Cosa succederebbe se tutti noi cominciassimo a dire "sì" a ogni proposta che ci viene fatta? Come cambierebbe la nostra vita? È questo il punto di partenza di "Yes Man".
Carl Allen è un impiegato di banca dalla vita grigia e solitaria: sebbene non lo voglia ammettere, dopo due anni, non si è ancora ripreso dal suo divorzio. Alle uscite con gli amici preferisce un dvd a casa, evita di "prendere impegni", evita di affrontare la vita.
Un giorno, durante una pausa pranzo, incontra un suo vecchio conoscente che gli confida di essere uno Yes Man, e che la sua vita era cambiata dopo l'incontro col guru Terrence Brudley, il quale avrebbe tenuto un seminario proprio quella sera. Spinto un po' dalla curiosità, un po' dalla sfuriata del suo migliore amico, Carl si presenta al seminario e si fa convincere da Terrence (un irresistibile Terrence Stamp) a fare una "promessa con se stesso": dovrà cominciare a dire sì a tutto.
Prendendo alla lettera questo patto, Carl si ritroverà a vivere una serie di (dis)avventure che gli stravolgeranno l'esistenza: dare un passaggio a un barbone lo porta a conoscere Allison, ragazza indipendente e un po' svampita, istruttrice di "jogging fotografico" e vocalist in un gruppo; dice sì a corsi di coreano, a lezioni di chitarra e di volo, torna a uscire con gli amici, e grazie a tutti i suoi sì, alle più disparate richieste di finanziamento, fa guadagnare di più alla propria filiale, ottenendo una promozione. Tutto sembra andare per il meglio, finché Carl non scopre che anche dire sempre di sì può procurare qualche problema...
Peyton Reed, finora regista di commedie che ammiccavano alla vecchia screwball, dirige un film canonico che trova il suo ideale interprete (e vero motivo di interesse) in Jim Carrey, probabilmente il più talentuoso attore comico della sua generazione. Carrey riesce a donare al personaggio di Carl Allen vivacità e simpatia (nonostante in partenza abbia lo spessore della carta velina) ed è padrone assoluto della scena nei momenti più divertenti del film - e in certe battute è evidente come il doppiaggio non riesca a stare al suo passo. Il personaggio ha più o meno lo stesso sviluppo di Fletcher Reede, protagonista di "Bugiardo bugiardo", film che ha più di una somiglianza con il lavoro di Peyton Reed, morale spiattellata in primis. A fianco del protagonista vi è Allison, classico personaggio carino, ben interpretato da Zooey Deschanel in perfetta sintonia con Carrey.
Una bella sorpresa offerta da "Yes Man" è la particolare colonna sonora: si passa da brani degli Eels a pezzi delle Munchausen By Proxy, cantati nel film dalla stessa Zooey Deschanel.
Nell'America di Obama, dallo slogan "Yes, We Can" agli "Yes men", il passo è molto breve.
Gli sceneggiatori di "Yes Man" cavalcano quest'onda, imbastendo una commedia ottimista, in cui tutti i presupposti malinconici evaporano al suono dei sì pronunciati dal protagonista.
È incredibile la facilità con cui la vita di Carl cambi, non appena cominci ad accettare le proposte, piuttosto che respingerle; la vena di tristezza e negatività iniziale viene completamente spazzata via, ogni problematicità e/o sfumature lasciate da parte; anche la possibilità di un po' di satira nei confronti delle sette di auto-aiuto viene a mancare.
"Yes Man" offre dunque quello che una normale commedia hollywoodiana propone da tanti anni a questa parte: uno spunto curioso, qualche gag spassosa, uno sviluppo scontato e un lieto fine. Intrattenimento di facile fruizione che soddisferà chi si sa accontentare di una ricetta ben consolidata.
cast:
Jim Carrey, Zooey Deschanel, Bradley Cooper, Danny Masterson, Terence Stamp
regia:
Peyton Reed
distribuzione:
Warner Bros.
durata:
104'
produzione:
Warner Bros.
sceneggiatura:
Nicholas Stoller; Jarrad Paul; Andrew Mogel
fotografia:
Robert D. Yeoman
scenografie:
Andrew Laws
montaggio:
Craig Alpert
costumi:
Mark Bridges
musiche:
Mark Everett; Lyle Workman