Il cinema bellico, non solo quello americano e non solo quello classico, ha sempre amato raccontare i momenti cruciali della seconda guerra mondiale, confidando nell’interesse di una buona parte del pubblico pagante. Tant’è vero che continuano ad essere prodotte opere dedicate a quello che resta uno dei capitoli fondamentali della storia novecentesca. Roland Emmerich, regista tedesco in servizio a Hollywood dagli anni novanta, si getta nell’impresa, realizzando, con capitali provenienti in buona parte anche dalla Cina, un film dedicato alla battaglia che vide contrapporsi la marina americana e quella giapponese nel giugno del 1942, vicino l’atollo Midway, conclusasi con un trionfo per le truppe statunitensi, costituendo, a dirla molto sbrigativamente, per l’America una rivincita dopo l’attacco subito a Pearl Harbour e per il Giappone il prodromo della futura (anche se non proprio imminente) disfatta. Episodio che era già stato raccontato nel 1976 da Jack Smight con un film interpretato da un cast all star (Charlton Heston, Henry Fonda, Glenn Ford, Toshiro Mifune e James Coburn) all’epoca molto popolare fra gli spettatori. Probabilmente Emmerich, che ha all’attivo successi come "Independence Day", "The Day after Tomorrow" e "2012", spera che il pubblico di oggi si riveli altrettanto appassionato a quella vicenda e il tempo ci dirà se il botteghino (la critica in generale nei suoi confronti non è mai stata troppo benevola) avrà apprezzato questa sua nuova impresa. Intanto però si può parlare del film, dicendo che nonostante l’omaggio fugace a John Ford, dipinto come un ometto temerario e incosciente disposto a riprendere i momenti della battaglia a sprezzo del pericolo, Emmerich non guarda tanto alla Hollywood classica, che amava molto i cosiddetti film di guerra, né in generale a registi più recenti come Spielberg, Cimino, Kubrick, Coppola, Malick, Eastwood, Bigelow o Nolan. Piuttosto il suo referente più prossimo è il Michael Bay di Pearl Harbour, episodio della storia americana che non a caso è presente anche in "Midway": entrambi realizzano un cinema volutamente non autoriale, anche se ben riconoscibile per tematiche e stile, potendo contare su budget più che considerevoli.
Rispetto a quelli del collega americano, i film di Emmerich si segnalano per una cifra sicuramente fracassona ma meno iperrealista, anche se francamente, per quanto la sceneggiatura, scritta da Wes Tooke (finora attivo soprattutto in tv), metta al centro della storia i veri protagonisti della battaglia, il ritratto dei personaggi sa più di romanzato che di realista e questo nonostante gli effetti speciali riescano a dare al tutto una certa credibilità visiva cui i film del passato non potevano certo aspirare. Quindi gli americani sono valorosi, (a modo loro) simpatici e sembrano usciti dai manifesti anni quaranta. Si celebra l’amicizia virile senza dimenticare le mogli che pazientemente stanno a casa ad aspettare notizie mantenendo il contegno nonostante la preoccupazione crescente. Il cast riunito è in effetti di buon livello visto che vanta nomi come Woody Harrelson, un poco riconoscibile Dennis Quaid, il sempre sottovalutato Patrick Wilson, Aaron Eckhart (interpreta il tenente colonnello James Doolittle, che guidò il raid aereo contro Tokyo e poi riuscì a sopravvivere nella Cina occupata dai giapponesi, storia cui dedicare un film tutto suo), la pop star Nick Jonas, Luke Evans e volti noti del piccolo schermo, come Darren Criss e Mandy Moore chiamati a interpretare figure abbastanza bidimensionali. Non fa eccezione neanche l’inglese Ed Skrein cui spetta il ruolo dell’eroico Dick Best, personaggio che una trentina di anni fa sarebbe stato adatto a Tom Cruise. Visto che gli americani sono rappresentati senza grande profondità, in "Midway" le figure dei giapponesi forse involontariamente guadagnano nel confronto. Seppur descritti come spietati nei confronti del nemico, gli ufficiali nipponici sono figure tutte d’un pezzo che non perdono la flemma e il coraggio neanche di fronte alla disfatta, permettendo anche ad Asano Tadanobu, Jun Kunimura ed Etsushi Toyokawa di vincere idealmente il confronto coi colleghi occidentali.
Se a livello drammatico il film si mostra carente (vedasi la morte sbrigativa del giovane pilota inutilmente incoraggiato dal protagonista) è sul versante puramente spettacolare, durante le sequenze dei voli aerei e i momenti di battaglia con le portaerei, che gioca le sue carte migliori, ed è ovviamente grazie a questi momenti che "Midway" riuscirà eventualmente a conquistare il proprio pubblico.
cast:
Ed Skrein, Woody Harrelson, Patrick Wilson, Luke Evans, Luke Kleintank, Mandy Moore, Nick Jonas, Aaron Eckhart, Dennis Quaid, Asano Tadanobu, Darren Criss
regia:
Roland Emmerich
distribuzione:
Eagle Pictures
durata:
138'
produzione:
Centropolis
sceneggiatura:
Wes Tooke
fotografia:
Robby Baumgarten
scenografie:
Kirk M. Petruccelli
montaggio:
Adam Wolfe
costumi:
Mario Davignon
musiche:
Thomas Wander, Harald Kloser