Rispettati i pronostici della vigilia: la Palma d'Oro del sessantaduesimo Festival di Cannes è andata all'austriaco Michael Haneke per "Das Weiße Band" ("Il nastro bianco"), che aveva già vinto il premio Fipresci della critica. Gran Premio della Giuria al francese "Un Prophète" di Jacques Audiard. Un premio speciale è andato (alla carriera) ad Alain Resnais che a Cannes ha presentato "Les Herbes Folles". Nessuna grande sorpresa nemmeno per quanto riguarda i migliori attori: Christoph Waltz ("Inglorius Basterds" di Quentin Tarantino) e Charlotte Gainsbourg ("Antichrist" di Lars von Trier). Più controversi gli altri premi: quello per la miglior regia è andato al discusso "Kinatay" del filippino Brillante Mendoza, mentre quello per la sceneggiatura al cinese Lou Ye, autore di "Spring Fever". Premio della giuria diviso a metà tra Andrea Arnold ("Fish Tank") e Park Chan-wook ("Thirst"). A bocca asciutta le pellicole di Almodóvar, Bellocchio, la Campion, Loach e Suleiman. Palma d'oro per il cortometraggio ad "Arena" di João Salaviza. Camera d'Or (miglior opera prima) a "Samson and Delilah" di Warwick Thornton. È invece il film greco "Kynodontas" di Yorgos Lanthimos il vincitore della sezione Un Certain Regard che ha assegnato il Premio della Giuria al film rumeno "Polotist, Adjectiv" di Corneliu Porumboiu e il Premio Speciale ex aequo all'iraniano "No One Knows About Persian Cats" di Bahman Ghobadi e al film francese "Le Père De Mes Enfants" di Mia Hansen-Løve. Nella sezione indipendente La Quinzaine des Réalisateurs ha trionfato il canadese "J'ai Tué Ma Mère", opera prima del ventenne Xavier Dolan, che ha portato a casa il Prix Regards Jeunes, il Prix SACD e il Prix CICAE. Il Grand Prix de la Semaine de la Critique, assegnato dai giornalisti accreditati che votano al termine di ciascuna proiezione, è andato al francese "Adieu Gary" di Nassim Amaouche