"Let’s waste some time!" ridacchia Nyles dritto in faccia a Sarah, ormai arresosi al ripetersi ininterrotto della giornata del 9 novembre. Un loop temporale apparentemente infinito in cui queste due (anzi tre) persone sono perdute e risucchiate, destinato a ripartire ogni sonno - o morte - di chi lo abita. I due si conoscono alla festa di matrimonio della sorella di Sarah in un casale nel deserto di Palm Springs e da qui cominciano le loro avventure sregolate fino alla perdita di ogni inibizione.
Chi non perde tempo sono invece Max Barbakow e Andy Siara, rispettivamente regista e sceneggiatore, entrambi esordienti nel panorama cinematografico. I due giovani americani strapazzano i protagonisti ad un ritmo indiavolato a colpi di tagli di montaggio velocissimi e durata delle inquadrature ridottissima, seguendo una struttura tagliata su di un triplice punto di vista a rotazione funzionale e cadenzata. "Palm Springs" è una commedia satura: cromatismi, eccessi da commedia sboccata (seppur innocua), ritmo e soprattutto riferimenti. "Ricomincio da capo" può essere di sicuro uno di essi ma esclusivamente per il meccanismo temporale. Andy Siara si concentra primariamente sulle dinamiche da commedia sentimentale inserendole in un gioco al riavvolgimento per riflettere ancora e ancora attraverso la ricorsività degli eventi sul rapporto di coppia; eventi ai quali, ad ogni svolta, si aggiungono o sovrappongono elementi che ampliano la vista sulla relazione di Nyles e Sarah (vedasi il più educato "Questione di tempo" per variazioni sul tema). Il loop è piuttosto un gioco, un divertissment comico e prestato allo slapstick e alla messa in scena del situazionismo umoristico, ricalcando la voglia di reinventare la morte, chiaramente con toni meno veraci, di "Auguri per la tua morte".
In "Palm Springs", al di là delle consuete prove attoriali sospinte, è la regia di Max Barbakow a spiccare, riuscendo a limitare la noia della ripetizione degli stessi eventi e lavorando con un approccio da producer invece che d’autore, limando le prospettive esagerate da film indipendente e non sfociando mai nell’intenzione autoriale. Alla fine confeziona un prodotto che ha però dei limiti evidenti. Primo fra tutti, lo stesso Barbakow ambisce dichiaratamente a commedie sentimentali di rottura come "Ubriaco d’amore" o "Se mi lasci ti cancello", almeno quali modelli di riferimento, e difatti si percepisce la necessità d’interpretare il testo di Siara apportando, in teoria, una personale visione alla USA comedy; fino alla contemplazione di dinosauri in CGI sullo sfondo californiano, forzato afflato sorrentiniano.
In pratica il risultato è un altro e risulta fiaccato dagli stereotipi caratteriali che bivaccano ai lati delle highway americane o che animano un matrimonio sconclusionato. "Palm Springs" ricorda piuttosto i giochetti temporali di "50 volte il primo bacio" o "Cambia la tua vita con un click" di Adam Sandler, coi quali condivide anche un certo grigiore sulla rappresentazione della contemporaneità americana: la fotografia bruciata del matrimonio è l'ennessima immedesimazione social colorata e ammantata di ipocrisie. Battute che paiono sfottò fini a sé stessi tra (omo)sessualità, pistolotti sul senso della vita e filosofia del cazzeggio, innocui quanto indubitabilmente divertenti.
Siara aggiunge intelligentemente un pizzico di sci-fi della corrente pop-culture, qui ravisabile nelle beghe temporali degli universi paralleli (che imperversa in produzioni cinematografiche e televisive seriali, o anche videoludiche); un tipo di precisione scientifica che, seppur marginale, dimostra quanto oggi sia necessario convincere il pubblico di una finitezza teorica per approdare all’inverosimiglianza del viaggio temporale, pur se inserito in un contesto comico idealmente libero da giustificazioni. Ecco spiegata la brillantezza di "Palm Springs", confezionato alla perfezione eppure non abrasivo come vorrebbe far credere. Siamo distanti, per esempio, dalla strafottenza dei fratelli Pharrelly ("Tutti pazzi per Mary") o di Adam McKay ("Anchorman"). Ma può andar bene così, se ci si accontenta.
cast:
Peter Gallagher, Camila Mendes, J. K. Simmons, Adam Samberg, Cristin Milioti
regia:
Max Barbakow
titolo originale:
Palm Springs
distribuzione:
I Wonder Pictures, Unipol Biografilm Festival
durata:
90'
produzione:
Limelight Productions, The Lonely Island
sceneggiatura:
Andy Siara
fotografia:
Quyen Tran
scenografie:
Jason Kisvarday
montaggio:
Andrew Dickler, Matt Friedman
costumi:
Colin Wilkes
musiche:
Matthew Compton