Città del Vaticano. L'improvvisa morte del Pontefice costringe il cardinale Lawrence (un magistrale Ralph Fiennes), decano del collegio cardinalizio, a indire un inaspettato conclave per eleggere il nuovo Papa. La concordia tra gli aspiranti successori al trono di Pietro, accorsi al capezzale del Pontefice, è solo apparente; molto presto, infatti, tra di loro si aprirà una lotta senza esclusione di colpi. Il pretendente più forte è il cardinale Bellini (Stanley Tucci), esponente dalla fazione liberale, di cui anche Lawrence fa parte; pure, sapranno dargli filo da torcere il compassato Tremblay, astuto manipolatore; il più vigoroso Adeyemi, di origine africana, pronto a diventare il primo Papa nero; e, in ultimo, ma non per questo meno temuto, l'italiano Tedesco (Sergio Castellitto), il quale vorrebbe riportare la Chiesa indietro di mezzo secolo, cioè alle sue tradizioni più oscurantiste e conservatrici. Inaspettate e quasi involontarie, invece, saranno le candidature dello stesso Lawrence e di Benitez, giovane e misterioso cardinale in pectore (cioè nominato segretamente dal Papa), di cui gli stessi cardinali ignorano ogni cosa.
I bestseller di Robert Harris, autore e giornalista britannico, hanno valso come fonte d'ispirazione per numerosi film, tra cui "Enigma" del 2001 e per due pellicole dirette da Roman Polanski, "L'uomo nell'ombra" e il più recente, nonché molto riuscito, "L'ufficiale e la spia". Il compito di portare questo thriller ambientato nelle sale vaticane è stato affidato, stavolta, all'austriaco Edward Berger, che si era già cimentato due anni fa con un adattamento cinematografico nel pluripremiato agli Oscar "Niente di nuovo sul fronte occidentale", tratto dal celebre libro di Erich Maria Remarque.
Il Vaticano si è offerto molto spesso come set naturale per narrazioni letterarie e cinematografiche contemporanee. I misteri della fede cattolica si fondono con quelli più mondani legati alla corruzione politico-finanziaria e agli scandali sessuali, miscelando il cocktail perfetto per svariati generi. Per restare agli ultimi vent'anni, almeno a partire dal bestseller "Il Codice Da Vinci" di Don Brown, portato sullo schermo da Ron Howard, la cornice di intrighi all'ombra della cupola romana ha prodotto molte opere legate al genere crime, anche se, l'artificiosità dei modelli e la peculiarità della più alta istituzione cattolica hanno ispirato anche commedie grottesche di stampo nostrano, come "Habemus Papam" di Nanni Moretti o la serie "The Young Pope" di Paolo Sorrentino.
"Conclave" si ritaglia una sua peculiarità quando insiste nel Kammerspiel claustrofobico, che ha nella elezione del nuovo Pontefice il suo unico centro drammatico. Il cardinale Lawrence, suo malgrado, indaga come un vero e proprio detective sul profilo degli aspiranti candidati, rivelandosi integerrimo nello scoprire i loro punti deboli che li renderebbero inadatti al ruolo. È una partita massacrante, che come nel gioco della torre o in un romanzo di Agatha Christie mira a far fuori, uno dopo l'altro, i cardinali che hanno osato desiderare di diventare non soltanto il vicario di Cristo ma, come dirà Lawrence, l'uomo più famoso sul pianeta Terra. Figura di penna shakespeariana, Lawrence porta avanti l'indagine e il conclave stesso tra mille ripensamenti ed esitazioni, perché atrocemente pervaso dal dubbio sulla fede, sulla preghiera, ma che, in fin dei conti, si rivelerà essere insofferenza sui meccanismi politici che hanno invaso la Curia.
Molto fedele al romanzo di Harris, con uno script ineccepibile firmato del drammaturgo e sceneggiatore britannico Peter Straughan ("La talpa"), questo "Conclave" diventa un'indagine sulla duplicità della natura umana, sulle ambizioni inconfessate e sul grado di empatia che siamo spinti a rivolgere verso chi commette un errore, senza essere necessariamente una persona malvagia (o viceversa). Tuttavia, la quadratura al millimetro della narrazione e le sue tempistiche a orologeria, che si inceppano forse solo in un finale altresì troppo stridente, spingono la regia di Berger, quasi tutta in interni, ad adagiarsi su stanze, luci, oggetti e volti con una certa consapevolezza, ma senza riuscire a coglierne appieno "il lato oscuro". Alcune suggestioni, notevolissime, dell'incipit, come il passo affrettato del cardinale Lawrence dentro un tunnel cittadino per arrivare al capezzale del Pontefice, la stessa salma del defunto Padre che sobbalza nel buio di un'ambulanza, sono inserti riusciti che avrebbero potuto curvare l'adattamento di Berger verso lidi meno convenzionali.
cast:
Ralph Fiennes, Stanley Tucci, Sergio Castellitto, Isabella Rossellini
regia:
Edward Berger
distribuzione:
Eagle Pictures
durata:
120'
produzione:
Alice Dawson, Robert Harris, Juliette Howell, Michael Jackman, Tessa Ross
sceneggiatura:
Peter Straughan
fotografia:
Stéphane Fontaine
scenografie:
Suzie Davies
montaggio:
Nick Emerson
costumi:
Lisy Christl
musiche:
Volker Bertelmann