Come sprecare due ore della vostra vita. Come sprecare due ore, due ore abbondanti, molto abbondanti, tra le grinfie di una pellicola piatta e compiaciuta della sua piattezza.
"Questi sono i 40" è la non-commedia firmata da Judd Apatow ("40 anni vergine", "Molto incinta") con un narcisismo stilistico irritante e vezzoso per la ricerca di un registro narrativo che si differenzi dalla massa di commedie usa e getta. Difatti il film di Apatow si differenzia dalla moltitudine informe di commedie schematiche e ripetitive, ma questa presa di distanza non risuona come un valore aggiunto. La peculiarità di "Questi sono i 40" sta in una scrittura che a tratti fa il verso a penne ricercate come quelle di Diablo Cody ("Juno", "Jennifer's Body", "Young Adult", "La casa") e Tod Solondz ("Happiness - Felicità", "Palindromes", "Perdona e dimentica", "Dark Horse"). Ma se la genuina vena ribelle di Diablo Cody e Solondz di fronte ad un impianto narrativo canonico si fanno carico del rischio di una rottura col pubblico di base elevandosi con virtù irriverente e dissacrante l'attitudine apatica della narrazione di Apatow resta un superficiale vezzo che si risolve in un nulla di fatto, in un vezzo estetico che incasella una commedia standard in contorni di una presunta autorialità.
La storia è quella della coppia Pete (Paul Rudd) e Debbie (Leslie Mann) alle prese con la più classica crisi di mezz'età. Una casa, un lavoro, due figlie, i soliti amici. Una routine. Problemi d'ordinaria banalità che mettono in crisi la coppia: le finanze, il sesso, l'amore, la famiglia, il corpo, la casa, il lavoro. La storia si snocciola attraverso una serie di tappe già immaginabili a priori che culmina sempre in una sequela di gag per strappare la risata facile. Da erezioni al viagra a fellatio sotto pressione, dal nonno squinternato alla commessa sexy (una Megan Fox che da una ragione al prezzo del biglietto).
Meglio soprassedere su quest'ennesima scorribanda cinematografica dell'instancabile Apatow, prolifico sceneggiatore e produttore ancor prima che come regista, meglio soprassedere e passare oltre perché una critica dettagliata della pellicola non suonerebbe meno impietoso di un bollettino di guerra. Ricadendo sempre e continuamente nel cliché dal quale cerca di staccarsi il film affonda ben prima di prendere il largo giustapponendo una serie di sequenze concepite per far spettacolo in modo autonomo, slegate dal filo conduttore che si regge sull'esile stereotipo della coppia di mezza età in crisi, un arco narrativo troppo esile tanto da collassare sotto il peso delle trovate che di volta in volta vengono presentate per destare l'attenzione dello spettatore.
La cornice si riempie di personaggi marginali relegati a ruoli macchiettistici: il personal trainer (un Jason Segel che ancora non riesce a trovare la sua strada sul grande schermo), l'impiegato bislacco della casa discografica (Chris O'Dowd), i due padri squinternati (John Lithgow e Albert Brooks). Tutto in "Questi sono i 40" si scioglie delegando la propria importanza ad effimere epifanie cariche di una sciatta comicità.
Pellicola sconsigliata (anche ad un pubblico che cerca un intrattenimento facile e senza pretese) che condanneremmo con piacere alla damnatio memoriae. No, caro Apatow, questi non sono i 40 è un mero 3 in pagella.
cast:
Paul Rudd, Leslie Mann, Megan Fox, Jason Segel
regia:
Judd Apatow
titolo originale:
This Is 40
durata:
134'
produzione:
Judd Apatow
sceneggiatura:
Judd Apatow
fotografia:
Phedon Papamichael
musiche:
Jon Brion