Nel 1943 l'Europa è nel pieno del secondo conflitto mondiale. Gli alleati si preparano ad approdare sulle coste siciliane, ma è necessario convincere Herr Hitler che lo sbarco avverrà in Grecia, affinché la liberazione italiana non incontri un'eccessiva resistenza sul terreno. Così gli 007 di Sua Maestà mettono a punto una rocambolesca strategia: simulare il falso naufragio di un falso soldato inglese che possa fornire delle ai soldati tedeschi: chiaramente anch'esse false.
La vicenda della difficile liberazione dello Stivale dal nazi-fascismo è nota ed è stata, negli anni, tema di alcuni tra i capolavori della cinematografia nostrana. Ma, come recita la voce fuori campo in apertura a questa nuova fatica di John Madden: "In ogni storia vi sono elementi visibili ed elementi nascosti e questo è particolarmente vero nelle storie di guerra".
Gli elementi visibili delle storie militari – i soldati al fronte, i morti e i feriti, le bombe e le pallottole, i gesti di eroismo e le violenze più crude – sono da sempre i soggetti privilegiati del cinema bellico propriamente detto, grazie alla loro capacità di suscitare forti emozioni.
Ma nel nostro caso il regista inglese preferisce dirigere l'attenzione del pubblico verso ciò che rimane celato alla propaganda e ai notiziari internazionali: l'incredibile storia vera dietro all'Operazione Mincemeat, condotta dall'intelligence britannica e rivelatasi fondamentale per le sorti dell'Occidente libero.
La missione segreta, stupefacente al punto da sembrare frutto di fantasia, fu condotta dal capitano Montagu (Colin Firth), coadiuvato dal tenente Cholmondeley e dal giovane collega dei servizi segreti Ian Fleming, che non a caso, terminata la carriera militare, diverrà noto a tutto il mondo come uno dei maggiori scrittori di spy-story e come l'ideatore della fortunata saga di James Bond.
Se con "Shakespeare in Love" John Madden raccontava il modo in cui la realtà finisce talvolta per ispirare la finzione, con "Operation Mincemeat" si invertono i termini dell'equazione. Può la storia (quella con la S maiuscola) essere influenzata, o addirittura sovvertita, dalla finzione narrativa? Può la fiction divenire più reale della realtà stessa?
La domanda sta alla base dell'opera in questione e nonostante il film sia diretto in perfetto stile war-movie britannico (lo si riconosce da tre elementi: la retorica patriottica, una chiara distinzione tra buoni e cattivi e l'immancabile presenza, tra il caricaturale e l'affettuoso, del primo ministro Winston Churchill), la guerra è allora poco più che un pretesto per riflettere su tutt'altri temi: sul potere della narrazione e sul mestiere dello scrivere.
Mentre la seconda metà del film si concentra sulla realizzazione dell'impresa vera e propria, la prima parte (sicuramente più riuscita) solletica il voyeurismo dello spettatore conducendolo nell'intimità dell'arte del raccontar storie. La sceneggiatura, guidata da una voce fuori campo dai toni forse troppo aulici e dallo stile un po' troppo letterario, si trasforma in un vero e proprio canto d'amore verso la scrittura; verso quella particolare magia in cui personaggi, vicende e sentimenti mai esistiti, prendono vita nella fantasia dei loro artefici e nel cuore dei loro lettori; quell'incantesimo grazie a cui, talvolta, la durezza della realtà può essere salvata dalla leggerezza della fantasia.
È chiaro che l'intenzione principale del film è però quella di intrattenere lo spettatore. Per questo le riflessioni qui appena accennate vengono sviluppate all'interno dei canoni del genere, senza abbandonarsi a dissertazioni filosofiche o a virtuosismi autoriali. Madden si rivolge al grande pubblico, senza spingersi troppo oltre e preferendo rimanere su un terreno meno scivoloso (anche se meno fecondo), inseguendo la fortuna di lavori come "L'ora più buia" e uno stile di scrittura più simile al bianco e nero muscolare di Fleming che agli intrighi in scala di grigi di Le Carré.
Nella seconda parte, come accennato, l'istanza narrante si limita a seguire lo sviluppo delle vicende, come il pescatore comodamente seduto sulla riva in attesa di vedere chi e come abboccherà all'esca. Così, nonostante la sensazione che alcuni aspetti della trama avrebbero potuto essere affrontati con maggiore profondità, la tensione è mantenuta piuttosto bene e tanto basta a permettere l'immedesimazione, mentre lo svolgersi dell'azione conduce pian piano verso l'atteso lieto fine.
cast:
Colin Firth, Mattew Macfadyen, Kelly Macdonald, Penelope Wilton, Johnny Flynn, Jason Isaacs
regia:
John Madden
titolo originale:
Operation Mincemeat
distribuzione:
Warner Bros.
durata:
128'
produzione:
FilmNation Entertainment, Cross City Films, See-Saw Films, Cohen Media Group, Archery Films
sceneggiatura:
Michelle Ashford
fotografia:
Sebastian Blenkov
montaggio:
Victoria Boydell
musiche:
Thomas Newman