Ondacinema

recensione di Alessio Cossu
6.5/10

Il cinema di Ivano De Matteo fotografa con semplicità espressiva ma anche con schiettezza d’intenti tematiche tutt’altro che secondarie della società del Belpaese. Dopo le difficoltà economiche delle coppie separate, al centro di "Gli equilibristi" (2012), l’egoismo sociale in "La bella gente" (2009), il rapporto tra borghesia e comunità di immigrati in "Villetta con ospiti" (2020), "Mia" sembra tornare a concentrare il focus sui rapporti tra genitori e figli, sull’incomunicabilità, sul disagio giovanile e sull’educazione sentimentale, già al centro di "I nostri ragazzi" (2014), lasciando invece sullo sfondo gli altri aspetti. In più, vi è il cyberbullismo, una piaga che prevale sulla resilienza al termine di una relazione sentimentale. Il tema, diventato sempre più occasione di dibattito a tutti i livelli, è stato inevitabilmente recepito anche dal mondo del cinema. Recentissima, ad esempio, la pellicola sudcoreana presentata al FKFF 2023, "Gyeong-Ah’s Daughter", che fatte salve le peculiarità stilistiche della cinematografia dell’estremo oriente è, analogamente al film di De Matteo, un ritratto impietoso del terremoto familiare provocato da un amante respinto.

Mia è una quindicenne come tante: spensierata, amante della pallavolo, non particolarmente studiosa, ma soprattutto incurante dei rischi connessi al bisogno di conoscere, sperimentare, amare, in una parola…vivere l’adolescenza. È così che il destino mette sulla sua strada Marco, un ventenne molto sicuro di sé, che finirà per trascinare la giovane in un vortice che la cambierà profondamente. Per quanto riguarda le caratteristiche del testo filmico, la spontaneità recitativa, unita a una buona fotografia in grado di restituirci le metamorfosi umorali della protagonista sono due punti a favore della riuscita dell’opera. Non è tuttavia solo sulla giovane che indugia la macchina da presa di De Matteo; anche l’emisfero genitoriale viene messo a nudo, nei suoi pregi e difetti, soprattutto quando l’equilibrio della situazione iniziale inizia a incrinarsi pericolosamente. È a quel punto che soprattutto l’universo maschile perde l’adamantina e rassicurante immagine successiva ai titoli di testa. A confermare iconicamente quanto distante sia stato condotto dalla condizione di partenza del proprio arco narrativo provvedono le immagini dei filmati della figlia ancora bambina, un amarcord inizialmente lieto e successivamente amaro.

La regia è piuttosto asciutta, bada all’essenziale, esclude ad esempio le giornate scolastiche limitandosi a registrare il termometro della socialità della protagonista e delle amiche, e a farne la spia dei suoi stati d’animo. La riduzione del numero dei personaggi, l’assenza di parenti o amici con cui la famiglia possa condividere, lenendole, le proprie inquietudini e sofferenze sembra anch’essa una scelta di sceneggiatura azzeccata. Anche l’interpretazione degli attori, sufficientemente ben sfaccettati, e lontani da un’interpretazione melensa o sopra le righe è una delle frecce all’arco di De Matteo. Tanto che ci chiediamo cosa potrebbe ottenere se osasse anche di più un regista che sa dire cose difficili in modo semplice. La trama si snoda con agilità facendo anche lo slalom tra alcuni pericolosi clichè: essendo la condizione socio-economica della famiglia di Mia più umile di quella di "I nostri ragazzi", ne risulta una pellicola depurata dell’orgoglio di classe; il regista, in altri termini, vuole mostrarci come ad essere intaccata dalla china degli eventi non è l’esteriorità del blasone o del buon nome di famiglia, quanto l’interiorità dei personaggi. Altro aspetto positivo, e che si auspica deponga in favore della sua recettibilità, è il fatto che il film si ponga senza riserve per un pubblico ampio, che comprenda tanto adulti quanto adolescenti, senza che nessuna delle due componenti escluda l’altra. Non è neanche ipotesi tanto peregrina, anzi, che la visione congiunta del film possa costituire un viatico al bisogno incomprimibile di dialogo alla base ogni sana relazione educativa. In tale senso, a "Mia" va riconosciuto il merito di aver gettato un ponte, forse non rilucente d’acciaio, ma comunque solido.


10/04/2023

Cast e credits

cast:
Greta Gasbarri, Riccardo Mandolini, Edoardo Leo, Milena Mancini


regia:
Ivano De Matteo


titolo originale:
Mia


distribuzione:
01 Distribution


durata:
108'


produzione:
Lotus Production, Rai Cinema


sceneggiatura:
Ivano De Matteo, Valentina Ferlan


fotografia:
Giuseppe Maio


scenografie:
Paola Soldini


montaggio:
Ivano De Matteo, Giuliana Sarli


costumi:
Olivia Bellini


musiche:
Stefano Lentini


Trama

L'adolescente Mia, attratta dal ventenne Marco, inizia a frequentarlo, salvo poi cadere vittima della gelosia malata del giovane. Mentre il vuoto relazionale le si stringe intorno, i genitori tentano di farla rinsavire.