Dal Carnevale di Rio de Janeiro alla Foresta Amazzonica, il volo è lungo ma il passo è breve. Tre anni dopo il fortunatissimo e sambeiro "Rio", il regista Carlos Saldanha e i suoi Blue Sky Studios tornano in Brasile per un nuovo capitolo delle avventure del pappagallo Blu e della sua bellissima compagna Gioiel. Il grande (inaspettato?) successo del primo film potrebbe aver generato un po' d'ansia da prestazione sul team che si trova a gestire almeno quattro sottotrame accumunate da un unico retrogusto. Di già visto.
Scampato il pericolo dell'estinzione, le are Blu e Gioiel vivono con i loro tre pargoli in una riserva naturale, protetti dal mondo esterno e crogiolanti in tutti i comfort umani del caso - con somma gioia dell'"urbanizzato" maschio. Tutto cambia quando Linda e Tullio, i due amorevoli custodi della coppia di pappagalli, scoprono le tracce di un altro esemplare della razza creduta estinta durante un'esplorazione sul Rio delle Amazzoni. Gioiel supera la riluttanza di Blu e insieme agli amici di sempre, il tucano Rafael, Nico e Pedro, la famiglia decolla verso la giungla, dove troveranno finalmente la tribù di uccelli di cui è originaria proprio Gioiel: il rigoroso padre di lei non renderà affatto facile la vita del genero. Intanto, Linda e Tullio devono vedersela con un gruppo di speculatori che stanno radendo al suolo la Foresta Amazzonica, e il perfido cacatua Miguel, ancora più instabile, torna per vendicarsi di Blu.
Squadra che vince, si raddoppia. Saldanha e il compianto Don Rhymer, autori del soggetto, si lasciano alle spalle la semplicità turistica del primo capitolo, per gonfiare di temi e sottotrame una pellicola che, per la maggior prate del tempo, si trascina in avanti senza un reale motore narrativo. La sottile, ironica schizofrenia dello script è palese nel suo protagonista: il nevrotico Blu (Jesse Eisenberg nella versione originale) che si lascia scivolare da un fallimento all'altro senza desiderare altro che tornarsene nella bambagia "cittadina" in cui è abituato a vivere, per poi diventare un eroe ambientalista negli ultimi minuti di film, senza una convincente soluzione di continuità.
Il comparto visivo vede i Blue Sky Studio in stato di grazia, in una sinergia con le musiche e i riarrangiamenti di John Powell che fa tornare alla mente le vette del musical, da Bubsy Berkeley nella suggestiva coreografia nella giungla amazzonica sulle note di "Ô Vida" di Carlinhos Brown alla disco music, una ibrida e teatralissima "I Will Survive" che molto deve al suo mattatore, Jermaine "Flight of the Conchords" Clement, interprete di Miguel.
Da una parte "Rio 2" investe molto sui punti della prima pellicola, esotismo e slapstick comedy sono i protagonisti, ma sono quasi arrivati a saturazione; dall'altra parte si introducono elementi nuovi già masticati (la proverbiale sfiducia suocero/genero direttamente da "Ti presento i miei", la difesa della natura con qualche eco di "Avatar"), fino al calcio (i Mondiali brasiliani sono dietro l'angolo, d'altronde), con un malcelato tentativo di alzare e allargare il target. Obiettivo, forse, portare il franchise a un livello di consumo più ampio da film Pixar, visto che l'Era Glaciale, l'altra bandiera dello studio, comincia a perdere colpi al box office. Peccato che il livello medio di sceneggiatura e umorismo ancora non siano all'altezza. Ma, fuori dal dietro le quinte, "Rio 2" può lasciare un sapore allegro e spensierato all'uscita di sala.
cast:
Jesse Eisenberg, Anne Hathaway, Andy Garcia, Jamie Foxx, Jemaine Clement, Rodrigo Santoro, Miguel Ferrer
regia:
Carlos Saldanha
titolo originale:
Rio 2
distribuzione:
20th Century Fox
durata:
101'
produzione:
Blue Sky
sceneggiatura:
Jenny Bricks, Carlos Saldanha, Yori Brenner, Carlos Kotkin
fotografia:
Renato Falcão
scenografie:
Isaac Holze
musiche:
John Powell