"The Big Sick" è il titolo giusto per chi ama: un malato grave da tenere sotto stretta osservazione.
Kumail, giovane stand-up comedian musulmano, sbarca il lunario come autista Uber a Chicago, sogna con altri colleghi di partecipare all'importante Comedy Fest di Montreal e si chiede se c'è una vita oltre il Pakistan e il matrimonio combinato a cui i suoi genitori vogliono destinarlo. Una sera conosce Emily, studentessa di psicologia, intelligente e molto carina, ma soprattutto americana e parecchio bianca.
Che faccio, dunque, si chiede Kumail? Tirare fuori le unghie, confessare alla famiglia che a lui l'Islam dice poco e niente, e rischiare di non essere invitato più nemmeno a pranzo dai suoi? Oppure parlare chiaro alla dolce Emily e dirle non può esserci un futuro per la loro storia?
Sicuramente, è la domanda che gli stessi Kumail Nanjiani e Emily V. Gordon, sceneggiatori del film, si saranno fatti più volte, mentre scrivevano il canovaccio di questa brillante commedia, presa a prestito dalla vera storia della loro unione. Il film, apprezzatissimo al Sundance, caso dell'anno del cinema indipendente americano, trova i giusti tempi comici grazie all'intesa tra i due protagonisti: lo stesso Nanjiani e Zoe Kazan, ammirati rispettivamente nelle serie "
Silicon Valley" e "
Olive Kitteridge"; si vede, inoltre, la mano sapiente dell'esperto produttore Judd Apatow ("
Non mi scaricare").
"Cosa siamo venuti a fare in America, se dobbiamo continuare a vivere secondo le regole del nostro Paese?" chiede Kumail ai suoi genitori: è il clash culturale degli immigrati di seconda generazione, identità sospese tra le tradizioni della terra d'origine e aspettative di una società nuova; tema ferocemente attuale, irrisolto per definizione, ma trattato nella pellicola con un debordante carico di intelligente autoironia.
Quando Emily si ammalerà, stavolta davvero costretta in un letto d'ospedale, per Kumail sarà l'occasione per affrontare finalmente queste domande, tra dubbi esistenziali e crisi da palcoscenico, e provare a rispondersi, mentre cerca di sopravvivere in mezzo alle nevrosi dei genitori di lei.
Nonostante la regia di Michael Showalter appaia più indicata a gestire la parti comiche piuttosto che quelle romantiche, alle quali non riesce a dare lo stesso grado di calore e intensità, e alcune svolte nel finale, rilanciato più volte, sembrino troppo schiave del plot, "The Big Sick" resta un film molto riuscito: si ride davvero tanto, e parecchio anche ci si commuove.
18/11/2017