Ondacinema

recensione di Claudio Zito
4.5/10

Un azzardo, distribuire in maniera così massiccia e capillare un biopic che - ci scommettiamo - vedranno in pochi, già massacrato dalla critica in patria e a livello internazionale, affibbiandogli pure un sottotitolo pleonastico ("La storia segreta di Lady D") e mendace, se è vero che il diretto interessato ha smentito la verosimiglianza del film e del libro da cui è tratto ("Diana: Her Last Love" di Kate Snell). Gli ultimi due anni della vita della principessa del Galles sono visti focalizzando in particolare la relazione con il cardiochirurgo pachistano Hasnat Khan (interpretato da Naveen Andrews), un uomo ligio alla professione, vizioso (parliamo di fumo e alcol), appassionato di calcio, che legge il Corano e cita il poeta Rumi, di cui Diana si innamora poiché è l'unico che non la tratta da principessa. I Windsor non si vedono, Carlo compreso, i due figli William e Harry compaiono una volta sola.

Ma la storia d'amore si dipana nella prevedibilità più totale, gli alti e bassi sono meccanici, mentre i dialoghi mettono in imbarazzo. Ciononostante, meglio che il film si sia occupato il meno possibile dell'impegno umanitario della Spencer, poiché quando questo aspetto fa capolino siamo dalle parti dell'agiografia assoluta (ai suoi sforzi viene attribuita la messa al bando delle mine antiuomo in molteplici paesi!).

D'altra parte, la figura che emerge è quella di un personaggio dalle passioni autentiche, prive di calcoli e mediazioni. L'unica sua trama è la relazione con Dodi Al-Fayed, costruita a tavolino per far ingelosire Kahn. A essere maliziosi, la predilezione per un uomo d'estrazione "popolare" rispetto all'alto borghese è leggibile come un'ulteriore pietra su cui edificarne la beatificazione. Per il resto, per quanto si delinei la personalità di un'immatura inadatta alla vita di corte (a partire dalla celebre intervista fuori luogo rilasciata alla BBC), una sorta di Maria Antonietta fuori dalla reggia (ma comunque nel lussuoso Kensington Palace), è evidente l'empatia palesata innanzi a una donna che risulta essere estremamente fragile, e che diventa sensibile ai problemi sociali grazie all'esempio dell'uomo retto che ama (e che, per dirne un'altra, prende coscienza delle problematiche della vecchiaia incontrando un anziano cieco a Rimini). Insomma, un personaggio tutt'altro che sfaccettato e contraddittorio. Non si spiega, inoltre, la scelta dell'attrice, la nanerottola e poco inglese Naomi Watts (mentre il regista è il tedesco autore de "La caduta"), per nulla somigliante in partenza, ma a cui si chiede un'interpretazione mimetica come quelle della Mirren e della Streep nei film sulla regina e sulla Thatcher. E non stiamo certo parlando di un mostro di bravura...

Per un punto di vista ben più caustico su Diana Spencer, leggere "Interpreti di vite" di Javier Marías.


05/10/2013

Cast e credits

cast:
Naveen Andrews, Naomi Watts, Cas Anvar, Douglas Hodge


regia:
Oliver Hirschbiegel


titolo originale:
Diana


distribuzione:
Medusa Distribuzione


durata:
113'


produzione:
Ecosse Films, Le Pacte, Film i Väst


sceneggiatura:
Stephen Jeffreys


fotografia:
Rainer Klausmann


montaggio:
Hans Funck


costumi:
Julian Day


musiche:
Keefus Ciancia, David Holmes


Trama
Settembre 1995. Dopo la separazione dal principe Carlo d'Inghilterra, Diana spacca l'opinione pubblica: molti la amano e altrettanti la detastano mentre la sua vita all'interno di Kensington Palace comincia a starle stretta. Una visita improvvisa all'ospedale Royal Brompton le fa conoscere Hasnat Kahn, affascinante cardiochirurgo di origine aristocratica pakistana. Attratti l'uno dall'altra e imprigionati in situazioni molto differenti, finiscono con l'innamorarsi. Mentre vive il nuovo amore, Diana divorzia da Carlo e il suo nome campeggia su tutti i giornali per il suo impegno nella campagna antimine, la sua attenzione ai problemi sociali e i suoi viaggi intorno al mondo per sostenere enti di beneficenza. La stabilità raggiunta però dura poco, la stampa scopre la loro relazione e i volti di Diana e Hasnat campeggiano sulle prime pagine dei tabloid e Hasnat, messo alle strette, decide di porre fine alla storia, spezzando il cuore di Diana. Durante l'estate del 1997, un po' per vincere la tristezza un po' per suscitare la gelosia di Hasnat, Diana comincia a frequentare Dodi Al Fayed.