Ondacinema

recensione di Alessandro Corda
5.0/10

Sulle note dolenti di "Fumemos un cigarrillo" Luis Ortega apre "El jockey" la sua ottava pellicola, in concorso alla 81esima Mostra del Cinema di Venezia, immergendo lo spettatore nelle atmosfere cupe e inquietanti di una Buenos Aires dei giorni nostri. Remo Manfredini (Nahuel Perez Biscayart) è un fantino caduto in disgrazia, ubriaco e strafatto da mattina a sera; i fasti e le vittorie del passato non sono altro che ricordi. Adesso Remo e la sua compagna Abril (Ursula Corbero) corrono al soldo del gangster Sirena il quale ha dato al fantino Remo un ultimatum: dovrà vincere l’ultima gara su un costosissimo cavallo giapponese altrimenti verrà fatto fuori dai suoi scagnozzi. Inutile dire che il tentativo di presentarsi alla gara sobrio e ripulito non andrà a buon fine e il nostro esce di pista ammazzando il cavallo, finendo in fin di vita in ospedale dove una notte si sveglia e si dà alla fuga.

Fin dalle prime scene si assiste alla discesa all’inferno di Remo. I lunghi carrelli che lo accompagnano nelle buie e inquietanti gallerie, prima di iniziare le gare, sono esemplari di questa discesa sempre più in basso senza speranza. A Luis Ortega non interessa però raccontare l’ambiente delle scommesse e dei bassifondi di Buenos Aires. Il suo racconto si concentra su Remo Manfredini e l’attore Nahuel Perez Biscayart offre un’interpretazione di sicuro effetto, quasi sempre muto e nella parte della fuga sarà il suo sguardo molto più comunicativo di tanti dialoghi.

La pellicola può essere divisa in tre parti che corrispondono a tre identità diverse di Remo: nella parte del fantino (vestendo sempre quella divisa); dopo l’incidente indossa una pelliccia e con un turbante di bende vaga per la città; killer che finisce in prigione e diventa donna. Alla fine ci sarà la morte e la rinascita. Qui Remo Manfredini assomiglierà a un asceta, capace di camminare sulle pareti e sui soffitti e dormire fluttuando per aria. Non è solo il protagonista alla ricerca di una sua identità definitiva e definita, ma anche gli altri personaggi: la sua compagna che passerà da una storia d’amore con una collega di corse fino a diventare madre; e lo stesso gangster Sirena, con in braccio un neonato sempre diverso in cerca di una impossibile maternità.

Lo stile del film è surreale e grottesco, alla ricerca anch’esso di un'identità e coerenza narrativa. Ortega parte bene, ma perde alla metà del film coordinate e senso della storia. Esagera e pecca d’accumulo. Centrifuga troppi stili ricordando a tratti quello di Aki Kaurismaki, di David Lynch e di Paolo Sorrentino. Il tutto sembra che abbia lo scopo di stupire per forza, a ogni scena, lo spettatore con trovate sempre più bizzarre e originali senza però un senso e una coerenza.


05/09/2024

Cast e credits

cast:
Nahuel Pérez Biscayart, Ursula Corbero, Mariana di Girolamo


regia:
Luis Ortega


titolo originale:
El jockey


distribuzione:
Rei Picture


durata:
96'


produzione:
Despacho, Infinity


sceneggiatura:
Luis Ortega


fotografia:
Timo Salmien


scenografie:
Julia Freid


montaggio:
Rosario Suarez


musiche:
Sune Rose Wagner


Trama
Remo Manfredini è un fantino dal passato glorioso. Il presente è una carriera ormai al soldo del gangster Sirena. Nell'ultima corsa è costretto a vincere, altrimenti perderà la vita.