Federica e Marina, cinquantenni affascinanti e di successo, sono compagne affiatate e condividono una vita ideale: hanno un appartamento elegante arredato con mobili di design, fanno ricche colazioni a letto, si scambiano scherzosamente i vestiti, bevono buon vino e guardano serie tivù alla moda.
Eppure, dopo cinque anni di convivenza, Federica è irrequieta. Forse lei, divorziata con un figlio ventenne, non ha mai accettato pienamente la propria omosessualità (o sarebbe il caso di parlare di bisessualità). Forse, più semplicemente, non è sicura che la pragmatica e chiassosa Marina sia la persona con cui vuole trascorrere il resto della vita. E allora un incontro fortuito, un'audacia imprevista, uno sbandamento e l'idillio si spezza, gettando nello scompiglio ogni sicurezza e ogni consuetudine d'amore.
Dopo il piccolo exploit di "
Viaggio sola", venduto in tutto il mondo, Maria Sole Tognazzi torna al cinema con un'altra commedia agrodolce, spigliata quanto basta per distinguerla dal novero delle innumerevoli farse comiche nostrane. E siccome squadra che vince non si cambia, alla sceneggiatura troviamo di nuovo Ivan Cotroneo e Francesca Marciano, mentre la protagonista è ancora Margherita Buy, che questa volta condivide lo schermo con una Sabrina Ferilli in grande spolvero.
Se in "Viaggio sola" l'autrice ha cantano l'indipendenza di una donna moderna e anticonvenzionale, con "Io e lei" strizza sorniona l'occhio ai temi "caldi" delle unioni civili e del matrimonio omosessuale. Uno specchietto per le allodole che assicurerà certamente al film pubblicità e discussioni sui giornali, ma che non ne rispecchia pienamente la natura intrinseca. "Io e lei" infatti non è affatto un inno all'amore gay né un'opera militante, sebbene in una scena le protagoniste discutano sagacemente delle implicazioni femministe e
gender bender presenti sottotraccia nel disneyano "Maleficent" (una
querelle che ha appassionato critici e studiosi soprattutto negli Usa).
"Io e lei" è piuttosto un film sullo stare insieme, il lasciarsi e l'essere lasciati: le turbolenze che attraversa il rapporto omoaffettivo (la regista ci tiene alle definizioni più corrette) di Federica e Marina, non sono diverse dalle innumerevoli crisi sentimentali di coppie etero che, da Bergman a Muccino, hanno affollato gli schermi di tutto il mondo.
In questo caso, il balletto sentimentale è affidato a un duetto di attrici agli antipodi. Se da una parte Margherita Buy, altezzosamente distaccata e irrimediabilmente insicura, è una conferma, dall'altra è una vera sorpresa la Marina vitale e determinata di Sabrina Ferilli. Nei panni di questa ex divetta del cinema riciclatasi ristoratrice, la regista le fa dire: "non sono mai stata un granché come attrice". Non è vero, e questa performance briosa e dolente, misuratissima tanto nelle esplosioni di romanità quanto negli struggimenti interiori, ci ricorda che, prima dei calendari, delle fiction di Canale 5 e delle ospitate da Maria De Filippi, la Ferilli è stata anche l'interprete cangiante di "Diario di un vizio" e "La bella vita".
Alla macchina da presa non serve far altro che seguire servizievole le due protagoniste nei loro duetti affiatati, tra i piccoli gesti di un'intimità collaudata, le occhiate mute, gli abbracci, le carezze leggere, i penosi silenzi carichi di tensione. Marina e Federica possono sembrare, a tratti, fin troppo irrigidite nei propri ruoli, ma la sceneggiatura riesce a evitare facili cliché e stereotipi risaputi (e poi il mestiere delle attrici fa il resto).
Maria Sole Tognazzi, regina del
product placement, può quindi limitarsi a dirigere con mano fluida e pulita le sue brillanti protagoniste, perno focale di una pellicola luminosa e patinatissima, che si segnala ancora una volta per sensibilità di scrittura e disinvoltura di esecuzione. Per inciso, "Io e lei" non s'inventa niente, ma conduce gli oltre novanta minuti di visione con grazia e leggerezza. Non è poco. Peccato solo per la rincorsa frettolosa a un happy end che, a conti fatti, appare forzato e scontato. Ma è il piccolo peccato veniale di un film ruffiano che si fa piacere senza sforzo.
26/09/2015