"If I stay here any longer, I'll stay here forever
And the echo of my word will fade
Will the edge of my sorrow be gone in the morning?"
AURORA, "Echo of My Shadow"
Primo dei manga one-shot pubblicati a intervalli da Fujimoto Tatsuki durante la scrittura della sua serie più celebre, "Chainsaw Man", "Look Back" si distinse già nel 2021 come una, apparentemente, netta deviazione rispetto al brutale e ipercinetico battle shōnen che stava contribuendo a fare di Fujimoto uno dei mangaka più celebri dell’ultimo decennio. All’azione iperbolica di "Chainsaw Man" si sostituiva infatti una narrazione slice of life al femminile, ricca di ripetizioni e dettagli quotidiani ma comunque caratterizzata dalle impreviste torsioni narrative che sono uno dei tratti più caratteristici della produzione di Fujimoto e che, forse proprio in virtù del contesto realistico, contribuirono a fare di "Look Back" uno dei manga più discussi del 2021. Ora la medesima situazione pare ripetersi con l’adattamento prodotto dal (quasi) esordiente Studio Durian e diretto da Oshiyama Kiyotaka, già regista di alcuni episodi di serie anime notevoli come "Space Dandy" di Watanabe Shinichirō e "Devilman Crybaby" di Yuasa Masaaki ma soprattutto key animator in alcuni fra i più interessanti film d’animazione giapponesi degli ultimi anni (da "Evangelion: 2.0" a "Il ragazzo e l’airone", passando per "The First Slam Dunk").
Fig. 1a-b: dal fumetto nel fumetto al fumetto nell’animazione
Non stupisce a questo punto che siano proprio la varietà e la qualità dell’animazione a distinguersi nell’adattamento del manga di Fujimoto, il quale d’altronde era già caratterizzato da una certa eterogeneità stilistica, utilizzata per rendere le diverse fasi del percorso delle due protagoniste Fujino e Kyōmoto e ancor di più i vari fumetti da loro realizzati. La possibilità di animare quelle che nelle 143 pagine scritte e disegnate dall’autore di "Chainsaw Man" si riducevano spesso a piccole parentesi dallo stile super deformed in mezzo al dispiegarsi arioso delle tavole di Fujimoto permette infatti di dare più spazio a queste digressioni nel procedere del racconto, trasponendole in maniera coerente col medium scelto e ribadendone quindi il valore metalinguistico. La scelta di trasformare gli yonkama (le strisce di fumetti, spesso umoristiche, in 4 quadri) disegnati dalle protagoniste in brevi sequenze di comicità surreale, la cui animazione rudimentale rispecchia il tratto incerto delle ragazze, trasporta infatti la riflessione metalinguistica sulla narrazione visiva da un medium in primis spaziale come il fumetto al piano temporale tipico del medium audiovisivo (mi si perdoni la semplificazione) (fig. 1a). In questa maniera "Look Back" evidenzia fin già dopo pochi minuti di non essere solo di una pedissequa trasposizione che ambisce unicamente a replicare lo shock emotivo dei vari colpi di scena del manga del 2021 ma un tentativo di adattare il fumetto anche dal punto di vista discorsivo.
La storia di Fujino e Kyōmoto non lesina in effetti sulle emozioni, raccontando la crescita delle ragazze prima rivali nella competizione per disegnare la miglior vignetta per il giornalino della scuola (o questo quanto meno è il punto di vista di Fujino) e poi sodali nella realizzazione di una serie di apprezzati one-shot, fino a che le loro diverse ambizioni artistiche e professionali le porteranno a dividersi nella prima delle succitate torsioni narrative che accompagnano tutta la seconda metà del racconto. Un altro merito dell’adattamento di Oshiyama sta proprio nell’equilibrio con cui l’intensa materia del manga di Fujimoto viene animata, optando per contenere l’espressività dell’opera fin dal character design che addolcisce quello già morbido del mangaka e dalla calda e poco satura palette cromatica, non dimenticando poi la grammatica registica parca di virtuosismi, limitati all’enfasi di momenti di particolare rilevanza. A eccezione infatti di alcuni long take e di un paio di ralenti il mondo reale viene messo in scena soprattutto all’interno di quadri statici, a volte vere e proprie istantanee, mentre il dinamismo e l’energia appartengono soprattutto al mondo altro del fumetto (animato) creato dalle due protagoniste, il cui stile abbozzato e l’inventiva di ciò che avviene in scena può ricordare uno dei capolavori dell’anime slice of life, "I miei vicini Yamada" di Takahata Isao, a sua volta tratto, prevedibilmente, da una serie di manga yonkama (fig. 3).
