (la morte di Marlowe e Tangeri e il finale). Senza mai sfiorare la maniera, come accade con tanti altri autori affermati, ma anzi riconfermando una visione della vita e del cinema ancora fresca e sorprendente.
Cast assolutamente perfetto, calda fotografia di Yorick Le Saux, e colonna sonora curatissima, in cui accanto alle composizioni
noise del vampiro Adam (ovvero del musicista Jozef van Wissem), si affiancano
Black Rebel Motorcycle Club, Charlie Feathers e Niccolò Paganini.