Dopo i giocattoli animati di "Toy Story" e dopo gli animali domestici di "Pets", tocca stavolta ai prodotti di un supermercato, e in particolare al cibo, il compito di prendere vita e di esser protagonista dell'avventura più scorretta, volgare, spudorata e cinica dell'animazione cinematografica dai tempi di "South Park" o de "Le nove vite di Fritz il gatto".
Le diaboliche menti di Seth Rogen e di Evan Goldberg (coadiuvate stavolta da Jonah Hill), dopo lo scandaloso successo di "The interview", decidono di puntare tutto sull'animazione, raddoppiando in tal modo lo sconcerto grazie all'utilizzo di un genere che solitamente viene riservato ai più piccoli.
E se nel precedente lavoro il bersaglio mirato del loro black humor era il dittatore coreano Kim Jong-un (il quale a suo tempo minacciò gli Stati Uniti di attacchi terroristici se non avessero ritirato la pellicola dalle sale), questa volta la sconcezza e la satira non escludono nessun bersaglio: il supermercato in cui la narrazione si svolge diventa una metafora del mondo stesso, dei suoi conflitti e delle sue battaglie.
C'è quindi l'odio tra un lavash dall'aspetto e la parlata araba e un bagel kosher ebreo; c'è il taco messicano che fugge attraverso cunicoli sotterranei; i crauti nazionalsocialisti in guerra con i succhi di frutta (il film sfrutta l'assonanza in lingua originale tra "Juice" e "Jew"); il liquore pellerossa cacciato dal proprio scaffale dai crackers e soprattutto ci sono i wurstel che danno il titolo al film (che in italiano suonerebbe come "la sagra della salsiccia", con tutti i doppi sensi che ciò comporta), desiderosi di dar senso alla propria vita infilandosi tra dei panini da hot dog dalla forma che chiaramente rimanda al sesso femminile.
La pellicola non cerca di mascherare in alcun modo gli espliciti rimandi sessuali né i numerosissimi turpiloqui, ma è anche in grado di trovare delle soluzioni narrative intelligenti e degli sketch ilari in grado di provocare facilmente la risata. Ma ciò che all'opera meglio riesce è il sopracitato paragone tra il mondo diegetico e quello reale, che esagera e prende a caricatura ogni aspetto della nostra vita: dalla religione, al sesso, alla politica.
All'interno del supermercato Shopwell's gli alimenti sono infatti convinti che gli esseri umani siano delle divinità: degli esseri immortali e intellettualmente superiori che trasportano i prescelti nel "Grande Aldilà": un luogo diverso da quello degli scaffali e degli ingombranti imballaggi, dove essi saranno finalmente liberi e felici per sempre. E tutto procede per il meglio fino a che un giorno un vasetto di senape reso da un cliente, reduce di questo fantomatico "altro mondo", inizia a raccontare storie di accadimenti tremendi. Gli Dei non sono gli esseri benevoli che tutti credono: la verità è che essi non si fanno problemi a scuoiare vive le patate, ad aprire i panini in due, a svuotare delle loro interiora i vasetti di marmellata o a mangiare con freddezza cuccioli di carota. Starà al wurstel Frank e alla sua amata Brenda svelare il mistero, indagando tra i segreti dei nativi indiani (perennemente strafatti) e una serie di altri personaggi svalvolati e fuori da ogni regola. Cosa si cela dietro al grande inganno dell'aldilà? Forse soltanto un modo per vivere con più serenità la vita, o forse un inganno che promettendo una ricompensa nel futuro impedisce di vivere appieno il presente.
Sono interrogativi che possono avere un effettivo valore quelli che il film affronta, con tutti i limiti che a un tale prodotto si devono concedere. Ovviamente non siamo di fronte a una pretesa di discutere sui massimi sistemi, ma a un film volutamente impertinente che ha come primo obiettivo quello di divertire. Ciò che ci sembra lodabile è il fatto che tale fittissimo succedersi di battute poco ortodosse non si regga soltanto su un desiderio punk di scandalizzare, ma che organizzi la sua narrazione all'interno di una vera trama. L'intreccio non è cioè soltanto un sottile filo che collega debolmente una gag alla successiva, ma un soggetto con una propria struttura, che non ha la pretesa di risolvere in un cartone animato intricati conflitti sociali, ma che riesce sicuramente a far ridere di essi, col distacco e la malizia del cinico, a ricordarci che in fin dei conti non siamo molto diversi da quelle salsicce e da quei panini che si arrabattano tra gli scaffali di un supermercato senza rendersi conto del destino comune che li aspetta alla porta.
regia:
Conrad Vernon, Greg Tiernan
titolo originale:
Sausage Party
distribuzione:
Warner Bros.
durata:
89'
produzione:
Annapurna Pictures, Nitrogen Studios Canada, Point Grey Pictures, Sony Pictures Entertainment
sceneggiatura:
Evan Goldberg, Kyle Hunter, Seth Rogen, Ariel Shaffir
scenografie:
Kyle McQueen
montaggio:
Kevin Pavlovic
musiche:
Christopher Lennertz, Alan Menken