Fig. 2: eterogeneità stilistica e rappresentativa in "Look Back"
È pertanto nel tratto con cui sono disegnati personaggi e ambienti, e nella ridotta palette di colori, che la non-finitezza del mondo del fumetto esonda in "Look Back" nella rappresentazione della vita quotidiana, rimarcando non solo in questo caso le matrici fumettistiche del film, come già avveniva nell’opera di Takahata, ma rendendo anche graficamente l’apertura e l’indefinitezza di un mondo di realtà parallele in comunicazione (fig. 1b), il quale si rispecchia plausibilmente nel finale più che aperto, spalancato, dell’opera, priva di una conclusione definit(iv)a come d’altronde è la vita. Coerente con la grammatica dell’anime slice of life, e allo stesso tempo coi temi dell’opera-fonte, è anche la correlata dilatazione dei tempi del racconto, enfatizzata particolarmente nei momenti più drammatici del film, adattando così con efficacia la strutturazione delle tavole fondata su ripetizioni con poche variazioni e allargamenti del quadro tipica di Fujimoto, la quale raggiunge in "Look Back" uno dei suoi apici espressivi proprio in virtù della breve durata (o meglio, lunghezza) dell’opera. L’efficacia del film di Oshiyama nel rendere la dimensione soggettiva del tempo contribuisce perciò a fare del film del 2024 un esempio particolarmente riuscito di animazione intimista, pur all’interno di un racconto particolarmente stratificato per quanto concerne sia gli stili grafici sia i registri e i generi che lo compongono (la comicità slapstick, il surrealismo, il coming of age (a)romantico, il thriller, il dramma realistico, la fantascienza speculativa) (fig. 2).
Può essere interessante notare che la prima opera a cui il regista Oshiyama Kiyotaka, allora intercalatore, lavorò sia stata "Oltre le nuvole, il luogo promessoci", primo lungometraggio del futuro campione, nella nuova generazione di animatori, dell’intimismo anime prima e poi del coming of age ibrido, ovvero Shinkai Makoto, la cui influenza, al netto dello stile grafico molto diverso, può essere riscontrata fra le pieghe di "Look Back". Per quanto il tratto semplice, le prospettive sballate e il cinetismo delle animazioni possano ricordare più i lavori di Yuasa Masaaki (con cui d’altronde Oshiyama ha lavorato) che la cura per il dettaglio, la ricca palette e la passione per i ralenti di Shinkai, è l’uso, rigorosamente non spiegato, del fantastico (e in primo luogo della possibile esistenza di universi paralleli) come strumento per mettere in prospettiva la quotidianità e la propria percezione di essa ad avvicinare "Look Back" ai lavori del più celebre animatore. Inoltre, anche in questo film è la dialettica fra due persone dal carattere, dalla personalità e dai desideri nettamente diversi a muovere il racconto, rapsodico come ci si attende da ogni narrazione intimista, sebbene in questo caso tale dialettica non si sviluppi in una relazione sentimentale eterosessuale ma si articoli in un rapporto stratificato e contraddittorio come l’opera stessa che lo ospita, coerentemente con le caratterizzazioni più sfaccettate tipiche dei lavori di Fujimoto Tatsuki (fig. 3).
Fig 3: "Look Back" uno e trino (film-fumetto, coming of age ibrido
e film post-traumatico) e il suo doppio
Forse anche per questa ragione tale dialettica non può condurre ad alcuna conclusione netta, e ancora meno a un lieto fine (il quale invece pare sempre più alla portata dei protagonisti dei film di Shinkai), lasciando "Look Back" privo di un finale in senso stretto, aperto, irrisolto e complicato come l’elaborazione del lutto, così centrale nella parte finale della pellicola, sempre è. È stimolante a questo punto interpretare il film di Oshiyama, così come il manga da cui è tratto, in relazione al filone che, dopo la tragedia del terremoto e dello tsunami del Tōhoku, ha cercato di riflettere sul trauma collettivo in forme saldamente intimistiche, senza però rinunciare a proporre riflessioni di carattere più universale. La strage della Kyoto Animation (ovviamente trasfigurata in altro nel mondo dell’animazione) si fa quindi un pretesto per riflettere sul potere del fumetto, e dell’anime, e della narrazione in generale, nell’elaborare il proprio trauma, proprio in virtù delle sue illimitate potenzialità (ri)creative.
In questo "Look Back" non può che ricordare a chi scrive uno dei più interessanti film recenti del filone, "One Day, You Will Reach the Sea" di Nakagawa Ryūtarō, il quale si concentrava a sua volta sulla ricostruzione della relazione fra due ragazze diversissime per personalità e ambizioni ma ugualmente legatissime, destinata similmente a essere privata di un senso di chiusura per via del cataclisma. Similmente al modo in cui il finale del film di Nakagawa adoperava l’animazione per immaginare una realtà altra, in cui la vita dei cari estinti non è finita ma prosegue, pur in forme altre rispetto a quelle note (le quali venivano invece ricostruite grazie all'audiovisivo live action), "Look Back" usa il fumetto (che qui diviene animato) per creare un ponte fra dimensioni inconciliabili, dimostrando la capacità dell’animazione di dare, e ridare, vita (spesso anche piuttosto letteralmente) a tutto ciò che nella vita di tutti i giorni può sembrare impensabile (fig. 3). Non è poco per un film di neanche 60 minuti, realizzato da uno studio praticamente agli esordi. Non resta ora che attendere con curiosità i prossimi lavori di Oshiyama Kiyotaka e dello Studio Durian (e ovviamente quelli di Fujimoto Tatsuki), in questa realtà (speriamo) o in un’altra.
cast:
Yuumi Kawai, Mizuki Yoshida, Yoichiro Saito, Kureha Maki, Kota Oka
regia:
Kiyotaka Oshiyama
distribuzione:
Amazon Prime Video
durata:
58'
produzione:
Studio Durian
sceneggiatura:
Kiyotaka Oshiyama
fotografia:
Kazuto Izumida
scenografie:
Kiyoshi Samejima
montaggio:
Kiyoshi Hirose
costumi:
Character design: Kiyotaka Oshiyama
musiche:
Haruka Nakamura