"Astariti non è bravo, è un "primo della classe". Astariti non c'ha i capelli tagliati alla mohicana, non si veste come il figlio di uno spacciatore, non si mette le scarpe del fratello che puzzano. Astariti è pulito, perfetto. Interrogato, si dispone a lato della cattedra senza libri, senza appunti, senza imbrogli. Ripete la lezione senza pause: tutto quello che mi è uscito di bocca, tutto il fedele rispecchiamento di un anno di lavoro! Alla fine gli metto 8, ma vorrei tagliarmi la gola! Astariti è la dimostrazione vivente che la scuola italiana funziona con chi non ne ha bisogno!" ("La scuola", Luchetti).
E' un periodo florido per le pellicole a tema scolastico, dopo il canadese "Monsieur Lazhar", nelle sale il mese scorso, arriva "Il rosso e il blu". Tratto dal libro di Marco Lodoli, il film entra fra le mura di una scuola romana e ne scruta le vicende. Tra un giovane supplente di belle speranze (Riccardo Scamarcio) e il suo opposto, un anziano professore arcigno e disilluso (Roberto Herlitzka).
Quella di affidarsi a un film sulla scuola sembra una consuetudine ormai ciclica per il cinema, e per quello italiano in particolare. I risultati che ne possono derivare sono, però, diversi. Dall'opera giovanilista-generazionale che non ha nulla da dire e mostrare se non adolescenti irrefrenabili in crisi ormonale (un trend particolarmente in voga in Italia, pensiamo a "Notte prima degli esami"), si passa all'opera più smaccatamente sociologica ("La Classe - Entres Les Mures"), per approdare su isole felici ("La scuola", "Essere o avere"). Il film di Piccioni si inserisce a un livello intermedio, tende alla commedia agrodolce dell'opera di Luchetti ma, probabilmente, manca il coraggio di portarla a termine. Il buon auspicio iniziale si vanifica quando alla centralità di una storia che si dipana coerentemente si giustappongono posticce due parentesi narrative che poco hanno da aggiungere all'economia dell'opera. "Il rosso e il blu" è un film fintamente corale, poiché, nonostante la varietà di personaggi, poggia tutta la sua forza - e le sue attese - sull'istrionico Roberto Herlitzka, che traghetta l'opera fino alla riva. Cosicché il viaggio si fa quantomeno piacevole.
La scuola, oggi. Campionario di frustrazione e utopia, disincanto e incanto, speranza e il suo contrario; microcosmo che affaccia i giovani alla vita nello stesso momento in cui li opprime allo scoprirsi portatori di responsabilità, non solo sogni. Lo stesso microcosmo che i giovani spartiscono con gli adulti, quei professori che vorrebbero poter correggere le storture degli studenti inoculando concetti in siringa, ma non raccolgono che i cocci rotti e taglienti del fallimento. E' così il supplente Prezioso, appena arrivato nella nuova scuola, è motivato dal desiderio di insegnare e correggere; impedire, cioè, agli alunni - e in particolare a una - di sprecare il loro futuro. Si accorgerà - redarguito dalla preside (la sempre algida Margherita Buy) - che non è possibile intervenire e influenzare la vita dei giovani studenti oltre l'orario scolastico, quando tornano ad immergersi nel caos quotidiano della vita, che, talvolta, li sprona e altre ne tarpa le velleità. A poco servono i metodi alternativi del più promettente insegnante se là fuori la realtà obnubila gli stimoli (Il prof. Prezioso); a niente serve mollare la presa, bevendo il calice amaro della rassegnazione (il prof. Fiorito). Ci sono lezioni - quelle che vanno oltre l'enumerazione meccanica di nozioni - che un giorno possono apparire noiose e pedanti, il giorno dopo - il giorno da adulto - si vestono a lezioni di vita. Come la studentessa, svogliata e ritardataria in gioventù che, però, mai ha dimenticato il prof. Fiorito.
Il film di Piccioni si fonda su due antagonismi: insegnamento-correzione, come il rosso e il blu della penna con cui l'insegnante cancella i limiti giovanili, e adulti-giovani, due pianeti distanti che spesso collimano, distruggendosi a vicenda. Nel proporre questa visione antinomica del vissuto scolastico la pellicola appare equilibrata, senza scadere in storpiature alla Moccia né in trasognate epopee generazionali, e puntellata da una colonna sonora adeguata e non invasiva, firmata Ratchev & Carratello. La bravura di Herlitzka, poi, merita questa visione.
Per saperne di più: Scamarcio, Buy, Herlitzka - Speciale "Il rosso e il blu"
cast:
Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Roberto Herlitzka
regia:
Giuseppe Piccioni
distribuzione:
Teodora Film
durata:
98'
produzione:
Rai Cinema, Cinecittà, BiancaFilm
sceneggiatura:
Giuseppe Piccioni, Francesca Manieri
fotografia:
Roberto Cimatti
scenografie:
Ludovica Ferrario
montaggio:
Esmeralda Calabria
costumi:
Loredana Buscemi
musiche:
Ratchev & Carratello