Ondacinema

recensione di Francesca d'Ettorre
6.0/10

"Astariti non è bravo, è un "primo della classe". Astariti non c'ha i capelli tagliati alla mohicana, non si veste come il figlio di uno spacciatore, non si mette le scarpe del fratello che puzzano. Astariti è pulito, perfetto. Interrogato, si dispone a lato della cattedra senza libri, senza appunti, senza imbrogli. Ripete la lezione senza pause: tutto quello che mi è uscito di bocca, tutto il fedele rispecchiamento di un anno di lavoro! Alla fine gli metto 8, ma vorrei tagliarmi la gola! Astariti è la dimostrazione vivente che la scuola italiana funziona con chi non ne ha bisogno!" ("La scuola", Luchetti).

E' un periodo florido per le pellicole a tema scolastico, dopo il canadese "Monsieur Lazhar", nelle sale il mese scorso, arriva "Il rosso e il blu". Tratto dal libro di Marco Lodoli, il film entra fra le mura di una scuola romana e ne scruta le vicende. Tra un giovane supplente di belle speranze (Riccardo Scamarcio) e il suo opposto, un anziano professore arcigno e disilluso (Roberto Herlitzka).

Quella di affidarsi a un film sulla scuola sembra una consuetudine ormai ciclica per il cinema, e per quello italiano in particolare. I risultati che ne possono derivare sono, però, diversi. Dall'opera giovanilista-generazionale che non ha nulla da dire e mostrare se non adolescenti irrefrenabili in crisi ormonale (un trend particolarmente in voga in Italia, pensiamo a "Notte prima degli esami"), si passa all'opera più smaccatamente sociologica ("La Classe - Entres Les Mures"), per approdare su isole felici ("La scuola", "Essere o avere"). Il film di Piccioni si inserisce a un livello intermedio, tende alla commedia agrodolce dell'opera di Luchetti ma, probabilmente, manca il coraggio di portarla a termine. Il buon auspicio iniziale si vanifica quando alla centralità di una storia che si dipana coerentemente si giustappongono posticce due parentesi narrative che poco hanno da aggiungere all'economia dell'opera. "Il rosso e il blu" è un film fintamente corale, poiché, nonostante la varietà di personaggi, poggia tutta la sua forza - e le sue attese - sull'istrionico Roberto Herlitzka, che traghetta l'opera fino alla riva. Cosicché il viaggio si fa quantomeno piacevole.

La scuola, oggi. Campionario di frustrazione e utopia, disincanto e incanto, speranza e il suo contrario; microcosmo che affaccia i giovani alla vita nello stesso momento in cui li opprime allo scoprirsi portatori di responsabilità, non solo sogni. Lo stesso microcosmo che i giovani spartiscono con gli adulti, quei professori che vorrebbero poter correggere le storture degli studenti inoculando concetti in siringa, ma non raccolgono che i cocci rotti e taglienti del fallimento. E' così il supplente Prezioso, appena arrivato nella nuova scuola, è motivato dal desiderio di insegnare e correggere; impedire, cioè, agli alunni - e in particolare a una - di sprecare il loro futuro. Si accorgerà - redarguito dalla preside (la sempre algida Margherita Buy) - che non è possibile intervenire e influenzare la vita dei giovani studenti oltre l'orario scolastico, quando tornano ad immergersi nel caos quotidiano della vita, che, talvolta, li sprona e altre ne tarpa le velleità. A poco servono i metodi alternativi del più promettente insegnante se là fuori la realtà obnubila gli stimoli (Il prof. Prezioso); a niente serve mollare la presa, bevendo il calice amaro della rassegnazione (il prof. Fiorito). Ci sono lezioni - quelle che vanno oltre l'enumerazione meccanica di nozioni - che un giorno possono apparire noiose e pedanti, il giorno dopo - il giorno da adulto - si vestono a lezioni di vita. Come la studentessa, svogliata e ritardataria in gioventù che, però, mai ha dimenticato il prof. Fiorito.

Il film di Piccioni si fonda su due antagonismi: insegnamento-correzione, come il rosso e il blu della penna con cui l'insegnante cancella i limiti giovanili, e adulti-giovani, due pianeti distanti che spesso collimano, distruggendosi a vicenda. Nel proporre questa visione antinomica del vissuto scolastico la pellicola appare equilibrata, senza scadere in storpiature alla Moccia né in trasognate epopee generazionali, e puntellata da una colonna sonora adeguata e non invasiva, firmata Ratchev & Carratello. La bravura di Herlitzka, poi, merita questa visione.

Per saperne di più: Scamarcio, Buy, Herlitzka - Speciale "Il rosso e il blu"


23/09/2012

Cast e credits

cast:
Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Roberto Herlitzka


regia:
Giuseppe Piccioni


distribuzione:
Teodora Film


durata:
98'


produzione:
Rai Cinema, Cinecittà, BiancaFilm


sceneggiatura:
Giuseppe Piccioni, Francesca Manieri


fotografia:
Roberto Cimatti


scenografie:
Ludovica Ferrario


montaggio:
Esmeralda Calabria


costumi:
Loredana Buscemi


musiche:
Ratchev & Carratello


Trama
In una scuola romana si intrecciano le vicende di un professore di storia dell'arte che ha perso la passione per il suo lavoro, di un giovane supplente di lettere e di una preside severa