Il britannico Kirk Jones, regista di "Nanny McPhee - Tata Matilda" (film dai limiti d'età molto ristretti), aveva dimostrato una sensibile crescita artistica con "Everybody's Fine", remake abbastanza onesto e dignitoso dell'italiano "Stanno tutti bene" (1990) di Tornatore, riuscito in gran parte grazie a un bravo Robert De Niro nell'atipica, malinconica veste da "grande vecchio" di famiglia. Purtroppo "Cosa aspettarsi quando si aspetta" non rappresenta nel modo più assoluto un passo avanti nella carriera di Jones, anzi sembra quasi un palese invito a non riporre più aspettative di alcun genere nei suoi prossimi lavori.
Già il fatto che il libro di base sia uno di quei ridicoli manuali-best seller tanto in voga nell'America più capricciosa e qualunquista, non lasciava sperare niente buono, ma anche le previsioni più pessimistiche sono nettamente superiori al risultato finale. Queste cinque, fastidiosissime coppie alle prese con le prime responsabilità legate all'essere novelli genitori fanno rimpiangere di gran lunga gli incisivi giallastri e sporgenti della magica bambinaia. E non tanto per l'agghiacciante qualità dello script, quanto per la sciatteria di una regia che definire anonima sarebbe lusinghiero. La fotografia "smarmellata", dai colori glamour alla "Gossip Girl", facilmente sfocia nel kitsch più stomachevole, mentre un montaggio pasticciatissimo alterna le varie storie senza alcun criterio logico, rendendo ancor più irritante - se possibile - la visione del film. L'esasperazione poi cresce anche grazie a un cast di superstar strapagate e assolutamente incapaci di conferire efficacia a un solo personaggio, neanche sfociando nel macchiettistico. Se il comparto femminile è dominato dalle performance nevrotiche e piagnucolose di Jennifer Lopez, Cameron Diaz, Anna Kendrick, Elizabeth Banks e Brooklyn Decker, il settore maschile non è da meno: tra caratteristi che non svolgono il proprio compito in modo soddisfacente (come Chris Rock e Ben Falcone) e divi aitanti che "di recitare non se ne parla" (Chace Crawford, Rodrigo Santoro e Matthew Morrison si impegnano in una serratissima gara di inespressività) c'è davvero l'imbarazzo della scelta.
Ma soprattutto "Cosa aspettarsi quando si aspetta" è una commedia che, durante i suoi interminabili 110 minuti, non fa mai ridere, né tantomeno sorridere. Anzi, continua imperterrita a spazientire il pubblico fino a un finale inetto e zuccheroso, confezionato con una furba insulsaggine che, a tratti, ricorda lo spaventoso "
Capodanno a New York" dello scorso anno.
Insomma non sarà sempre semplice sapere che cosa aspettarsi quando si aspetta il primo figlio, ma certo è facilissimo immaginare cosa aspettarsi da un film del genere.
15/09/2012