"Uccelli del Paradiso" è stato girato a Budapest in due mesi, ma è ambientato in Francia e la scelta sembra dirci qualcosa. Quando Parigi non è una cartolina e la Tour Eiffel è solo un dettaglio in lontananza fuori dalla finestra, nella vita tutto si consuma e brucia tra le pareti, lungo i corridoi, sui pavimenti. Mentre tutto intorno è solamente pioggia e Francia, canterebbe Paolo Conte. Ed è in una Parigi distante, statica e osservata dagli interni che si agita il melodramma pop di "Uccelli del Paradiso", terzo film per una Sarah Adina Smith ("Buster’s Mal Heart") ora più che mai pronta al decisivo salto in qualità e fama.
In esclusiva su Prime Video e tratta da un romanzo di A.K. Small, l’opera conferma la qualità crescente dei lavori prodotti dalla piattaforma streaming di Amazon, perlomeno in termini di film, già testimoniata lo scorso anno dall’ottima sorpresa indie-sci-fi di "L’immensità della notte". Appena atterrata in Europa, Kate (Diana Silvers) è la nuova ballerina di una prestigiosa scuola di danza classica. Americana e orfana di madre, è stata ammessa grazie a una borsa di studio in memoria del fratello suicida della bella Marine (Kristine Froseth), giovane stella francese dell’accademia. Sotto l’occhio severo e autoritario di Madame Brunelle (Jacqueline Bisset), le due si allenano per contendersi il primo posto al Prize, il concorso che permetterà a una sola di loro di diventare ballerina dell’Opéra di Parigi. Se la popolare Marine è fredda ma nasconde un animo tenero, al contrario Kate è tanto taciturna quanto subdola. Ma niente è come sembra. Inizialmente nemiche, le ragazze allacciano presto un rapporto morboso di amicizia e rivalità che esploderà in una danza – metaforica e non – di passione, dolcezza e autodistruzione. In agguato, le ombre di un passato torbido pronto a riemergere.
Ovviamente, il ballo vuole la sua parte. La danza ripresa in camera ha una sua bellezza grafica, perfettamente cinematografica, descritta dall’eleganza dei passi, dalla flessuosità dei corpi, dalla tensione dei volti, dall’invisibile spinta della musica (memorabile il ritmato montaggio di sesso, droga & danza accompagnato da "Deadly Valentine" di Charlotte Gainsbourg). Ma "Uccelli del Paradiso" è sopratutto altro, e quell’altro sono le sue due protagoniste – che pure ballano molto, e bene. Diana Silvers (già vista nell’horror "Ma") e in particolare Kristine Froseth sono tanto brave a guardarsi negli occhi e a riempire il silenzio di tenerezza, disagio, struggimento, che il resto del cast pare non esistere. E così è, più o meno: i genitori assenti, le restanti compagne, perfino un tradimento d’amore sono nulla di fronte a un patto di legame eterno. Vincere entrambe, vincere assieme, oppure affondare.
Nella tensione che si accumula progressivamente verso l’ultimo ballo, tra promesse fatte e infrante, il film si esprime con la forza evocativa dei suoi colori e delle sue sensazioni, capace di stordire come nella bellissima sequenza onirica al The Jungle e nello straziante pianto di Marine quando viene privata del suo segreto. Nonostante la scuola di ballo maledetta sia ormai un cliché ("Suspiria"?), Sarah Adina Smith dirige con mano sicura un’opera fascinosa e accattivante, optando per la giusta scelta di suggerire molto e spiegare poco. Come nell’istante finale, toccato da una pennellata di surrealismo che ricorda l’epilogo lirico che già fu di "Birdman" e "Il cigno nero", gli altri due grandi drammi del dietro le quinte con cui questo film (specie nei confronti del secondo) rivela delle affinità. Ma ancora una volta qua c’è qualcosa di piccolo e unico, ed è l’alchimia tra i corpi e gli sguardi delle due attrici: è ciò che eleva il film e, ci si augura, lo porterà lontano. Nel frattempo, due star sono nate.
cast:
Diana Silvers, Kristine Froseth
regia:
Sarah Adina Smith
titolo originale:
Birds of Paradise
distribuzione:
Anonymous Content, Everything is Everything
durata:
113'
produzione:
Amazon Studios
sceneggiatura:
Sarah Adina Smith
musiche:
Ellen Reid
Appena atterrata in Europa, Kate (Diana Silvers) è la nuova ballerina di una prestigiosa scuola di danza classica. Americana e orfana di madre, è stata ammessa grazie a una borsa di studio in memoria del fratello suicida della bella Marine (Kristine Froseth), giovane stella francese dell’accademia. Tra le due inizia una sfida