Il quarantenne regista David Lowery è conosciuto in Italia solo dai cinefili, visto che i suoi film hanno avuto spesso una cattiva distribuzione. Autore di innumerevoli cortometraggi, cresciuto professionalmente in Texas (dove si è trasferito con la famiglia fin dall’infanzia), ha diretto finora sei lungometraggi: "St. Nick", proiettato solo in qualche festival americano; "Senza santi in Paradiso" che ha avuto il suo debutto al Sundance Festival nel 2013 e lanciato sul mercato nostrano due anni più tardi direttamente in home video; "Il drago invisibile", uscito regolarmente in sala; "A Ghost Story" che ha avuto la stessa sorte della sua seconda opera; "Old Man & the Gun" con Robert Redford, elegia sulla vecchiaia e il tempo passato, che ha avuto una degna distribuzione; e, infine, "The Green Night", ispirato al poema cavalleresco "Sir Gawain e il Cavaliere Verde", risalente al XIV secolo inglese, che a causa della pandemia di Covid 19 ha visto la sua uscita, prevista per il maggio di quest’anno, rinviata a data da definirsi.
"Senza santi in paradiso" narra la storia d’amore di due giovani, Ruth Guthrie (Rooney Mara) e Bob Mooldon (Casey Affleck), piccoli rapinatori che dopo una rapina fallita e una sparatoria finita nel sangue vengono catturati: Bob è imprigionato, mentre Ruth, incinta, viene discolpata dal suo compagno, pur avendo ferito un vicesceriffo.
Lowery, oltre a dirigere, scrive e a volte monta le sue opere, rivelandosi così un autore a tutto tondo con una sua specifica poetica estetica e contenutistica. Si circonda sempre dei soliti collaboratori e utilizza, quando può, anche gli stessi attori: infatti, la coppia di "Senza santi in paradiso" è anche protagonista in "A Ghost Story" e Casey Affleck ha un ruolo di spalla di Robert Redford nel suo ultimo film che ha visto il buio delle sale cinematografiche.
Le tematiche di Lowery convergono sulla narrazione di piccoli personaggi, per lo più giovani, in quotidiana lotta per un mondo migliore, di un loro posto nella vita, nella ricerca di una felicità fatta di momenti dove l'amore tra uomo e donna trascende lo spazio e il tempo. Il ricordo di questo modo (im)possibile di vivere a ogni costo si frantuma contro un destino ineluttabile che termina o inizia con la morte di un personaggio principale.
Stilisticamente, Lowery ama riprendere i propri personaggi in primi piani intensi, prediligendo i long take per bloccare il tempo all’interno dell’immagine filmica, dove la macchina da presa diventa testimone di eventi ineluttabili, con l’utilizzo di flashback e flashforward sempre in forma diegetica e mai narrativa, facendone opere completamente postmoderne.
"Senza santi in paradiso" risente dell'influenza del regista texano Terrence Malick, in particolare de "La rabbia giovane" e de "I giorni del cielo", non solo per la fabula, ma anche per l'utilizzo di una fotografia dai colori desaturati, di una luce naturale che pervade i corpi e gli oggetti, avvolgendoli in un alone di indeterminatezza temporale ed emotiva.
Pur essendo ancora un'opera derivativa, "Senza santi in Paradiso" è rivelatore, comunque, di una ricerca visiva autoriale che si svilupperà nelle prove successive più originali e autonome (come, ad esempio, "A Ghost Story"), dando prova di una capacità della messa in scena fuori dal comune.
Lowery in "Senza santi in Paradiso" si avvale delle interpretazioni partecipate e piene di Casey Affleck e di Rooney Mara, che danno valore aggiunto alla pellicola. Ma anche gli attori comprimari come Ben Foster (il vicesceriffo che si innamora di Ruth) e di Keith Carradine (il tutore dei ragazzi) recitano in modo essenziale, per sottrazione, più con lo sguardo e i gesti delle mani e del corpo, provando una capacità innata nella direzione degli attori da parte del regista americano che si ripeterà nelle pellicole successive.
cast:
Rooney Mara, Ben Foster, Casey Affleck, Keith Carradine
regia:
David Lowery
titolo originale:
Ain't Them Bodies Saints
distribuzione:
Universal Pictures
durata:
105'
produzione:
Paradox Entertainment, Sailor Bear, Parts and Labor, Primary Productions, Evolution Independent, Lag
sceneggiatura:
David Lowery
fotografia:
Bradford Young
scenografie:
Jade Healy
montaggio:
Craig McKay, Jane Rizzo
costumi:
Malgosia Turzanska
musiche:
Daniel Hart