Germania, Prima guerra mondiale. Paul Baümer (Felix Kammerer) è un giovanissimo studente che, insieme ad altri ragazzi della sua scuola, subisce la retorica nazionalista di un professore e si arruola nell’esercito. La promessa di "marciare entro un paio di settimane su Parigi" si scontra con la disumana realtà del fronte franco-tedesco, immobilizzato per anni lungo un’estenuante guerra di trincea. Sarebbe sufficiente il lungo piano sequenza iniziale, tra il fango della prima linea, la paura negli occhi dei soldati, l’improvvisa ferocia come unica arma per la sopravvivenza, a ricordare a Paul quanto sia stata sbagliata la sua decisione e, allo spettatore, quanto sia stupida, brutale e drammaticamente inutile la guerra.
Erich Maria Remarque scrisse il suo romanzo di maggior successo, largamente autobiografico, durante gli anni Venti, dopo il ritorno dal fronte. Sconfitti, umiliati, per la maggior parte caduti in battaglia, i ragazzi della sua generazione vinsero con "Niente di nuovo sul fronte occidentale" il libro che li avrebbe consegnati alla storia del romanzo antimilitarista. Questo grande classico della letteratura europea fu pubblicato in Germania nel 1928 e divenne un bestseller mondiale, prima di essere messo al bando dai nazisti e bruciato nei tristemente famosi Bücherverbrennungen, i roghi dei libri del 1933; a Remarque non restò altro da fare che lasciare il paese per la Svizzera.
"Niente di nuovo sul fronte occidentale" fu tradotto in film già nel 1930, sull’onda del successo del libro, con la pellicola hollywoodiana firmata da Lewis Milestone. A distanza di quasi cent’anni, arriva la trasposizione cinematografica tedesca, distribuita in Italia da Netflix. In verità, l’opera del regista Edward Berger sceglie di allontanarsi notevolmente dal testo originale di Remarque poiché, a parte lo spunto iniziale, la vita in trincea di Paul e gli altri commilitoni, l’amicizia con "Kat" Katczinsky (Albrecht Schuch, "Berlin Alexanderplatz"), di professione calzolaio, la sceneggiatura prova ad allargare il campo includendo le vicende politiche che decretarono la fine del conflitto. Così, vedremo il personaggio di Matthias Erzberger, interpretato da Daniel Brühl ("Goodbye, Lenin!"), capo della delegazione tedesca che firmerà l’armistizio di Compiègne, vivere insieme al suo paese il dilemma tra volontà di mettere fine alla carneficina e scoramento nell’accettare le durissime condizioni di resa imposte dal nemico francese. Quasi come un controcampo, invece, la vittoria cercata a ogni costo e ormai naufragata sarà l’ossessione del generale Friedrich (Devid Striesow), che imporrà ai suoi soldati un’inutile resistenza finale, la quale coinvolgerà anche Paul Baümer.
Tutto questo rende palesemente arduo un amalgama coerente col racconto di Remarque, che coincideva con la prospettiva del soldato. Si è visto, a parere di chi scrive, un tentativo di espandere la narrazione dentro un ampliamento di prospettive, che avrebbe avuto maggior fortuna, forse, in una miniserie televisiva. Invece, finisce fuori bersaglio proprio l’afflato intimista, e dunque la sua portata universale come specchio di una generazione, in favore di una trama a più livelli mai veramente a fuoco. Inoltre, la scelta di estromettere e di modificare alcuni eventi chiave del libro, come la licenza e il temporaneo ritorno a casa di Baümer, la degenza all’ospedale militare, il rapporto col duro Himmelstoß e la sortita amorosa con una ragazza francese, non assegna al primo blocco del film una forma definita.
Pure, "Niente di nuovo sul fronte occidentale" presenta più compattezza nella seconda parte, quando sfoggia il racconto, finalmente ricco di tensione drammatica, dell’ultima avventura dei due soldati-amici Bäumer e Kat. Anche la regia di Berger ritrova il suo centro nel blocco che chiude la pellicola, in cui si giustappongono coinvolgenti piano sequenza di indubbia maestria coi momenti più arrembanti delle battaglie.
cast:
Albrecht Schuch, Felix Kammerer, Daniel Brül, Aaron Hilmer
regia:
Edward Berger
titolo originale:
Im Westen nichts Neues
distribuzione:
Netflix
durata:
148'
produzione:
Malte Grunert, Daniel Marc Dreifuss
sceneggiatura:
Lesley Paterson, Edward Berger, Ian Stokell
fotografia:
James Friend
montaggio:
Sven Budelmann
musiche:
Volker Bertelmann