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recensione di Matteo De Simei
7.5/10

Esistono autori del cinema contemporaneo internazionale che hanno coniato un proprio personalissimo stile e a cui il genere canonico di riferimento va piuttosto stretto. Maestri come Lynch o Malick, tanto per citare due famigerati registi, sono stati capaci nel corso degli ultimi anni di rileggere rispettivamente il noir e il dramma esistenziale inquadrandolo sotto una prospettiva decisamente inimitabile. L'operazione compiuta da Brian De Palma con il thriller negli ultimi quarant'anni non è da meno. In una carriera multiforme e poliedricamente inafferrabile (fondamentale anche il suo apporto nel gangster movie) , l'autore nato a Newark ha trovato nel giallo a sfondo psicologico il suo marchio di fabbrica. Partendo da una concezione hitchcockiana della messa in scena il regista ha confezionato pellicole aperte a uno sperimentalismo che si tramuta in pura ossessione.

Dopo cinque anni di pausa, De Palma sceglie un remake recentissimo per tornare alla ribalta del grande schermo. Stiamo parlando di "Crime d'Amour" del compianto Alain Corneau, girato solamente due anni fa. Rileggendo il plot dell'ultima fatica del cineasta francese, si capisce come De Palma non potesse trovare ispirazione migliore per adattare il suo nuovo perverso gioco carico di suspense. Christine e Isabelle, interpretate rispettivamente da Rachel McAdams (tutt'altro che tenera come nell'altro film in concorso "To The Wonder") e da una Noomi Rapace straordinariamente sensuale, sono due colleghe divise dalla diversa gerarchia all'interno di un colosso multinazionale. La prima è la direttrice cinica e spietata, la seconda è la collaboratrice dall'innato talento. In un'atmosfera feticista e saffica, l'idillio tra le due donne lascerà presto spazio a una pericolosa rivalità. Perché utilizziamo la parola "gioco" in riferimento a questo nuovo lavoro depalmiano? Sicuramente perché "Passion" potrebbe semplicemente rappresentare il compendio dell'intera produzione del regista che si diverte in un auto citazionismo esplicito delle sue opere passate. Il sesso e la depravazione (qui in forma omosessuale) di "Omicidio a luci rosse", la seduzione pericolosa di "Femme Fatale", il tormento del doppio e dell'identità nascosta ("Vestito per uccidere", "Doppia personalità" e addirittura il tema del gemello all'origine de "Le due sorelle"). Altro tema ricorrente dell'ultimo De Palma è la tecnologia ("Redacted") che in "Passion" raggiunge un climax impressionante: telecamere di videosorveglianza, computer, videoconferenze, skype, youtube , cellulari. Tutto viene ostentatamente inquadrato in modo virale, come Cronenberg insegna, all'interno di un mondo dove potere e ricchezza contribuiscono ad innalzare lo status perturbante e di gelosia tra le due protagoniste.

Si può parlare di una seconda parte di difficile assimilazione (in un parallelismo tra sogno/follia/realtà che rimandano a "Il seme della follia" di Carpenter e a "Strade perdute" di Lynch), di un pastiche oramai divenuto ridondante. Certo, lo ammettiamo. Ma "Passion" è un film che nonostante la reiteratività di stili e di linguaggi cinematografici, tiene incollato lo spettatore alla poltrona per l'intera durata e lo avvolge in una tensione fatta di tempi lunghi, primi piani, stacchi fulminei, collaudati stratagemmi come il magnifico ritorno del vecchio caro split screen nella sequenza più bella che vede da una parte il balletto de "Il pomeriggio di un fauno" di Debussy e dall'altra la soggettiva dell'assassino.  Non stiamo parlando di un degno allievo di Hitchcock ma di un Maestro dal personalissimo idioma entrato nell'immaginario collettivo della settima arte.


05/09/2012

Cast e credits

cast:
Rachel McAdams, Noomi Rapace, Paul Anderson, Karoline Herfurth, Rainer Bock


regia:
Brian De Palma


titolo originale:
Passion


durata:
94'


produzione:
SBS Films, Integral Film


sceneggiatura:
Brian De Palma


fotografia:
Jose Luis Alcaine


scenografie:
Cornelia Ott


montaggio:
François Gédigier


costumi:
Karen Muller Serreau


musiche:
Pino Donaggio


Trama
Christine possiede la naturale eleganza e la disinvoltura tipici di una persona che ha denaro e potere. Innocente, bella e facilmente influenzabile, la sua protegée Isabelle la ammira ed è piena di idee innovative, che Christine ruba senza scrupoli. Dopotutto fanno parte della stessa squadra... Christine prova piacere nell’esercitare il controllo sulla giovane, trascinandola poco a poco in un gioco sempre più torbido di seduzione e manipolazione.