Con "C'era una volta il crimine" si conclude, a meno di clamorosi ripensamenti, la trilogia delle commedie di Massimiliano Bruno incentrata sul trio di squinternati a spasso nel tempo. Le peripezie dei tre, Moreno (Marco Giallini), Marco (Gianmarco Tognazzi) e Claudio (Giampaolo Morelli), hanno stavolta per sfondo l’Italia dell’8 Settembre 1943, mentre alla presenza quasi scontata di Renatino e della banda della Magliana, si unisce una lunga teoria di personaggi storici, tra i quali spiccano Mussolini, Vittorio Emanuele, Adolf Hitler e Sandro Pertini.
Ad assistere all’ennesimo tentativo di rinnovare la commedia italiana, si ha l’impressione che, nonostante le novità introdotte, il mulino ruoti stancamente senza che la qualità dell’acqua possa minimamente cambiare in meglio. Si tratta infatti di acque limacciose, stantie. Suscitare il riso, come si sa, non è da tutti, ma è anche evidente che al pubblico che paga il biglietto per assistere a uno spettacolo che lo distolga dalle coeve inquiete contingenze storiche non possa giovare un prodotto cinematografico dagli stilemi ripetitivi, con protagonisti piatti al punto che le loro battute risultano pressochè intercambiabili, e caratterizzato, oltretutto, da una messa in scena a tratti imbarazzante. Se paragoniamo questa (come peraltro le due succitate) ad altre prove del medesimo regista, come "Beata ignoranza" (2017), notiamo come in quella vi fosse quantomeno una più netta caratterizzazione dei personaggi intorno ai quali la costruzione delle situazioni paradossali, vera forza motrice della risata, permetteva di avere risultati accettabili. Nell’ultima pellicola, tra i personaggi principali, il ruolo meno riuscito è quello di Claudio (che ha sostituito Sebastiano, interpretato da Alessandro Gassmann), la cui presenza scenica si riduce a un fastidioso e saccente contrappunto nei confronti delle gaffes degli altri due buontemponi. Ora, nella commedia il ruolo di spalla è, come si sa, altrettanto importante di quello del protagonista e spesso alla base della sua riuscita. Qui invece il tutto è sacrificato all’ovvietà e pregiudica il senso del ritmo del racconto. Si diceva dei personaggi storici presenti: Hitler, Mussolini, o anche Vittorio Emanuele e la regina, risultano goffe caricature che ben poco incidono sul versante della comicità. È soprattutto la comicità di situazione a non funzionare: la metamorfosi di Renatino diventato sodale dei partigiani con in testa Pertini è un’operazione che anziché favorire la comicità appiattisce i personaggi uniformandoli in un asfittico volemosebbene.
Dal punto di vista della sceneggiatura, poi, si ha l’impressione che il peregrinare nell’Italia dell’8 settembre, oltre che poco plausibile sul piano filologico (e questo sarebbe il minimo), sia un tentativo maldestro di ravvivare la trama del film, alimentando così per converso il suo senso di incompiutezza. Per quanto riguarda la sceneggiatura, il film d’esordio aveva almeno il merito di caratterizzare adeguatamente gli spazi diventati habitat della malavita romana, mentre in "C’era una volta il crimine" le location sembrano sacrificate all’improvvisazione. Altro punto debole del film (e stavolta in tutta la trilogia) sono i vuoti nella sceneggiatura: né nelle pellicole precedenti né nella conclusiva ci viene svelato l’arcano circa il funzionamento delle porte spazio-temporali che permettono di viaggiare nel tempo. Una commedia che si rispetti e cerchi la contaminazione con il fantasy o il fantascientifico non può lasciare inevasi interrogativi su aspetti nodali della trama.
In conclusione, il paragone con film incentrati sui viaggi nel tempo, come "Ritorno al futuro" (1985), di Robert Zemeckis o nei quali l’idea di alterare il corso della storia, come "Bastardi senza gloria" (2009) di Quentin Tarantino, mostra quale differenza intercorra tra l’originalità del talento cristallino e la sterile velleità artistica.
cast:
Marco Giallini, Ilenia Pastorelli, Carolina Crescentini, Edoardo Leo, Massimiliano Bruno, Giampaolo Morelli, Gianmarco Tognazzi
regia:
Massimiliano Bruno
titolo originale:
C'era una volta il crimine
distribuzione:
01 Distribution
durata:
100'
produzione:
Italian International Film, Rai Cinema
sceneggiatura:
Alessandro Aronadio, Alessandro Bassi, Massimiliano Bruno, Renato Sannio
fotografia:
Marco Pieroni
scenografie:
Sonia Peng
montaggio:
Luciana Pandolfelli
costumi:
Alberto Moretti
musiche:
Maurizio Filardo