Target: dai 3 anni anche non compiuti ai 6, massimo 7. Non è un limite, anzi. Infatti, di fronte ai kolossal dell’animazione a stelle e strisce, questo prodotto francese non solo ha il merito di non sfigurare troppo sotto il profilo grafico ma si pone come obiettivo – centrandolo – di rivolgersi schiettamente ai più piccoli, senza sposare la strategia, ormai sempre più rodata da parte ad esempio della Disney Pixar, volta ad abbracciare una audience diversificata. Ambizione che da un lato ha partorito risultati notevolissimi (es. “Coco”), ma il più delle volte si traduce in risultati ibridi standardizzati o anonimi, che proprio nel cercare di interessare anche l’adolescente e l’adulto finiscono per disperdere in una rutilante macedonia di effetti e un sovrappiù di stucchevole ridondanza il sense of wonder che serve ad andare dritti al cuore dei più piccoli.
Sense of wonder che è esattamente ciò che “A spasso con Willy” persegue, senza preoccuparsi di apparire elementare o improbabile nelle svolte narrative. Il film funziona su più livelli. Primo: la meraviglia visiva, resa possibile dalla messa in scena di un pianeta anzitutto coloratissimo, e poi dalla continua sorpresa (sempre per i piccoli, s’intende) di una fauna e flora fantastiche, misteriose e affascinanti (più di una strizzatina d’occhio ad “Avatar”). Niente di particolarmente strabiliante in effetti, a giudicare con parametri oggettivi. Ma non siamo qui per questo, stavolta. Secondo: l’intelligenza del contenuto. A differenza di molti prodotti che hanno come target la stessa fascia d’età, il film non si limita a intrattenere strappando la risata: il plot di base, per quanto semplice, funziona – e la durata del film, non eccessiva, consente di non tirarla per le lunghe. Willy è un piccolo Robinson Crusoe, un bambino di 10 anni che si trova improvvisamente senza genitori; inizialmente se la cava grazie all’aiuto della tecnologia, impersonata dal robottino Buck (il cui design omaggia l’universo di Star Wars). Proprio in quanto l’aiuto di Buck è sempre e comunque risolutore, la prima parte del film è quella che presenta maggiori limiti: ma da quando Buck esaurisce le batterie e si mette in stand by, il film decolla, con Willy che si adatta al pianeta, impara a conoscerne i pericoli e a sopravvivervi, per un periodo di crescita che lo vede trasformarsi in un piccolo selvaggio che adopera sul serio l’arco e le frecce (virtuali strumenti di videogiochi nella prima sequenza del film, ancora sull’astronave), e si trova a suo agio in un mondo che estraneo non lo è più.
Terzo elemento, determinante, il coinvolgimento emotivo: a fare la differenza ancora una volta non è il robot Buck – sin dall’inizio veicolo soprattutto di umorismo – quanto il nuovo amico di Willy: Flash, una sorta di tenero bruco gigante, disegnato per catturare le simpatie dei bimbi (non diversamente da un Totoro). Con Flash forse si poteva fare qualcosa di più, visto che sembra un morbido giocattolo; comunque, funziona. Non conta la forma ma la sostanza: l’affetto di un essere vivente che – pur non dotato di parola (a differenza di Buck) – è organico e instaura una comunicazione immediata con Willy su un terreno dove il robot non può giocare. Per una volta, ci piace che tutto il lato emotivo non debba essere condito dalla lezione morale sulla diversità, sacrosanta ma ormai pervasiva nell’universo dell’animazione d’oltreoceano.
Tutto è (sin troppo) rassicurante, sino alla scontata ricongiunzione familiare. Siamo ovviamente molto lontani dalla qualità artistica e stilistica trasfusa da Miyazaki in film come il summenzionato “Il mio vicino Totoro”. Ma non è questione di accontentarsi, quanto di accettare che va più che bene per il target infantile, cui il film si rivolge in modo tutt’altro che banale, addolcendo l’immaginario fantascientifico di riferimento senza che risulti eccessivamente semplificata anche la sostanza. La miscela è ben equilibrata: attraverso il coinvolgimento (divertimento ed emozione), s’impara qualcosa. Per esempio che nella vita può occorrere congedarsi per sempre da un amico.
regia:
Eric Tosti
titolo originale:
Terra Willy - Planète Inconnue
distribuzione:
Notorius Pictures
durata:
95'
musiche:
Oliver Cussac