Non manca neppure un soffio di grottesco, che affiora dalla schiera di anziani che prendono beatamente il sole fuori dalle loro abitazioni, incuranti del caos che li circonda.
Aronofsky però rovina un qualcosa di potenzialmente interessante con la scelta di estremizzare oltre al contenuto anche lo stile, affidandosi alla vena creativa che lo ha reso una figura di spicco con la sua opera prima.
Fin dai primi minuti appare evidente l'esagerazione, l'abuso stilistico nell'uso della camera da presa; l'estro sperimentale (il montaggio velocissimo, i molteplici split screen, i suoni, la standardizzazione nel mostrare iperrealisticamente scene reiterate come la preparazione e l'effetto della dose o l'accensione e lo spegnimento della televisione) sembrano invece lasciare più spazio alla pateticità e alla presunzione di poter descrivere il tutto con un'eccessiva frenesia.
La sensazione è che seppur di fronte a evidenti pecche di fattura strutturale, il contenuto di "Requiem for a Dream" sia in ogni modo capace di destabilizzare lo spettatore e trasportarlo in un limbo di autoriflessione, ansia, panico, paura nei confronti del progresso e della caduta dei valori della nuova generazione americana (e non). Lo squallore del film degenera in concomitanza con la rovina fisica dei protagonisti, fino all'esagerato, raccapricciante finale dal sapore granguignolesco. E se la critica a tal proposito ne ha espresso tutto il suo rifiuto, il percorso autodistruttivo intrapreso dalla Burstyn colpisce come un pugno sullo stomaco e rappresenta il massimo dell' intera missione persuasiva attuata da Aronofsky. Tanto che in qualche modo subiamo anche noi l'elettroshock inflitto a Sara.
Certo, si è di fronte ad un'abbondante passo indietro rispetto a "π". "Requiem for a Dream" dimostra una comprensibile immaturità ma dispensa anche la consapevolezza di avere di fronte un potenziale regista dalla qualità indiscusse. Aronofsky tornerà a ritmi notevolmente meno sostenuti in "The Fountain" e soprattutto in "The Wrestler", dove la forma sembra stabilizzarsi più sull'ordinario.
Per una Jennifer Connelly dalla prestazione imbarazzante, un Ellen Burstyn (nomination agli Oscar) che è invece la colonna portante dell'intero cast. Da segnalare anche la trainante colonna sonora di Clint Mansell (inseparabile collaboratore del regista).
Vincitore di due Independent Spirit Awards.
cast:
Jared Leto, Ellen Burstyn, Jennifer Connelly, Marlon Wayans
regia:
Darren Aronofsky
titolo originale:
Requiem for a Dream
durata:
102'
produzione:
Artisan Entertainment, Protozoa Pictures
sceneggiatura:
Hubert Selby Jr., Darren Aronofsky
fotografia:
Matthew Libatique
scenografie:
James Chinlund
montaggio:
Jay Rabinowitz
costumi:
Laura Jean Shannon
musiche:
Clint Mansell