Il villaggio protagonista del film è sineddoche di una situazione tragica ed estesa, quella che vede un insanabile conflitto civile e religioso tra parti avverse che vivono l'una accanto all'altra. Alle soglie del Terzo Millennio, ci racconta la voce fuori campo, sembra esserci la pace ma, come la si è ottenuta, è un'altra storia che merita di essere raccontata. Protagoniste assolute sono le donne, madri, mogli, sorelle, tutte accomunate da qualche lutto passato, tutte disposte a collaborare affinché in futuro non scorra più il sangue tra i propri cari di sesso maschile. Nel resto del paese infuriano nuovi scontri e le donne si muovono per nascondere agli uomini gli ultimi avvenimenti (guastando l'unico televisore funzionante, bruciando i giornali), ma una serie di dispetti e beghe di poco conto rischiano di innescare l'ennesima faida fratricida tra la comunità cristiana e quella musulmana.
Co-sceneggiato dalla stessa regista, che scrive il soggetto ripensando alla propria infanzia in Libano, "E ora dove andiamo?" ha la pregevole intenzione di raccontare un mondo difficile e complesso nella maniera più semplice e leggera possibile, attraverso un costrutto fiabesco che non ha paura dei cliché e di personaggi macchiettistici. Se però cinema di cartapesta doveva essere, tanto valeva esserlo fino in fondo, utilizzando scelte estetiche e narrative ad hoc: non basta di certo la recitazione sopra le righe dell'ottimo cast per distrarre da passaggi narrativi discutibili, che mostrano una sceneggiatura slabbrata e poco coerente. Ad esempio l'assunzione del gruppo di lap-dancer rumene per irretire i propri uomini, previo accordo per lo di sciopero del sesso, sembra prendere spunto dalla "Lisistrata" di Aristofane, ma a tale premessa non v'è nessuna degna conseguenza, poiché i motivi che spingono le protagoniste per l'operazione finale provengono dalla svolta drammatica del racconto: un ripido slittamento da farsa a tragedia, per poi risolvere la questione nuovamente in farsa senza contiguità.
Numerosi sono i momenti di scollamento dalla realtà, come all'inizio del film, quando tutte le donne del villaggio si dirigono a pregare verso la tomba dei loro cari, e questo carosello in divisa da lutto, sulle note di una musica etnica, si trasforma in un singolare e ancheggiante balletto; la Labaki, però, non realizza una commedia musicale, come una scena del genere potrebbe far supporre, bensì inserisce alcune sequenze da musical a macchia di leopardo nel tessuto filmico, oltrepassando abbondantemente la soglia del videoclip (di cui è stata regista a inizio carriera). Vista la loro natura accessoria, non si possono definire altrimenti le scene della canzone d'amore "pensata" da Amale (Labaki) e Rabih (Farhat), la triste fuga nei boschi della donna interpretata dalla regista e la sequenza del folle esperimento gastronomico (la più divertente del film). Lo sguardo della Labaki non riesce a dare personalità a una regia attenta solo a inquadrare le azioni e a non farne risaltare le motivazioni emotive, sottolineate poi dagli sfoghi dei personaggi di Amale e Takla in momenti ad alto tasso isterico-drammatico: la regia rimane patinata e appiattita su una fotografia dai colori stereotipati, che sembra ambientare fin troppo spesso le scene all'alba o al tramonto.
Se non fosse per l'eccessiva quantità di piaggeria, a "E ora dove andiamo?", secondo lungometraggio dell'autrice e protagonista di "Caramel", verrebbe voglia di volergli bene, soprattutto dopo aver visto la già citata e bizzarra sequenza musicale, nella quale troviamo le donne del villaggio riunitesi a impastare tortini conditi di hashish e barbiturici in previsione di una folle festa notturna. E poi, si sa, le donne salveranno il mondo...ma per il buon cinema sarà meglio ritentare un'altra volta.
Per saperne di più: "E ora dove andiamo?" - Incontro con Nadine Labaki
cast:
Nadine Labaki, Claude Baz Mussawbaa, Leyla Hakim, Yvonne Maalouf, Antoinette Noufaily, Petra Saghbini, Ali Haidar, Kevin Abboud, Mostafa Al Sakka
regia:
Nadine Labaki
titolo originale:
Et maintenant, on va où?
distribuzione:
Eagle Pictures
durata:
100'
produzione:
Les Films des Tournelles
sceneggiatura:
Nadine Labaki, Jihad Hojeily, Rodney Al Haddad, Thomas Bidegain
fotografia:
Christophe Offenstein
montaggio:
Véronique Lange
costumi:
Caroline Labaki
musiche:
Khaled Mouzannar