Cittadina britannica, ma naturalizzata americana nel 1943, Fontaine ha conquistato tre nomination e un Oscar nel 1942 per il film di Alfred Hitchcock "Suspicion", distribuito in Italia con il titolo "Il sospetto". L'anno prima per Hitchcock era stata la protagonista di "Rebecca - La prima moglie", il film che segnò il debutto americano del regista.
Lavorò con altri registi di culto quali Billy Wilder ("Il valzer dell'imperatore"), Fritz Lang ("L'alibi era perfetto"), George Cukor ("Donne") e Nicholas Ray ("La seduttrice"). Sposata quattro volte, ha avuto due figlie. Il suo nome è iscritto nella Hollywood Walk of Fame di Los Angeles.
Figlia di un avvocato britannico e di un'attrice che vivevano a Tokyo, ebbe un'infanzia segnata da problemi di salute e dalla separazione dei genitori, si trasferì negli Stati Uniti con la madre e la sorella Olivia. Adottando il congome d'arte della madre, debuttò sul grande schermo nel 1935, e nel 1941 fu voluta da Alfred Hitchcock accanto a Laurence Olivier per il suo film d'esordio americano, "Rebecca, la prima moglie" che le valse la prima nomination all'Oscar.
La vittoria le arrise l'anno dopo, quando ottenne il premio alla migliore attrice protagonista per "Il sospetto" ancora con Hitchcock, dove recitò al fianco di Cary Grant. Il riconoscimento la rese l'unico interprete di un'opera del regista inglese, donna o uomo, a ottenere l'ambita statuetta. Una soddisfazione aumentata dal fatto di aver sconfitto nell'occasione proprio la sorella, a sua volta candidata con "La porta d'oro" di Mitchell Leisen. Olivia De Havilland si sarebbe poi rifatta nel 1946, imponendosi con "A ciascuno il suo destino", sempre per la regia di Leisen, e doppiando il successo tre anni dopo con "L'ereditier" di William Wyler.
Nel frattempo, Joan Fontaine aveva ottenuto un'ulteriore candidatura nel 1943 per "Il fiore che non colsi" diretto da Edmund Goulding, a conferma di una competizione a distanza che non conobbe mai tregua. Per la cronaca, nessun'altra coppia di fratelli o sorelle nella storia è mai riuscita ad aggiudicarsi la più importante onorificenza del cinema. Dai suoi quattro matrimoni, si sono sempre conclusi con un divorzio, Fontaine ebbe una figlia, Deborah Leslie, e nel 1952 ne adottò una seconda, Martina, di origini peruviane, che però se ne andò di casa già nel 1963. Una delle vicende più dolorose per l'artista, come lei stessa raccontò nell'autobiografia data alle stampe nel 1978: "No Bed of Roses", nessun letto di rose per lei.
(repubblica.it)