Nel corso degli anni 2000 la Turchia si è contraddistinta per essere tra gli Stati con una attiva e rapida crescita economica. A partire dal 2005 - in concomitanza con la nascita di una nuova lira - fino ad oggi, il progresso locale ha fatto impallidire quello comatoso italiano.
Le spore della muffa, però, continuano a essere appiccicate agli angoli invisibili del paese: le tossine che producono sembrano quindi sparpagliarsi nell'aria e consumare la respirazione delle vittime. Se con gli anni si è riusciti a dibattere e parlare con diffusione della tragedia dei desaparecidos argentini degli anni '70, il fenomeno di quelli turchi (dal 1990 al 1996) - detti kayip, ovvero perso - è dimenticato, rimosso, parzialmente ignoto. Sarebbero oltre 500, probabilmente torturati e giustiziati, prima di essere fatti sparire durante la fase più critica dei contrasti che opponevano lo Stato ai gruppi indipendentisti curdi e di estrema sinistra.
La volontà di affrontare questo argomento da parte di questo debuttante turco deriva dai tormenti e i turbamenti che hanno accompagnato la giovinezza di Ali Aydin, un'auto-analisi che vuol farsi disamina di una coscienza collettiva chiusa in un ambiente di ridotte dimensioni e invaso, per l'appunto, dalla muffa. La comunità ne esce a pezzi.
cast:
Ercan Kesal, Muhammet Uzuner, Tansu Biçer, Ali Çoban, Serpil Goral
regia:
Ali Aydın
titolo originale:
Küf
distribuzione:
Sacher Distribuzione
durata:
94'
produzione:
Yeni Sinemacilar, Motiva Film, Beleza Film
sceneggiatura:
Ali Aydın
fotografia:
Murat Tuncel
scenografie:
Meral Efe, Yunus Emre Yurtseven
montaggio:
Ahmet Boyacioglu, Ayhan Ergürsel
costumi:
Dilsat Zülkadiroglu