"Donna non si nasce, lo si diventa"
Simone de Beauvoir
È sempre odioso parlare di un film svelandone intreccio e colpi di scena. Tuttavia è quasi impossibile cercare di analizzare "Una nuova amica", ultima fatica del prolifico François Ozon, senza inciampare in qualche fatidica rivelazione. I detrattori degli spoiler, quindi, sono avvertiti fin da ora.
Durante un'orazione funebre, la fulva Claire (Anaïs Demoustier) ricorda il legame profondo che la univa alla compianta Laura: un'efficacissima sequenza a ellissi riassume vent'anni di simbiotico affiatamento, dal primo giorno di scuola al matrimonio (di entrambe). L'idillio si spezza solo quando Laura si ammala di un male incurabile e muore, lasciando l'inconsolabile Claire a sostenere il vedovo David (Romain Duris).
Nel mezzo di una visita inattesa, però, la ragazza lo sorprende mentre indossa gli abiti dell'amica defunta. È una rivelazione spiazzante dalla quale vorrebbe fuggire sgomenta, ma di cui si ritrova presto, suo malgrado, complice. La sconvolgente scoperta lega infatti i due personaggi in un rapporto di intimità e confidenza che si tramuta gradualmente in amicizia tenera e sincera: i due insieme si consolano, si spalleggiano, imparano a trarre beneficio dalla reciproca compagnia.
Per Claire è un ritorno alla vita. Per David una vera rinascita, sotto nuove spoglie. Mentre aiuta David a diventare definitivamente Virginia, spogliandosi di goffaggini e vezzi macchiettistici, Claire stessa entra in contatto, forse per la prima volta, con la propria femminilità, in un viaggio di scoperta e (auto)accettazione toccante e sorprendente. Ozon racconta questa doppia tra(n)sformazione con humour e innocente gaiezza, affrontando con grazia e naturalezza tematiche complesse legate alla sessualità e all'identità di genere. Ne è una prova la battuta dal sapore favolistico con cui si schernisce Virginia: "I bambini nascono sotto i cavoli e le bambine sotto i fiori. Si vede che io sono nata sotto un cavolfiore".
Ma "Una nuova amica" non è tutto qui. Le insidiose leggi del desiderio si insinuano in maniera graduale ma inesorabile tra Clare e David/Virginia, che si attraggono e si respingono in maniera ora giocosa, ora violenta, ora inquietante. E qui il film inizia a scricchiolare. La sceneggiatura si diverte a stuzzicare lo spettatore e intorbidire le acque, appesantendo la messinscena con visioni lascive ed echi pruriginosi di cui, tuttavia, rimangono oscuri i fini. Cosa rappresentano i sogni incandescenti di Claire con l'amica Laura? Perché il marito di Claire si scopre improvvisamente scosso dalla visione di prostitute transessuali che battono i viali? E perché Claire lo immagina unirsi a David in una fantasia omoerotica di dubbio gusto?
Ozon, regista raffinato, gira con eleganza e sinuosa scioltezza, divertendosi anche a inanellare una serie di sofisticate citazioni (Romain Duris en travesti sembra uscito da "Vestito per uccidere") e autocitazioni cinematografiche (i corridoi d'albergo di "Giovane e bella", gli accavallamenti saffici di "Otto donne e un mistero"). Purtroppo però si affida a una sceneggiatura ipertrofica e sconclusionata, tutta giocata al rialzo, colpo di scena su colpo di scena, che infrange malamente il limite sottile tra ambiguità intrigante e morbosità greve.
Un vero peccato perché nei momenti più ispirati il film riesce a raggiungere vette di autentica poesia: basti pensare alla lacrima di gioia che solca il volto di Virginia nel night club, mentre sul palco si esibisce una drag queen sulle note di "Une femme avec toi" di Nicole Croisielle. Uno sprazzo di commovente bellezza.
cast:
Romain Duris, Anaïs Demoustier, Raphaël Personnaz, Isild Le Besco, Aurore Clément, Jean-Claude Bolle-Reddat
regia:
François Ozon
titolo originale:
Une nouvelle amie
distribuzione:
Officine Ubu
durata:
105'
produzione:
Mandarin Cinéma, FOZ, Mars Films, France 2 Cinéma
sceneggiatura:
François Ozon
fotografia:
Pascal Marti
montaggio:
Laure Gardette
musiche:
Philippe Rombi