Il regista australiano (di origini malesi) James Wan, pur essendo reduce dal successo planetario di "
Fast & Furious 7", ormai, grazie a titoli come "Saw", "
Insidious" e "
L'evocazione - The Conjuring" si è in questi anni ampiamente meritato la qualifica di regista horror di successo. Qualifica che "The Conjuring - Il caso Enfield", uscito in queste settimane con grande fortuna, non farà che confermare, segno che la formula da lui scelta di un cinema "di paura" che agli spargimenti di sangue preferisce la tensione è vincente e il fascino della casa stregata fa presa anche sulle giovani generazioni che magari neanche conoscono classici come "Haunting" di Robert Wise. Come il film del 2013, il sequel ripropone la coppia formata da Patrick Wilson e Vera Farmiga nei panni di Ed e Lorraine Warren, due demonologi piuttosto noti negli Stati Uniti per avere indagato su diversi fenomeni paranormali, come quello di Amityville. Proprio da quel caso, ispiratore di diverse pellicole di genere, parte il nuovo film e nel prologo vediamo l'ex-agente di polizia Ed e la chiaroveggente Lorraine ripercorrere i fatti sanguinari avvenuti nella casa della famiglia Lutz imbattendosi infine in una presenza demoniaca alquanto inquietante. Però il cuore del film è altrove, esattamente dall'altra parte dell'oceano, in North London, dove si trova un'altra casa infestata e una nuova famiglia bisognosa di aiuto. Infatti, nel 1977 i coniugi Warren andarono in trasferta in Inghilterra per occuparsi del cosiddetto Caso Enfield. Stando alle cronache del tempo, il coinvolgimento dei Warren fu piuttosto rapido e infruttuoso, ma per esigenze cinematografiche i due qui diventano gli elementi risolutori del tutto.
Se non ci fossero loro, infatti, Peggy Hogdson, madre single che non se la passa propriamente bene, e i suoi quattro figli (Margareth, Johnny, l'adorabile Billy e soprattutto Janet) continuerebbero a essere perseguitati dal fantasma del signor Wilkins, settuagenario ex-inquilino dello stabile che evidentemente non gradisce i nuovi arrivati.
Tra coperte che saltano, letti che si muovono, cantine che si allagano, televisori impazziti, ragazzine possedute e giocattoli che si azionano da sé nel bel mezzo della notte, ce n'è abbastanza da perdere il sonno. Ma i prodi Warren, in missione per conto di Dio (per dirla come in un film che con le storie di fantasmi ci entrava poco), riescono a sistemare le cose e a regolare i conti con una, si fa per dire, vecchia amica. Wan si prende i suoi tempi (il film dura la bellezza di 134 minuti) e di certo l'originalità non è il forte di un progetto così. Al di là dei riferimenti a classici del passato ("
L'esorcista" su tutti), senza dimenticare titoli recenti già divenuti popolari ("
Babadook", richiamato nella figura dell'omino sciancato), è difficile non respirare un'aria da prodotto derivativo. E allora come si spiega la fortuna, anche critica, del film? Semplicemente col fatto che James Wan è un regista capace, che conosce i meccanismi della
suspense, sa gestire egregiamente gli spazi e il pubblico si diverte a farsi spaventare, come tanto tempo fa si divertiva di fronte alle trovate del pioniere William Castle. Infatti, spesso e volentieri durante le proiezioni dei suoi film l'atmosfera è caratterizzata da un miscuglio di urla e risate. Regista e sceneggiatori (Corey e Chad Hayes) non ignorano che i casi dei Warren siano stati spesso tacciati di ciarlataneria, ma liquidano sbrigativamente il tutto come prevedibile miscredenza; l'ambiguità non trova asilo in certe opere. Invece le accuse mosse agli Hogdson di essersi inventati tutto per attirare l'attenzione mediatica e ottenere qualche aiuto diventano un elemento della trama ma senza esagerare: gli spettatori pagano per vedere una ragazzina perseguitata da un
poltergeist, mica una che se lo inventa!
Wilson e Farmiga sono due attori che piacerebbe vedere sempre sullo schermo, anche se i ruoli dei due acchiappa-fantasmi non richiedono loro più di tanto. Vista la popolarità di questi titoli, i due continueranno però a parteciparvi ben volentieri. Nei ruoli secondari ragazzini alle prime armi che appaiono funzionalmente atterriti, ma anche nomi conosciuti come Franka Potente, Frances O'Connor, Maria Doyle Kennedy e Simon McBurney. Essendo però un horror, a spiccare sono soprattutto i
baubau, in particolare la suora demoniaca che ricorda
Marilyn Manson e perseguita la signora Warren, è una figura che entra di diritto nella galleria di figure più memorabili del cinema di genere recente, degna compare del mostro di "Insidious". Se un giorno Wan e il suo team decidessero di studiare un
cross-over in cui i due appaiono insieme, probabilmente per il pubblico una bella dose di salti sulla sedia e risate sarebbe assicurata!