Linda è una bambina gialla, perchè il giallo è il suo colore preferito. La madre Paulette è una donna arancione, il loro gatto Gazza è viola. Il pollo che Linda vorrebbe mangiare per cena è un rosso tendente al color mattone. "Linda e il pollo" (titolo originale francese "Linda veut du poulet!"), diretto e sceneggiato a quattro mani dalla regista italiana Chiara Malta in collaborazione con l'animatore francese Sébastien Laudenbach, è di certo una piacevole sorpresa nel panorama dell’animazione contemporanea. Portato in anteprima nelle edizioni del 2023 dei festival di Cannes e di Annecy, dove è stato premiato con il Cristallo d’argento, sorprende con un’animazione personale, minimalista, e astratta, in controtendenza all’iper-dettagliato in digitale (sulla scia di "Spider-Man: Into the Spider-Verse") dell’animazione americana degli ultimi anni.
La trama, al limite di una pura bozza pretestuale, si costruisce sul rapporto madre-figlia di Linda e Paulette, e sulla bizzarra odissea intrapresa dalle due per cucinare del pollo ai peperoni in una giornata di sciopero generale. Trattandosi dell’ultima ricetta cucinata dal padre della bambina prima di morire, rappresenta, per Linda, una metafora della memoria paterna, per Paulette, il memento di un passato a cui pensare il meno possibile. In questo senso, l’animazione ha lo scopo di sopperire alla mancanza di una emozionalità espressa in modo diretto, poiché celata sotto la superficiale ostinazione di Linda a "mangiare al più presto il pollo con i peperoni". Infatti, più che sugli eventi in essere, gli autori si concentrano sulla loro traslazione e trasposizione visiva, sfruttando il mezzo dell’animazione nelle sue indeterminate potenzialità. Spicca ovviamente l’uso del colore, elemento che guida e fa da padrone all’intera narrazione. Linee marcate, nere, abbozzate, delimitano lo spazio e i lineamenti essenziali dei personaggi, per il resto microuniversi di colore monocromo. Stratagemma sapientemente invertito nelle sequenze notturne, dove su sfondo nero le linee dei personaggi mutano nel loro colore primario e diurno. L’animazione è fluida, in costante e imperterrito movimento, quasi a riflettere una delle tematiche principali, la mutevolezza della memoria, nelle linee instabili delle illustrazioni. Volutamente, ricorda i disegni dei bambini, che qui possono rivedersi nel modo di concepire l’espressione di singole emozioni, situazioni, e idee, in forma visiva.
Per quanto l’animazione risulti sorprendente, l’elemento narrativo fatica, a tratti, a emularne la fluidità. In particolare l’elemento comico, tendenzialmente funzionale, è causa di alcune sequenze eccessivamente confuse o poco integrate. Tra esse, gli intermezzi musicali di Clément Ducol i quali, per quanto deliziosamente animati, appaiono slegati al filo degli eventi, se non per alleggerire con il necessario respiro una dinamicità altrimenti frenetica. Nonostante le citate sbavature, "Linda e il pollo" media con delicatezza la semplicità della storia a interessanti spunti di riflessione, in primis l’elaborazione del lutto e la complessità del ruolo genitoriale. Particolarmente riuscita, è l’idea di come sia necessario ricercare un punto di incontro tra il mondo dei bambini e il mondo degli adulti, di "venirsi vicendevolmente incontro", bilanciando le reciproche debolezze con le reciproche forze. Si intende, coniugare l’energica vitalità dell’infanzia alla maturità strumentale a darne una forma ordinata. Di fatti, portare a termine la ricetta si tramuta in un obiettivo collettivo, impossibile da conseguire se non tramite il contributo di entrambe le generazioni. Rimane più superficiale la, forse involontaria, discussione etica sul consumo di carne, quindi sulla possibile ambiguità nell’atto di sopprimere un animale così da poter cucinare il piatto del papà di Linda. In linea generale, con Linda e il pollo gli autori disegnano una dolce lode al caos ordinato dell’infanzia, quanto una piacevole allusione (al pari del classico Pixar "Ratatouille") al ritorno al passato come momento di crescita e alla celebrazione dell’arte culinaria come luogo di emozione, di memoria, e di incontro.
cast:
Lætitia Dosch, Clotilde Hesme, Mélinée Leclerc
regia:
Sébastien Laudenbach, Chiara Malta
titolo originale:
Linda veut du poulet!
distribuzione:
I Wonder Pictures
durata:
75'
produzione:
Dolce Vita Films
sceneggiatura:
Chiara Malta, Sébastien Laudenbach
montaggio:
Catherine Aladenise
musiche:
Clément Ducol