Da un comunicato ufficiale della Biennale.
È stato attribuito al regista francese Bertrand Tavernier il Leone d’oro alla carriera della 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (2 > 12 settembre 2015). La decisione è stata presa dal Cda della Biennale presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore della Mostra del Cinema Alberto Barbera. Nella presentazione al Cda della proposta di Leone d’oro alla carriera, Alberto Barbera scrive: “Tavernier è un autore completo, istintivamente anticonformista, coraggiosamente eclettico. L'insieme dei suoi film costituisce un corpus in parte anomalo nel panorama del cinema francese degli ultimi quarant'anni. Non riconducibile alle istanze più radicali della Nouvelle Vague, nonostante le iniziali e assidue frequentazioni critiche di alcuni fra i suoi esponenti, né riduttivamente assimilabile alla Tradizione della Qualità, di cui peraltro ha mantenuto alcuni tratti distintivi sapientemente innovati: l'attenzione per la solidità narrativa, la cura nella costruzione dei personaggi, l'attitudine all'introspezione psicologica, la presenza costante di un substrato letterario. In Tavernier, l'importanza attribuita alla dimensione artigianale del mestiere si compenetra di altre due componenti: l'amore per il cinema classico americano, del quale ha assimilato la capacità di fare spettacolo senza rinunciare a una dimensione espressiva, e l'innata passione per i temi politici e sociali, che conferiscono al suo cinema caratteristiche personalissime e originali”.Tavernier, che Barbera definisce “figura centrale della scena cinematografica francese”, riceverà il riconoscimento durante la 72. Mostra di Venezia (2 – 12 settembre 2015). Inoltre, per la sezione Venezia Classici della prossima Mostra, Tavernier selezionerà alcuni titoli rari, dimenticati o sottovalutati, che presenterà prima della proiezione, in veste di Guest Director della sezione stessa. Nella motivazione del premio, Alberto Barbera sottolinea infatti che: “Tavernier è anche un appassionato critico cinematografico, caratterizzato da un spiccato gusto antiaccademico e da una predilezione per la scoperta e la rivalutazione di artisti sconosciuti. Talento messo a frutto in testi memorabili che costituiscono opera di riferimento per chiunque voglia ripercorre la storia del cinema francese, americano e italiano in particolare, con l'aiuto dello sguardo raffinato e non convenzionale di un cinefilo che rifugge ogni tentazione dogmatica, facendo prova di un'apertura di spirito, di una curiosità e di una larghezza di vedute inconsuete”. Tra i suoi film ricordiamo: “L’orologiaio di Saint-Paul” (1974), “La morte in diretta” (1980), “Una settimana di vacanza” (1980), “Colpo di spugna” (1981), “Una domenica in campagna” (1984), “Round Midnight – A mezzanotte circa” (1986), “La vita e niente altro” (1989), “Daddy Nostalgie” (1990), “La guerra senza nome” (1992), “Legge 627” (1992), “L’esca” (1995).