Con “L’inganno perfetto”, ambientato nella Londra del 2009 (pre-Brexit, potremmo dire), vediamo un anziano truffatore senza scrupoli - Roy Courtnay (Ian McKellen) - abile nel circuire ricche coetanee per impossessarsi dei loro averi. Tramite un sito di incontri specializzato in persone sole di una certa età, trova la piacente vedova Betty McLeish (Helen Mirren). Arriva a circuirla e a trasferirsi a casa sua in un ameno sobborgo della capitale inglese.
Bill (William) Condon è un regista affermato, solido dal punto di vista produttivo, che ha diretto successi commerciali mainstream come gli ultimi due episodi “Breakdown parte I” e “Parte II" della saga di “Twilight” o l’action live disneyano de “La Bella e la Bestia”. Le sue opere più importanti, in cui si intravede un certo occhio autoriale, sono “Demoni e Dei” (ancora con Ian McKellen che ritroviamo anche nel recente “Mr. Holmes - Il mistero del caso irrisolto”), biopic ispirato alla figura del regista James Whale, e il musical “Dreamgirls”.
Il regista americano, quindi, può essere considerato un buon esecutore di film di intrattenimento spettacolare, a cui piace raccontare di personaggi problematici, il più delle volte rappresentati nell’inverno della propria esistenza, dove si tirano le somme sulle proprie sconfitte e rimpianti. Oltretutto, Condon è anche uno sceneggiatore con una certa sensibilità nel descrivere i personaggi adulti e un direttore d’attori che non sfigura. C’erano, dunque, tutte le premesse perché “L’inganno perfetto” potesse essere pellicola di una certa godibilità, ammirando due mostri sacri del cinema e del teatro inglese all’opera. Purtroppo, però, il risultato finale ha deluso le attese.
Innanzi tutto, il più grave vulnus sta proprio nella sceneggiatura di Jeffrey Hatcher, tratta dall’omonimo romanzo di Nicholas Searle, che Condon ha dovuto trasformare in immagini. La storia intreccia, oltre l’inganno di Roy a Betty, anche una truffa finanziaria che l’anziano malvivente porta a termine con il suo socio nei confronti di due sprovveduti e avidi riccastri e ci infila anche un’altra linea narrativa – che attraverso flashback – racconta di una doppia vita di Roy, durante la Seconda Guerra mondiale nella Germania occupata, in cui si scopre il passato condiviso tra Roy e Betty. Il twist finale ribalta gli equilibri e i punti di forza così che alla fine il confine tra truffata e truffatore si ribalta. Senza svelare il finale – alquanto prevedibile – fin dalle prime sequenze Betty non appare una donna così sprovveduta e Roy fin troppo sicuro di sé e alquanto ingenuo nella preparazione della truffa nei confronti della donna. Le due truffe portate avanti in parallelo da Roy così non si amalgamano affatto e l’irruzione della Storia diventa pretestuosa per poter fornire una spiegazione didascalica di una vendetta preparata e perpetrata da tempo immemore.
Il regista americano arranca nella messa in scena, che risulta meccanica e risaputa, con una suspense praticamente nulla, visto che lo spettatore accorto capisce fin da subito dove si andrà a parare. Così, l’aspetto giallo di “L’inganno perfetto” risulta scolorito e deludente sotto tutti i punti di vista. Anche la direzione degli attori lascia a desiderare. E se Helen Mirren riesce in qualche modo a rendere la vedova Betty di un certo fascino e simpatica, spiace constatare come il grandissimo attore Ian McKellen interpreti malvolentieri un personaggio che indossa in modo stanco, quasi come se le manchevolezze drammaturgiche della storia si riverberassero anche nella resa recitativa.
Insomma, “L’inganno perfetto” lo è solo nel titolo e Bill Condon dirige una pellicola stantia nella messa in scena e nello sviluppo narrativo, in cui la bravura della Mirren può ben poco per non far naufragare un progetto che è palesemente un prodotto cinematografico di basso livello.
cast:
Helen Mirren, Ian McKellen, Russell Tovey
regia:
Bill Condon
titolo originale:
The Good Liar
distribuzione:
Warner Bros.
durata:
109'
produzione:
New Line Cinema, Bron Creative, 1000 Eyes
sceneggiatura:
Jeffrey Hatcher
fotografia:
Tobias A Schliessler
scenografie:
John Stevenson
montaggio:
Virginia Katz
costumi:
Keith Madden
musiche:
Carter Burwell