La serie di Netflix Argentina che ripercorre la vita e la carriera della leggenda pop-rock locale Fito Paez
Difficile che il titolo di questa serie Netflix dica qualcosa a chi non abbia familiarità con il rock sudamericano e nella fattispecie argentino. Chi invece mastica la materia riconoscerà immediatamente il riferimento ad uno dei dischi argentini più venduti di sempre, per l’appunto ”El amor después del amor” di Fito Páez.
In otto puntate di circa tre quarti d’ora l’una, il serial di Netflix Argentina ripercorre attentamente la vita e la carriera di uno dei massimi esponenti della musica pop-rock ispanofona. Pur debitamente romanzata, ispirandosi all’autobiografia della rockstar e vedendo la partecipazione dello stesso Páez in sede di revisione della sceneggiatura, nonché nel ruolo di co-produttore, “El amor después del amor” può dirsi una serie profondamente veritiera e minuziosa nel guidare lo spettatore attraverso le fasi più importanti di una vera e propria leggenda locale.
“El amor después del amor” si sviluppa come un gigantesco flashback. La prima volta che vediamo apparire Fito (Iván Hochman) lo incontriamo nel backstage del suo concerto alla Bombonera di Buenos Aires (per chi non segue il calcio, lo stadio del Boca Juniors) del 1992, in un momento dunque che in tutta probabilità rappresenta il vertice della sua fama. Ritorneremo alla Bombonera soltanto negli ultimi minuti dell’ultimo episodio, nel mezzo seguiremo il musicista dai primi passi in quel di Rosario, quando scopriva il rock nel negozio di dischi del padre, fino alla sua affermazione, prima come turnista di lusso alle tastiere e poi come cantautore.
Con una vita come quella di Fito, costellata com’è di alti, bassi, abusi, relazioni tormentate e drammi, è difficile annoiarsi. Potendo contare su un’infanzia da orfano di madre, cresciuto da un padre (Martín Campilongo, in arte Campi) non proprio contento di vedere Fito intraprendere la carriera di musicista, sul massacro dell’amata nonna e della zia da parte di un ex compagno di scuola e sui rapporti prima con Fabiana Cantilo (Micaela Riera) e poi con la musa di Pedro Almodóvar, Cecilia Roth (Daryna Butryk), la sceneggiatura non ha bisogno di ricami ed esagerazioni, risulta invece efficace nel suo sviluppo lineare e attento ai dettagli. Oltre che dal punto di vista fisico e mimico, l’interpretazione di Iván Hochman è molto accurata nel conferire a Páez la giusta profondità umana e le giuste sfaccettature caratteriali.
L’efficacia di “El amor después del amor” è ancora maggiore guardando al ritratto dell’artista. Sono infatti numerosi i momenti in cui lo spettatore, per frangenti anche lunghi e tecnici, viene fatto entrare nel cuore del processo creativo di Páez, oltre che in sale prove e studi di registrazione, dove fa conoscenza con altre numerose personalità del rock locale come il geniale Charly Garcia (interpretato camaleonticamente da Andy Chango) o “el flaco” Luis Alberto Spinetta (Julián Kartun). Snodandosi su un arco temporale di oltre dieci anni, partendo dunque dai primi anni 80, durante la dittatura militare, la serie offre anche un discreto spaccato sull’Argentina d’epoca e il giusto background politico e sociale alle opere musicali delle quali racconta la genesi. Gran merito da questo punto di vista va attribuito alla crew di costumisti e truccatori.
Se la regia di Felipe Gómez Aparicio e Gonzalo Tobal cerca di mantenersi quanto più neutra possibile, in modo da non sottrarre attenzione alla sceneggiatura, la fotografia risulta invece discutibile: forse l’unico aspetto non riuscito, a causa dell’abuso di filtri che insistono in particolare sui gialli e i blu, nonché su alcuni chiaroscuri esagerati (vengono in mente le scene sui tetti al tramonto). Si tratta di un peccato veniale, che affligge peraltro innumerevoli serie televisive contemporanee e che non inficia la visione di un prodotto che per tutto il resto si rivela di eccellente fattura, consigliato sia nel caso non si conosca la figura di Fito Páez, sia in quello contrario. Nel primo non si potrà che restare incuriositi da un rocker aperto ad ogni forma di contaminazione e dall’animo sfaccettato, mentre nel secondo si apprezzerà particolarmente la ricchezza di dettagli e aneddoti offerta.
Chi volesse approfondire la scena musicale argentina (o prima della visione della serie, allo scopo di comprenderne al meglio il contesto, o dopo, qualora ne venisse incuriosito), troverà diverso materiale utile su Ondarock: nel corso del tempo sono infatti state dedicati monografie e articoli ad artisti fondamentali quali Charly García, Serú Girán, Luis Alberto Spinetta, Invisible, Gustavo Cerati, Soda Stereo e Virus, oltre ovviamente allo stesso Páez (specificamente, con una pietra miliare dell’album che intitola questa serie). I Virus appaiono anche nella serie, pur non essendo direttamente collegati alla storia di Páez: l’artista è tuttavia particolarmente legato alla loro musica e alla figura del loro compianto leader, Federico Moura, tanto avergli concesso una comparsa e aver dato spazio a due loro canzoni (“Wadu wadu” e “Amor descartable”).
titolo:
El amor después del amor: vita e musica di Fito Paez
titolo originale:
El amor después del amor
canale originale:
Netflix Argentina
canale italiano:
Netflix
creatore:
Juan Pablo Kolodziej
produttori esecutivi:
Mariano Chihade, Juan Pablo Kolodziej
cast:
Ivan Hochman, Micaela Riera, Julian Kartun, Andy Chango, Campi, Daryna Butryk, Manuel Fanego
anni:
2023